mercoledì 30 settembre 2015

Sempre stupende

 
                                                                                                     ph bruno bini


Ringrazio gli amici Fausta e Bruno, che mi hanno fatto avere queste belle immagini della loro recente vacanza in Val Gardena. Le dolomiti altoatesine di quella zona privilegiata mantengono la loro bellezza in ogni stagione, quindi anche a fine estate-inizio autunno. Certo, fa una certa impressione vedere la Capanna Stevia, il rifugio Puez, i sentieri nella più assoluta solitudine. Io sono abituato a frequentarli in luglio e agosto, quando i villeggianti non mancano. 

Tre Valli e Fondazione Piatti

                                                                                             ph carlozanzi

E mentre Vincenzo Nibali si scaldava le gambe a metà percorso della 95^ Tre Valli Varesine, sognando la vittoria finale (che è arrivata) io (con un altro centinaio di amanti delle due ruote) ho aderito alla 1^ Fondazione Piatti Bike Tour, voluta dal mio ex collega (e ora psicologo alla Fondazione) Michele Imperiali. Maglietta personalizzata, ritrovo alla Nuova Brunella, dove ho trovato tanti amici (fra gli altri, Giannino Spartà, Mariano Lazzati, Marco Caccianiga), poi nell'attesa mi sono scaldato le gambe girando sui colli varesini (eccomi alle Ville Ponti), quindi trasferimento davanti al bel San Giovanni (il battistero di Varese) e partenza lungo il circuito finale delle Tre Valli, con strada chiusa al traffico e divertimento assicurato. Il tutto per far conoscere la Fondazione e il suo motto: 'Persona, famiglia, la disabilità al centro'. (vedi www.fondazionepiatti.it). Devo però ammettere una mia debolezza: dopo aver scalato il Montello a buon ritmo, giunto al bivio per via Valle Luna, mentre il gruppone svoltava a sinistra io sono andato a destra, verso il mio 119° Campo dei Fiori del 2015. 

martedì 29 settembre 2015

Il racconto del mercoledì

                                                         ph La Provincia di Varese


Dedico questo racconto a chi, almeno una volta in vita, ha ammesso di essere un pirla


