giovedì 4 settembre 2025

'Lettere a Robespierre' di Raimondo Fassa

 





Raimondo Fassa, già ‘borgomastro’ di Varese negli anni Novanta, Parlamentare europeo, docente dentro e fuori l’Italia, intellettuale colto, affabulatore nato, si è distinto anche ieri sera, giovedì 4 settembre, chiamato da VareseNews a presentare il suo ultimo libro, ‘Lettere a Robespierre’. Sottotitolo: Giacomo Casanova all’ombra della Rivoluzione francese. Ha fatto gli onori di casa Marco Giovannelli, mentre ha intervistato l’autore Ferdinando Giaquinto.

Di che parla il libro? Ecco una sintesi, un copia e incolla da internet: 

Che cosa accade quando un libertino in esilio, affezionato all’ancien régime come Casanova, decide di scrivere al più intransigente dei rivoluzionari come Robespierre, ormai scomparso, ma ancora vivo come spettro del secolo? In queste dodici lettere immaginarie, un uomo disilluso ma lucido - ironico, sensuale, filosofo dell'esperienza - si rivolge all’Incorruttibile, interrogando il suo ideale di purezza, la sua sete di giustizia, e le ombre che la ghigliottina ha lasciato dietro di sé.
Ne nasce un dialogo impossibile tra due visioni del mondo: l’una radicata nel piacere, nell’individualità e nell’arte di vivere; l’altra dominata dall’Idea, dal dovere e dalla fede assoluta nella Storia. Ma a scrivere è l’uomo che ha attraversato l’Europa del Settecento prima che questa crollasse, figlio di attori, amante del teatro, testimone di un’epoca che si spegne.
Un romanzo epistolare, filosofico e drammatico, che mette in scena il confronto tra l’io e il secolo, la maschera e il volto, l’ideologia e la verità.

Il personaggio di Giacomo Casanova deve interessare molto a Fassa. Pur non diventando un ‘casanovista’, legge tutto ciò che c’è da leggere su di lui, compresa la Histoire de ma vie (Storia della mia vita). E così immagina. Siamo negli ultimi anni della vita del celebre seduttore (1725-1798). Scappato da Venezia, senza soldi, Casanova trova accoglienza come bibliotecario dal Conte di Walastein a Dux, in Boemia. Anziano, acciaccato, mal visto dalla servitù, non ha altra via di fuga che il ricordo. Scrive la storia della sua vita, la sua opera più importante. Qui inizia la non certezza storica. Si narra infatti che interruppe la stesura del memoriale per scrivere una lettera di 120 pagine a Robespierre, uno dei padri della Rivoluzione francese. Non esiste copia di tale scritto, né abbiamo la risposta dell’Incorruttibile, anche perché ghigliottinato nel 1794. Che fa Raimondo Fassa? Si mette nei panni di Casanova e scrive 12 lettere indirizzate a Robespierre, lettere che verranno consegnate ad un sacerdote e da lui al Conte di Walastein.

Per chi ama la filosofia di vita di Casanova (“non bello ma alto quasi due metri”), per chi non crede più di tanto nella purezza della Rivoluzione francese e delle rivoluzioni in genere (“che spesso hanno come esito una dittatura”), per chi ha avuto modo di conoscere l’ex sindaco della Città Giardino e apprezza la sua scrittura, la sua carica vitale e il suo coinvolgente sorriso, bene, un nuovo libro è servito.

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