martedì 24 maggio 2016

Il mio Dio - 5




Il primo maggio del 1965, esattamente sedici anni prima del mio matrimonio, nella antica parrocchiale di Biumo Inferiore, ricevetti la Prima Comunione (foto). Ancora con rito preconciliare: in ginocchio alla balaustra. Il 2 giugno dello stesso anno, padrino Giuseppe Zanzi detto Pinin, fratello di mio padre, fui segnato col sacro crisma della Cresima (foto). Un anno santo per me, quel 1965. Allora si usava così, Comunione e Cresima nello stesso anno, quello della Quarta elementare. Delle solenni celebrazioni ricordo poco. Certamente mi preparai con scrupolo. Ero un bimbo devoto. A catechismo mi distinguevo per lo zelo e la buona memoria. Partecipai in quegli anni a qualche gara di catechismo, forse al seminario di Venegono. Mi pare si chiamasse ‘Concorso Veritas’. Ciò che ricordo della Prima Comunione è invece la vigilia: osservavo con ammirazione il vestito nuovo, giacchetta e pantaloni a mezza gamba, all’inglese, che avrei indossato per la cerimonia. Ma conservo anche un ricordo triste. Probabilmente proprio la vigilia della solennità ci fu una discussione (abbastanza frequente in quegli anni) molto animata in famiglia, una scenata con pianti e urla. Mi rivedo solo, vicino a quel vestito, in uno stato (allora frequente per me) di vittimismo: non era giusto che proprio prima della mia Santa Comunione la vita portasse quella tempesta familiare, così poco cristiana. Ed io mi coccolavo quel senso di ingiustizia, quell’essere vittima che –come sa chi lo ha provato- regala anche un malinconico piacere.

5-continua 

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