Il più pirla fra gli uomini
di carlozanzi

Quando gli venne l’idea sentì caldo al cervello, una vampata sul viso e il cuore in estasi. Poteva essere lì: dal trentesimo chilometro. Quello il punto.
Che avesse intenzione di partecipare all’Expomarathon Varese era una scelta già fatta, sebbene anni addietro avesse promesso a se stesso che non avrebbe mai ritentato una maratona. Allora aveva quarant’anni e si poteva fare: prima la maratona di Venezia, tre ore, quarantatré primi e dieci secondi, poi quella di Roma, anno Duemila, maratona del Giubileo, tre ore, ventinove primi e trentadue secondi. In seguito la malattia del running era passata, la virulenza da fatica si era attenuata e si era rappacificato col mondo: basta gare. Quindici anni dopo gli vanno a sbattere in faccia una maratona proprio nella sua Varese. Una tentazione. Si era iscritto e anche moderatamente allenato. L’intento era di arrivare al traguardo, nulla più: già molto per un sessantenne, arrivato a quell’età né carne né pesce, né adulto né vecchio, già molto avanti, si direbbe con un piede nella fossa ma l’altro ancora ben ancorato alla terraferma. Età di tremarella. E ora questo pensiero distorto e vigliacco: sì, al trentesimo chilometro.
Venne il giorno, l’ora, il mese, una domenica di luglio con il cielo bianco lattiginoso, afa già alle sei del mattino, pappataci,  zanzare e gamberi rossi della Louisiana anche loro col pettorale lungo la ciclabile del lago di Varese, terreno della corsa di quarantadue chilometri e centonovantacinque metri.
Partì che era già sudato, li lasciò sgambettare in avanti, quelli più giovani ma anche quelli più vecchi, in fregola come i gobbini di quel lago marcio, bello solo da lontano. Partenza e arrivo in località Schiranna, un percorso assolutamente piatto, con toccata e fuga anche dalle parti del lago di Comabbio. In principio dovette combattere contro il desiderio di aumentare il passo, ma non fu troppo complicato stare buono, controllare la foga. Dalle parti di Gavirate arrivò un inatteso dolore al ginocchio destro, che lo costrinse a rallentare, a zoppicare, a temere problemi al menisco. Già a Biandronno il dolore si era sciolto ma il respiro non funzionava. ‘Quest’afa mi farà asfissiare’ pensò, raccogliendo un bicchierino in plastica contenente del liquido arancione. Gli spugnaggi erano frequenti, necessari. Notò, con soddisfazione, i primi ritiri. Passò anche un’ambulanza, ma a sirene spente. A bordostrada applaudivano e incitavano gli spettatori di quella maratona nostrana, senza tradizione, improvvista per dar sfogo ad alcuni quattrini del vicino Expo meneghino, finanziamenti ottenuti con la promessa di una corsa ben organizzata, che avrebbe propagandato la necessità di un’alimentazione equilibrata, sostenibile, indispensabile per i successi sportivi. Lui fame non ne aveva, piuttosto cenni di nausea: anche perché si stava avvicinando il trentesimo chilometro, la linea di demarcazione da tutti temuta, l’inizio della fatica vera, della lenta, inesorabile, malandrina vittoria della sofferenza e della testardaggine. Ma lui, da lì, aveva in mente ben altro. Così partì, non di scatto ma in allungo costante. Ormai ne era convinto. Perché attendere la morte nel proprio letto? Costretti ad assistere, oltre che al proprio, tragico destino di disfacimento, anche allo spettacolo dei parenti in piedi o seduti, forse persino da consolare? E se gli fosse capitato in sorte di dover assistere a quel falso cordoglio, a quella finta sofferenza da dipartita, che gli avrebbe detto spudoratamente e infallibilmente: ‘Guarda, non sei stato capace nemmeno di creare empatia. Non sono realmente tristi per la tua morte. Sono imbarazzati, vorrebbero non dico fregarsi le mani e nemmeno ridere, ma sostare nella loro comprensibile indifferenza. In fondo che hai fatto per meritarti le loro lacrime? Il loro sincero dolore?’ Via via, darsela a gambe, correre sino a far salire il cuore a duecento, anche di più, correre sino al traguardo senza alcun controllo, precauzione, sfidando le leggi dell’età e della resistenza dei tessuti, correre sfiorando i quattro al mille, addirittura  i tre e trenta, così, per gli ultimi dodici chilometri e spegnersi dopo il traguardo, non prima, morte da eroi.
Il cuore rombava, cavalcava, la gola non aveva più saliva, la lingua era secca come un peperoncino, i muscoli delle cosce duri come il marmo di Candoglia ma lui non mollava. Aspettava solo il colpo fatale. Ma sì, anche prima del traguardo, a quel punto cosa importava? Bastava ottenere lo scopo. Poi cominciarono i sorpassi. Allibiti, i concorrenti vedevano sfrecciare il sessantenne con un ritmo degno di coloro che erano partiti davanti, nella categoria atleti professionisti. Più d’uno pensò che quel tale, con un fisico così così, si fosse inserito nel gruppo poco prima, percorrendo da gasato gli ultimi chilometri, un baro degli applausi, un invasato che s’accontentava di costruirsi una realtà tutta sua. E invece lui aveva nelle gambe già oltre trentacinque chilometri e ora svoltava a sinistra, dalle parti della rotonda di Capolago, quella con l’Aermacchi MB 326 arancione nel mezzo, gloria dell’aeronautica varesina.
Correva e ansimava, paura, dubbi e quando la certezza della scelta si imponeva il ritmo aumentava, i sorpassi si susseguivano, la meraviglia degli altri s’accentuava. Quando transitò alla rotonda dei Ronchi una nuova idea: perché non uscire dal gruppo? Svoltare a destra, passare la rotonda, prendere la salita dei Mondiali di ciclismo, arrancare sul pendio rendendo più probabile il collasso? L’infarto? Andarsene in solitudine, accasciato vicino ad un ciliegio o altra pianta da frutta dei casbenàtt? Si convinse, lasciò la ciclabile, prese la rotonda ma anziché tenere la destra completò il giro e tornò fra i maratoneti sfiancati, rubizzi in viso, claudicanti. Via, via, correre al massimo, sino alla fine: si vide paralizzato su una carrozzina, reso inabile dalla vecchiaia, obbligato a farsi nettare il culo da una mano che non fosse la sua, e così diede nuovo vigore alla corsa.
Ora stava davvero male. Ma sarebbe stato possibile dar sfogo alla volontà, alla tenacia sino al punto di crollare esausto? La mente l’avrebbe tradito, obbligandolo a diminuire il ritmo? L’istinto di sopravvivenza lo avrebbe infine convinto? Ma avvenne un fatto, al di là della mente e dell’istinto: un’immagine inattesa, parole fresche, occhi luminosi, minute mani levate al cielo, labbra aperte nel più convincente dei sorrisi. E ciò capitò dopo il cartello dell’ultimo chilometro.  A quel punto la ciclabile svoltava a sinistra e correva verso il lago, tagliando nel mezzo un vasto prato, quindi una curva a destra e puntava decisa verso la Schiranna. Proprio sulla curva a destra notò una giovane donna che teneva in braccio una bimba di pochi anni. La vista annebbiata rendeva tutto confuso, ma correndo come un indemoniato arrivò subito al dunque.
“Bravo, nonnino, bravo….nonno mio!”
La figlia e la nipote di nemmeno due anni erano accorse al suo capezzale. Notando l’entusiasmo di quella vita appena scartata si sentì il più pirla fra gli uomini. Si fermò, prese fiato, accolse la bimba fra le braccia, la mise a terra e camminando con lei si portò verso il traguardo. Lo superò, prese in braccio la nipotina e la baciò.










