giovedì 29 agosto 2019

Stefano l'è turnàa indrè

                                                                                          ph carlozanzi



Prima o poi si torna al luogo natìo, ed è allora che la tradizione dei nostri padri, il richiamo della nostra infanzia si impongono. Stefano Barlocci, classe 1967, varesino doc (sua mamma, Felicita Sottocasa, è stata anche regiùra della Famiglia Bosina) ha seguito questo percorso: prima il desiderio di novità, di scoperta, infine il ritorno al passato.
Incuriosito dalla sua storia salgo al colle di Biumo Superiore dove, nelle vicinanze di Villa Ponti, in via Castiglioni uno, lo incontro sulla soglia del suo locale, il ristorante bar ‘Time Out – L’è turnàa indrè’. Mi offre da bere e racconta: “Ho sempre avuto la passione per la cucina. Ho frequentato il Centro di Formazione Professionale a Varese e poi è iniziata la mia gavetta. Una delle prime tappe è stata al Ristorante Bologna, dove i signori Fernanda e Adelmo mi hanno insegnato i segreti della pasta fatta in casa. Dieci anni di esperienze in diversi locali della nostra provincia, del Canton Ticino, quindi la traversata dell’Oceano, verso il Brasile. Sono atterrato a Porto Seguro, ho lavorato in un Hotel, poi mi sono inventato imprenditore aprendo un pastificio, che mi ha permesso di mettere a frutto ciò che avevo appreso al ristorante Bologna, dai Lorenzini. Sono stati oltre dieci anni di grande impegno, alla scoperta di una nuova cultura, cibi compresi. Lì ho imparato soprattutto ad abbinare la frutta con i secondi piatti. Nel 2007, anche per stare vicino alla mia famiglia, sono rientrato in Italia, ho lavorato due anni a Londra poi ho sentito il bisogno di tornare alla tradizione culinaria varesina. E’ una tradizione unica al mondo, non bisogna perderla. Sentivo poi il bisogno di esprimermi professionalmente anche nella mia città, che amo. Stando lontano da qui ho sentito molto la nostalgia del Sacro Monte, ogni tanto quando ho bisogno di silenzio e di ricarica salgo lungo il viale delle cappelle. Si è presentata l’occasione e sette mesi fa ho aperto il mio nuovo locale, che segna il ritorno definitivo nella mia terra.”
Stefano Barlocci è il re della cucina, poi abbiamo un collaboratore di sala e uno al bar. Il ristorante è piccolo, due sale, poco meno di trenta posti. La ristrutturazione del locale, eseguita con semplicità e gusto, ha riportato alla luce il bel soffitto in legno e una parete della struttura originaria. ‘Time Out’ è aperto da lunedì a sabato la sera, la domenica a mezzogiorno.
Lo chef Barlocci a questo punto mi ha fatto venire l’acquolina in bocca. Quali i piatti tradizionali che proponete?
“Anzitutto vorrei spiegare la filosofia del mio locale: piatti semplici, realizzati con prodotti di qualità, per lo più a chilometro zero. Piatti tipici? I risotti, la cazzöra, le zuppe, i minestroni, le carni. Mi spiace di non poter dare maggiore spazio al pesce di lago: i prezzi sono proibitivi e bisogna rivolgersi al pesce del lago di Garda, persico, lavarello, luccioperca. Visti i miei trascorsi professionali, propongo anche qualche piatto brasiliano.”
Non resta che salire su uno dei colli varesini, quel da Biüüm da sùra, all’ombra del campanile di San Giorgio, e assaggiare. Come ogni imprenditore, Stefano Barlocci ha investito e rischiato, forte del suo entusiasmo e della sua esperienza pluriennale. Non possiamo che augurare a noi buon appetito, e a lui buona fortuna.

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