Guardo
una foto: primavera 2011, palazzetto dello sport credo di Angera, finali
provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di tennis tavolo. Intorno al
tavolo alcuni alunni della scuola media Vidoletti, maglia verde. Il primo a
sinistra si chiama Alessandro Andreoni, classe 1997, portatore di spina bifida,
cioè costretto a camminare con le stampelle ma è un irriducibile, tenace, gioca
molto bene a pingpong, guadagnerà una medaglia. Nel gruppo, secondo da destra,
Gianluca Piccoli, anche lui un ’97, oggi giocatore del Grosseto calcio in serie
C. Ma stiamo ad Alex, l’irriducibile. Dopo l’ultimo raduno a Fondo, nel
Trentino, il 24 febbraio partirà per le XIII Paralimpiadi invernali 2022 di
Pechino, in programma dal 4 al 13 marzo: veste la maglia azzurra, anzi, la
grossa felpa rinforzata azzurra dei giocatori di para ice hockey. E’ nei ranghi
della nostra nazionale dal 2015, ha già partecipato a Paralimpiadi e Campionati
europei, ha preso esempio dal fratello Marco (giocatore di hockey nei Mastini
per oltre vent’anni), ama l’anatra all’arancia cucinata da mamma Silvia,
vorrebbe andare in Australia, ha un rituale (quando si mette gli abiti
sportivi, prima la sinistra e poi la destra) e un motto: ‘Non fermarsi mai,
perché non si è mai fatto abbastanza.’
Lo
incontriamo appena rientrato dall’ultimo raduno di Fondo, ci facciamo
raccontare la sua storia sportiva: “Ho iniziato con il nuoto alla Polha, avevo
15 anni. Nel 2014 ho sentito il desiderio di provare con il para ice hockey,
all’inizio insieme al nuoto, poi la mia scelta per il ghiaccio, nei ranghi dell’Armata
Brancaleone, la sola squadra di hockey in Lombardia, legata alla Polha di
Varese.”
Poi
è arrivata la Nazionale.
“Sì”
racconta Alex. “Subito dopo le Paralimpiadi di Soci mi hanno chiamato, volevano
inserire per tempo un giovane, il mio ruolo è centro d’attacco, seconda linea.
Subito nel 2016 una grande emozione, il secondo posto ai Campionati Europei. Ma
l’emozione più grande è stato il quarto posto alle Paralimpiadi di Pyeong Chang
2018, certo, anche un po’ di tristezza, perdere per un gol all’ultimo minuto…”
Ma
ora vi rifarete a Pechino.
Alex
è sincero: “Temo che il podio per noi sarà ben difficile. Prevedo Usa, Canada e
Russia. Arrivare fra il quarto e il sesto posto è il nostro obiettivo, se poi
va meglio…”
Papà
Gianluigi e mamma Silvia guardano con comprensibile orgoglio questo loro terzo
figlio, il più giovane (dopo Davide e Marco), in partenza per l’avventura
olimpica. Una famiglia di sportivi, che ha sempre stimolato e assecondato l’amore
per lo sport dei figli. A Pechino, con Andreoni, vi saranno altri tre giocatori
dell’Armata Brancaleone: il portiere Santino Stillitano, Bruno Balossetti e
Roberto Radice. Riserva a casa: Igor Stella. Ma Alex è il solo varesino.
“A
Pechino sarà strano giocare senza pubblico” conclude, “ma verranno presto le
Paralimpiadi di Milano-Cortina, e allora ci rifaremo.”
Alex
è giovane, guarda avanti, ha tutto il tempo di godersi l’avventura cinese e poi
quella italiana. Come ogni atleta, ha bisogno del pubblico, di applausi, magari
anche di un grido dopo un suo tiro: gol!
Nessun commento:
Posta un commento