Luca Broggini, nuovo regiù


Luca Broggini (secondo da destra) è il nuovo regiù della Famiglia Bosina, votato da un consiglio che si è ringiovanito. E questo è un bene per la Famiglia sessantenne, che necessita di forze cinquantenni. Broggini arriva dopo Felicita Sottocasa Barlocci (eccola alla sua destra), Augusto Caravati....Il mio grazie a Felicita detta Cicita, e il mio augurio a Luca. 

La Vidoletti alla Scala e a Lizzola

                                                                                            ph carlozanzi


Cominciano le attività aggiuntive dell'a.s. 2015-2016 alla mia scuola Vidoletti. Ieri gli alunni dei corsi ad indirizzo musicale si sono recati al Teatro alla Scala, mentre stamani 4 classi prime partono per il soggiorno montano a Lizzola, nell'ambito del Progetto Accoglienza. Tre giorni fra i monti della bergamasca, sperando nel meteo favorevole. Buon soggiorno.

Mock Story - 86


2005 - Non sono molte le foto che ritraggono Marco nei suoi panni di prof. di ginnastica. Una l'ho trovata, da me scattata nella primavera del 2005, a Cairate, durante le fasi provinciali dei Giochi Sportivi Studenteschi di atletica leggera cadetti. Mock è felice con la sua staffetta 4x100 di Morazzone (capitanata dal velocissimo Ossola), che ha appena vinto la finale provinciale. In quest'anno Marco tornerà a Santiago con Gabriella, per completare il cammino, gli ultimi chilometri saltati per infortunio l'anno precedente. Continuano i suoi scambi via internet, in particolare con Ron Martin. Mock riconosce nel cantautore di Eden, in North Carolina, grandi doti di cantante e ottime canzoni inedite, da poter sfruttare. Il progetto Piedmont Brothers Band comincia a farsi strada. 

Con me il 3 ottobre: Cecilia & Stefano



Alla presentazione dei miei libri ho sempre cercato di inserire anche un piccolo spazio musicale, coinvolgendo soprattutto i miei fratelli musicisti e i loro amici. Così sarà anche sabato 3 ottobre (ore 16, Salone Estense) alla presentazione de 'Il giorno che tremò la notte'. Saranno Cecilia Zanzi detta Ceci e Stefano Zanrosso detto Zampa a regalare al pubblico, nello spazio finale, 5 canzoni di mio fratello Mock, tratte dai suoi due album pubblicati come solista. 

Mock Story - 85


2004 - A parte le foto del Cammino di Santiago, del 2004 di Marco conservo nel mio archivio solo una foto, questa, la tradizionale foto dei fratelli Zanzi la sera di Santo Stefano da papà Mario, dove fra l'altro Mock ha lo sguardo basso. Ne approfitto per ricordare che chi avesse foto o testimonianze su Marco che vuole condividere con me, lo può fare via mail: carlo.zanzi@teletu.it
Il 2004 è comunque un anno molto intenso, nel quale mettono le radici progetti che spunteranno a breve.

