Il
primo maggio del 1965, esattamente sedici anni prima del mio matrimonio, nella
antica parrocchiale di Biumo Inferiore, ricevetti la Prima Comunione (foto).
Ancora con rito preconciliare: in ginocchio alla balaustra. Il 2 giugno dello
stesso anno, padrino Giuseppe Zanzi detto Pinin, fratello di mio padre, fui
segnato col sacro crisma della Cresima (foto). Un anno santo per me, quel 1965.
Allora si usava così, Comunione e Cresima nello stesso anno, quello della
Quarta elementare. Delle solenni celebrazioni ricordo poco. Certamente mi
preparai con scrupolo. Ero un bimbo devoto. A catechismo mi distinguevo per lo
zelo e la buona memoria. Partecipai in quegli anni a qualche gara di
catechismo, forse al seminario di Venegono. Mi pare si chiamasse ‘Concorso
Veritas’. Ciò che ricordo della Prima Comunione è invece la vigilia: osservavo
con ammirazione il vestito nuovo, giacchetta e pantaloni a mezza gamba, all’inglese,
che avrei indossato per la cerimonia. Ma conservo anche un ricordo triste. Probabilmente
proprio la vigilia della solennità ci fu una discussione (abbastanza frequente in
quegli anni) molto animata in famiglia, una scenata con pianti e urla. Mi
rivedo solo, vicino a quel vestito, in uno stato (allora frequente per me) di
vittimismo: non era giusto che proprio prima della mia Santa Comunione la vita
portasse quella tempesta familiare, così poco cristiana. Ed io mi coccolavo
quel senso di ingiustizia, quell’essere vittima che –come sa chi lo ha provato-
regala anche un malinconico piacere.
5-continua
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