mercoledì 18 marzo 2020

Noia

                                                                                              ph carlozanzi


Ho scattato questa foto esattamente un anno fa. Sono al Passo Gardena verso le 9 del mattino, pronto a partire per il Sellaronda sugli sci. Davanti a me il Sassolungo e lo Sciliar in lontananza. Un anno dopo altro che neve della Val Gardena: il Coronavirus bastardo è venuto a minacciarmi. A chiudermi in casa. Come altri (non dico tutti ma qualcuno sì), nonostante mi dia da fare, riesco ad avere anche attimi di noia. Tale stato d'animo è dannoso, irritante, opprimente, insensato e vuoto non solo perché non ci si sente utili, si avverte il tempo che scorre, si prova un malessere diffuso (non siamo fatti per la noia), ma soprattutto perché (non a caso si parla di noia mortale) fa affiorare il pensiero della morte. La vita non è che il tentativo continuo di dimenticare la morte, è la riaffermazione (non a parole ma nel vissuto interiore, profondo) del nostro crederci immortali. Nessuno può pensare (seriamente) alla morte, alla propria morte, senza impallidire e immediatamente scacciare tale immagine, assolutamente insopportabile. 

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