Con me il 3 ottobre: Riccardo Prando

                                                                                                  ph carlozanzi

Alla presentazione del mio nuovo libro (sabato 3 ottobre, ore 16, Salone Estense) ci sarà, fra i relatori, Riccardo Prando. Docente di lettere, giornalista (da oltre vent'anni a La Prealpina) e narratore (ha pubblicato diversi libri, fra i quali la raccolta di racconti 'Giuda'), studioso appassionato soprattutto della Prima Guerra Mondiale (è da poco uscito nelle librerie 'La Grande Guerra e il varesotto'), grande conoscitore di Giovannino Guareschi, è ottimo sportivo, con punte di eccellenza nello sci nordico, tanto da essere soprannominato 'il pirata del Brinzio'.

lunedì 28 settembre 2015

Fondazione Piatti Bike Tour



Danno per partente anche Alberto Contador (ma probabilmente è una bufala) al 1° Fondazione Piatti Bike Tour, in programma mercoledì 30 settembre, nel giorno delle Tre Valli Varesine. Si tratta di una pedalata non competitiva di 13 km, sul percorso della gara più nota delle nostre valli. Ritrovo ore 11 in via Crispi 4, alla sede della Nuova Brunella. Trasferimento in piazza Monte Grappa dove alle 12.45 partirà il Tour, sui 13 km del circuito cittadino che, poco dopo, sarà percorso dai professionisti. Non c'è tassa di iscrizione ma è obbligatorio iscriversi, visitando il sito www.fondazionepiatti.it

Con me il 3 ottobre: Laura Veroni


Mi pare bello, in vista della presentazione del mio nuovo libro sabato 3 ottobre (ore 16, Salone Estense, Varese), presentare chi sarà con me quel pomeriggio. Ci sarà, a parlarne, Laura Veroni. Docente di lettere alla Vidoletti, scrive racconti e romanzi, ha un blog (tuttiicoloridilau.blogspot.com) sul quale potrete trovare news su di lei e i suoi libri. E anche notizie in merito ad un'altra sua grande passione: la musica. Laura ama cantare. 

2 - La pazienza da Expò

                                          ph carlozanzi
Certo, psicologicamente è tutto diverso, un conto è subire una coda, un conto è scegliersela, ma nonostante ciò sono rimasto allibito nel vedere la pazienza di chi, per ore, si è messo in coda per visitare un padiglione di Expò Milano 2015. E sinceramente mi sono sorpreso anche della mia. Un popolo educato, ordinato, in fila, in silenzio, con momenti anche di allegria, qualche lieve cedimento ma nulla più. E si parla di ore di coda! E a che pro? Per vedere cosa? La mia massima coda sono stati i 40' all'ingresso di Expò (foto qui sopra) e mi sono bastati. 

Mock Story - 84


2004 - Per Mock questo è l'anno del Cammino, il Cammino di Santiago de Compostela. Ha bisogno di mettersi alla prova, di vivere giorni di solitudine, di fare una piccola-grande impresa, sfruttando il suo allenamento. E così decide di intraprendere il Cammino di Santiago. Alla sua maniera, cioè per la via più lunga, oltre 800 km a piedi. E parte, da solo, non certo improvvisando il suo percorso. Ma i suoi calcoli abbisognano di qualche ritocco. Lo zaino è troppo pesante, così dopo i primi giorni spedisce a casa un po' di materiale, per alleggerire il carico. Le tappe sono troppo lunghe, e allora diminuisce il chilometraggio, soprattutto quando arrivano i primi dolori. Le giornate si sommano, le sollecitazioni soprattutto alle ginocchia si accumulano, i dolori si fanno più acuti. Ma Mock regge e va avanti. E quando, a poco più di 10 km dalla meta, proprio non ce la fa più ed è costretto a raggiungere la cattedrale con un autobus, la delusione c'è ma la soddisfazione non manca. Ha vinto la sua prova-coraggio. Conservo con cura la conchiglia di Santiago, che mi regalò allora.   

Paola maggiorenne



Pubblico questa immagine perché ho conosciuto Paola (prima a destra) così, quando era la sorellina del mio amico Gigi. Ebbene, Paola domani compirà 50 anni. Mamma e nonna (una nonna minorenne!), Paola diventa definitivamente maggiorenne, e gli amici la festeggeranno anzitutto con una Messa, domani, martedì 29 settembre, ore 18, chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore. Poi si vedrà.  Auguri!

domenica 27 settembre 2015

1-La stanchezza da Expò

                                                                                         ph carlozanzi

Partenza da Varese, oggi, domenica 27 settembre, col treno delle 8.06. 40' di coda per entrare a Expò Milano 2015. Code di ore (che ho evitato) per entrare nei padiglioni più gettonati (Italia, Giappone, Corea e molti altri...), 20' di coda per entrare in Argentina, 10'-15'di coda per altre nazioni....Un'abbondanza di popolazione davvero impressionante. Per farla breve, sono uscito da Expo alle 18.30, treno alle 18.45 e arrivo a Varese alle 19.25. 
Non ero ridotto così, ma quasi.

