La
Shalom diventava sempre più un luogo ‘bastante a se stesso’, che si arricchiva
di persone e di attività, riempiendo le prospettive di un futuro giovanile. C’era
la Messa della Shalom nella piccola chiesa del Lazzaretto, da animare con i canti,
le letture... C’era una corale, che provava il sabato sera, per anni diretta da
mia mamma Ines. C’erano gli spazi sportivi, persino un torneo di pallavolo,
sfide a calcio e a basket, gli incontri formativi, le opere di carità, le
iniziative benefiche (penso ad esempio alle raccolte carta…), c’erano i più
piccoli da ‘curare’ in oratorio, soprattutto in estate, gite, vacanze comunitarie
estive, momenti musicali (ecco in foto l’edizione 1976 del Befanino d’Argento,
con presentatori il sottoscritto e l’amica Rossella), un complesso dell’oratorio,
un giornalino….per farla breve, oltre alla scuola (e per i più grandi già il
lavoro) esisteva solo la Comunità, luogo privilegiato dell’incontro con Dio e
con i fratelli. E un po’ privilegiati cominciavamo a sentirci, fortunati e ‘protetti’
da quell’incontro con un prete e tanti amici. Nascevano ovviamente (e per
fortuna) amori, che non potevano permettersi granché in quanto a spazi di
intimità. Il tutto era rinviato all’avvenire matrimoniale. E c’erano gli impegni spirituali, rispetto ai
quali don Angelo era assai esigente e bacchettava i renitenti. La direzione spirituale,
ad esempio: obbligatoria, cadenzata, e se non si rispettavano i termini il don
si presentava con l’agendina, richiamando all’ordine. Del Gruppo Voti parlerò
più avanti. Era chiaro il concetto: l’autorità, cioè il don, era stato messo lì
da Dio, era un segno potente della Sua benevolenza nei nostri confronti, quindi
ciò che l’autorità decideva, per il nostro bene, andava rispettato. Don Angelo
era un’autorità ‘lunatica’, non sempre esplicita nelle sue richieste, che
manifestava apertamente le sue crisi personali, facile al cambio di umore, che
sosteneva noi ma insieme andava sostenuto dalla forza del gruppo. Per certo in
quegli anni aumentò la mia, la nostra pazienza, virtù essenziale per sopportare
gli sgambetti della vita, allora assai promettente.
13-continua
Nessun commento:
Posta un commento