giovedì 5 ottobre 2023

Panzànigh bestiàj...


 

Molti autori dialettali hanno tradotto nel nostro bel dialetto testi di altri. Farò un solo esempio: Natale Gorini, che tradusse a suo tempo il Pinocchio di Carlo Collodi. Simile impresa ha condotto in porto Marco Danelli detto Mao, gaviratese classe 1945, tipografo per decenni, appassionato di dialetto scritto da una trentina d’anni. Dal 2016 fa parte del ‘Cenacolo dei poeti e dei prosatori dialettali varesini e varesotti’, distinguendosi per la sua verve ironica. Molti i volumi al suo attivo, compreso quest’ultimo. Titolo: ‘Panzànigh bestiàij…par rubà ‘n surìs’. Si tratta di un libero adattamento (con traduzione nel nostro dialetto) di racconti tratti da ‘Favole di animali’ (autori vari) e da ‘La preghiera della rana’ di Antony De Mello. Protagonisti, quindi, gli animali, che ben rappresentano vizi e virtù, pregi e difetti degli umani. Il libro è impreziosito dalla prefazione di Romano Oldrini, noto poeta gaviratese, e dalle postfazioni di Sergio Bianchi, Giuliano Mangano e Angelo Baroni. Scrive Oldrini: “…Non solo la lingua italiana, dopo averla sciacquata in Arno, è diventata tra le più musicali, ma anche il dialetto – e in questo caso il nostro dialetto – in tema di musicalità regge il confronto. A patto, è ovvio, che il musicista sappia fare il suo lavoro…”

E in fatto di musica Mao se ne intende, facendo parte del noto Coro Val Tinella.

Scrive Mangano nella postazione: “…Gli scritti di Danelli danno valore e rendono giustizia di un mondo e di un micro cosmo che sembrano sparire definitivamente: il dialetto da una parte, e le tradizioni dall’altra. E nelle tradizioni includo non solo abitudini e mestieri di una volta, bensì i racconti favolistici che da Esopo, a Fedro, a La Fontaine, per citare i più noti, hanno attraversato la cultura e la letteratura occidentale…”

Meo ci ha messo il suo mattone, che è di colore azzurrino.


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