Stampa generosa



Oggi, domenica 27 settembre, il quotidiano La Provincia di Varese e il settimanale Lombardia Oggi si sono ricordati del mio nuovo libro e del mio trentennale vizio di scrivere. Grazie. 

sabato 26 settembre 2015

Notte prima dell'Expo



Hanno regalato a Carla due biglietti per Expo, e lei ha scelto me come accompagnatore. A caval donato non si guarda in bocca, e neppure alle preferenze di una moglie. Così mi tocca Expo...domani. A capo chino. E la notte prima dell' Expo non sarà semplice. Vi racconterò. 

A Concert for Mock

                                                                                             ph carlozanzi


Marco avrebbe certamente preferito il titolo inglese, lui che amava quella parlata. Quindi non un concerto per Mock ma A CONCERT FOR MOCK. Per ora segnate la data, perché sarà un evento da non perdere:
domenica 25 ottobre, ore 15, Salone del Centro parrocchiale di Biumo Superiore, Varese.
Un grande concerto, canteranno e suoneranno i gruppi che Mock ha conosciuto e che hanno collaborato con lui. Scopo: ricordare Marco e raccogliere fondi, per alcune iniziative di solidarietà che Mock aveva segnalato.

Chiude la Libreria Salesiana

                                                                                        ph La Provincia di Varese



In effetti ieri ero entrato, dopo molto tempo, alla Libreria Salesiana di Varese, per lasciare alcuni inviti alla presentazione del mio ultimo libro, e avevo notato una certa aria di smobilitazione. E oggi, su La Provincia di Varese online, la brutta notizia: alla fine del 2015 la nota libreria cattolica chiude. La necessità di un costoso lavoro di ristrutturazione è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo dell'acqua delle scarse vendite. Sono rattristato. Per molti anni, soprattutto gli anni Novanta, questa libreria era per me punto di riferimento, come scrittore sono sempre stato trattato coi guanti (si noti la vetrina, a me dedicata nel 1994, per l'uscita della raccolta di racconti L'ultimo nemico), gentilezza e disponibilità. In foto vediamo, al centro, Lucia Galli, la decana, alla libreria da 31 anni; poi a destra Elena Cazzulo, attuale responsabile (mia ex alunna) e Silvana Caci. Voglio anche citare Elena Manfrinati, morta tragicamente qualche anno fa.
Scompare un altro pezzo quarantennale della storia di Varese. Si legge poco, pochi libri cartacei, le librerie alzano bandiera bianca. Questa è la storia, direbbe Giannino Spartà. 

Mock Story - 83



2003- Anche il 2003 è un anno che vede Mock guardiano al rifugio-capanna Pian delle Creste, ma non solo: spesso la domenica organizza passeggiate in montagna e d'inverno anche lo sci nordico. E la sua meravigliosa famiglia lo segue, partecipa al suo entusiasmo, condivide, regalandogli (e regalandosi) momenti indimenticabili. E Marco deve allenare molto bene la gamba, perché ha in mente....

venerdì 25 settembre 2015

Mock Story - 82



2003: anno di grande fermento per Mock. Oltre allo sport e alla dieta, Marco naturalmente non trascura la musica, e in particolare i suoi contatti via internet con musicisti che amano il suo genere. Continua a pubblicare i testi dei Byrds sul suo sito, e da un anno frequenta il sito Acoustic Harmonies, fondato da un australiano, Ray O'Neill. Scambio di pareri, di canzoni e Marco, nel 2003, lancia la proposta: un cd autoprodotto, sul quale chi vuole può incidere una cover e un originale. Ecco allora il cd 'Acoustic Harmonies 1st Anniversary Tribute'. Mock sceglie come originale 'My Song' (dedicata a Gabriella) e come cover Never Let Go. Fra i partecipanti al progetto un nome su tutti: Ronald Martin detto Ron, da Eden, North Carolina. 
Sta nascendo la Piedmont Brothers Band.

