E
venne sabato 30 giugno, una splendida giornata di sole per il mio primo
triathlon olimpico. Partii con mio papà Mario e le mie figlie Caterina e
Maddalena. Il lago di Garda, quasi un mare, aveva solo lievi onde, il clima era
ottimo, molti scelsero di partire senza muta, non certo io, freddoloso di
natura. Triathlon di Bardolino: una gara prestigiosa, gareggiavano insieme i
migliori atleti al mondo e i principianti come il sottoscritto. Naturalmente i
migliori partivano davanti, poi tutti gli altri, scaglionati in diversi gruppi.
Io, non avendo alcun punteggio, partivo nell’ultimo gruppo. Nella foto sono
alla partenza, ancora prima di indossare la muta. La sensazione in acqua fu
ottima. Dopo i miei soliti 5 minuti di fatica per prendere il ritmo giusto
(soprattutto una questione psicologica), andai al mio ritmo e riuscii
anche a godermi lo spettacolo del lago.
Uscii dall’acqua fra gli ultimi, ma sapevo bene che il nuoto sarebbe stato il
mio tallone d’Achille. Per i 1500 metri impiegai 38’37”. Poi la bici: percorso
aspro, con molte salite, faticoso ma senz’altro a me più gradito di un percorso
pianeggiante. Salivo spesso sui pedali ma cercavo di non consumare troppo,
confidando di non scoppiare nella frazione di corsa, la mia preferita. Ricordo
che ad un certo punto un concorrente, più vecchio di me, mi invitò a stare alla
sua ruota, e ciò mi costrinse ad aumentare. Sforzo che puntualmente pagai un po’
alla fine. Per i 40 km di bici impiegai 79’ e 25”. Arrivarono i dieci km di
corsa. Faceva molto caldo ma avevo con me una cintura con piccole borracce per
dissetarmi. Ad un certo punto sentii anche un dolore al fianco, ma tenni duro e
completati la frazione in 45’40”. Arrivai, nella classifica maschile, 578° su
642 arrivati. Ci furono almeno una cinquantina di ritirati. Nelle classifiche
parziali, arrivai 547° nel nuoto, 381° in bici e addirittura 30° nella corsa.
Tempo totale: 2ore, 51’ e 16”. Vinse quel triathlon, fra i maschi, Vladimir
Polikarpenko in un’ora, 51’ e 03”; fra le donne vinse Erika Molnar in 2 ore, 7’
e 52”. Ma stiamo parlando di atleti di livello mondiale. Edo Piantanida (del
quale indossavo la muta) arrivò 19° in un’ora, 57’ e 49”.
Quella
di Bardolino fu per me un’esperienza davvero esaltante, che mi ripagò
ampiamente della delusione patita a Lecco, nella frazione a nuoto.
70-continua
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