Io, che mi aggrappo




IO, CHE MI AGGRAPPO
di carlozanzi

Io, che mi aggrappo
ad ogni corpo vivo
non ho più il tuo,
braccia vuote nell’aria

e la preghiera per te
canta stonata.
Come fiamma nel buio
ti invento ora per ora.

Io, sigillato
contro un corpo caldo
tremo nel freddo,
labbra di ghiaccio
sulla fronte di marmo.

Io, che non vivo
senza un corpo nudo
sono nudo di te,
presente e assente.


26 settembre 2015 

First Varese Lake Marathon


Domani, 27 settembre (e il meteo dovrebbe essere favorevole) si correrà la prima LAKE VARESE MARATHON, una maratona seriamente organizzata intorno al nostro lago. Fosse stato il 1999 non avrei avuto dubbi e sarei fra i partenti. Perché in quell'anno ho corso le mie uniche due maratone, a Piacenza (foto) e a Cesano Boscone. Poi nel 2000 una 'mezza' a Malta, e poi stop con la corsa di lunga durata. Ammiro e sono felice per la gioia che proveranno i partenti, ma ribadisco un concetto che ho già più volte scritto: la corsa dopo i 50 anni, una corsa lunga, è dannosa per la salute, e non tanto per il cuore, quanto per articolazioni e tendini. Chi ama la corsa può togliersi lo sfizio, una volta nella vita, di correre una maratona, che è una bella soddisfazione (al di là del tempo di arrivo), poi basta. Meglio la bici, meglio ancora alternare corsa, bici, nuoto, cammino veloce.... 

Mock Story - 81


2003-Continua la passione per la montagna di Marco. Nell'agosto del 2003 Marco, ancora guardiano al rifugio al Pian delle Creste, mi convince a passare un paio di giorni lassù. Ricordo ancora quel 20 agosto (foto in alto), alle 7.30 io e Mock eravamo già in cammino verso il Kalberhorn. Nel silenzio e nel primo sole lui mi raccontava delle sue nuove passioni, oltre alla musica: l'amore per il movimento, per la quiete, l'attenzione all'alimentazione. Nel tratto finale dell'ascesa, in cresta, io ero un po' timoroso ma lui andava come un camoscio. La sbilenca croce in legno non rende onore a quella vetta, prossima ai 3000 metri. La foto qui sopra mostra la tradizionale foto dei quattro fratelli Zanzi, con il patriarca Mario, che proprio da quel 2003 abbiamo preso l'abitudine di scattare, durante la cena di Santo Stefano nella vecchia casa di viale Belforte 10/M. Alle nostre spalle il poster con la foto della nostra famiglia, compresa mamma Ines, in Val Gardena nel 1978.

giovedì 24 settembre 2015

Luca carrrico

                                                                                               ph carlozanzi


Sogni di diventare un campione nel mondo del calcio, magari di giocare in prima squadra nel Varese. E' normale, sei un ragazzino. A tredici anni lo stop: niente certificato medico, ci sono problemi di salute. E lì la prima tegola in testa. E la seconda anni dopo, quando il ragazzo è uomo: dovrà avere sempre con sè l'ossigeno, il fiato non ce la fa. Luca Alfano ha una malattia talmente rara che i medici gettano la spugna: non sappiamo di che male soffri. Malattia neurodegenerativa, ossigeno, carrozzina e via i sogni di gloria. Qualche anno fa, ben oltre i trenta (oggi ne ha trentasei) Luca rompe il silenzio e la sua solitudine. Aiutato da una famiglia straordinaria scende in campo, si fa conoscere, continua il suo tifo sfrenato per il Varese calcio e scrive un libro (PIU' UNICO CHE RARO), presentato questo pomeriggio in biblioteca, a Varese. Fra il pubblico anche giocatori del Varese e l'attrice luinese Sarah Maestri, madrina del Varese, donna che ha sofferto e quindi ben conosce il soffrire di Luca, nominato ambasciatore del Varese calcio. Luca oggi ha parlato di ciò che è stato ma soprattutto degli altri traguardi da raggiungere, dopo aver incontrato Diego Armando Maradona. "Vorrei incontrare un altro argentino, Papa Francesco, vorrei scrivere un altro libro, vorrei che qualche medico prendesse a cuore la mia malattia, la studiasse, cercasse una cura." Luca è un duro (il suo urlo di battaglia è carrrico!), non molla, lotta, cerca spazi di felicità. E' un esempio.