venerdì 22 novembre 2024

Auguri, Caterina

 


Felice compleanno a mia figlia Caterina.

Dignità


 

Quando ho scritto questo racconto brevissimo, recentemente pubblicato da VareseNews, non pensavo certo che mio padre potesse morire dopo pochi giorni. Oggi mi sento di dire che mio papà Mario ha vissuto con dignità, ed è morto con dignità.


DIGNITA’

“Dammi qualche consiglio, qualche dritta. La morte s’avvicina e non sono preparato. Sei un amico.”

L’altro sorrise ma non disse nulla.

Lui scacciò una mosca dal braccio, pensò allo sterco che quell’insetto aveva calpestato ma dal pensiero disturbante tornò alla sua reale preoccupazione. “Mi pare un compito impossibile per me, una montagna altissima, una parete di ghiaccio, un’impresa che non riesco neppure a immaginare…dico della morte…ma mi ascolti?”

L’altro disse sì con il capo, sorrise di nuovo ma non fece altro. Restò in attesa che lui continuasse.

“Sei il mio amico più fidato. L’unico che mi è rimasto. Dimmi qualcosa.”

L’altro si accarezzò il naso, si grattò la fronte: “Lo sai che soffro d’insonnia?”

“Lo so.”

“L’altra notte, dopo due ore di veglia, saranno state le tre, stavo per svegliare Giovanna, che si prendesse una parte della mia pena, che mi aiutasse, che condividesse. No, dovevo farcela. Ho cominciato a ripetere: dignità, dignità, dignità…”

“Dignità?”

“Sì, dignità. Lei aveva tutto il diritto di dormire. Dovevo cavarmela da solo. Non è dignitoso chiedere agli altri di fare la tua parte. Anche la morte è una questione di dignità…e comunque nessuno può sentirsi capace di affrontarla.”

“Quindi?”

“Accontentati di stringere una mano, quando verrà quell’ora tremenda. Spera di non essere solo. Sogna un paradiso qualsiasi.”

“Mi stai dando un contentino?”

“Ti sto dando il massimo in mio potere.”

“Vorrei non dover morire mai.”

“Anch’io.”

“Mi abbracci?”

Sorrise con mezzo abbraccio già pronto.

Giuseppe entrò nel bar. Vide i due uomini abbracciati. Pensò fossero amanti ma i pensieri si sommano, sgomitano, rettificano: ‘No, così in pubblico…gay no, forse non si vedevano da tanto tempo, oppure una buona notizia o una cattiva o semplicemente un saluto affettuoso, un arrivederci...’ Ordinò un caffè. Seguì i due che si avvicinavano all’uscita. Sentì uno dire all’altro: “Goditi la vita.”

 

 

 

La foto col patriarca


La chiamavamo la foto col patriarca. Tutti gli anni, durante la cena nel periodo natalizio nella nostra casa di viale Belforte. Sempre la stessa posizione, sotto la foto che ci vedeva tutti insieme, anche con mamma Ines, nell'estate del 1978 in val Gardena. Questa dovrebbe essere del Natale 2003. Ne abbiamo molte.

Si può salutare papà Mario in sala del commiato di via Mulini Grassi 10 a Sant'Ambrogio sino alle 9.30 di domani, sabato 23 novembre. Poi si scenderà per il funerale. 10.30 Rosario, 11 il funerale nella chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore. 
 

giovedì 21 novembre 2024

La prima neve


 

La prima neve della stagione porta luce dentro questa mia nera sera di tristezza.

Scivola più facilmente la preghiera. 

Papà Mario nella Casa del Commiato


 

Io e miei fratelli stiamo ricevendo molti attestati di vicinanza e di stima verso papà Mario. La cosa non mi sorprende. Sapeva farsi voler bene. Era spesso sorridente e ottimista. Non pochi varesini d'antan lo ricordano in bici anche dopo i 90 anni. Pedalava non per sport, ma per comodità e per non inquinare la sua amata Varese. 

Ora nostra padre si trova presso la Casa del Commiato, alle onoranze funebri Sant'Ambrogio di via Mulini Grassi 10, a Varese. Orario continuato: 8-18.30. 

mercoledì 20 novembre 2024

I funerali di papà Mario


 

Mio papà Mario ha avuto una lunga vita, ma un figlio non è mai pronto al distacco. Questa foto è del 2006, festa per gli ottant'anni di mio papà. Era, per lui, un momento felice. Mio papà ha avuto un solo hobby: la famiglia. Lavoro, moglie e figli. Eravamo il suo vanto. Non perdeva occasione (lui, gran chiacchierone) per parlare di noi. 

I funerali di papà Mario saranno sabato 23 novembre, ore 11, chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore.  

Ciao, papà Mario


 

Il vento gelido di questo mercoledì di novembre mi ha portato la notizia della morte di papà Mario.

L'ho visto ieri pomeriggio. Dormiva. Ogni tanto apriva gli occhi, occhi tristi e stanchi. Li richiudeva. Oggi credo fosse il suo ultimo saluto. L'infermiere mi aveva tranquillizzato, stava migliorando rispetto a sabato. Ma la morte fa quello che vuole.

Ora ho solo voglia di pregare. 

martedì 19 novembre 2024

Alba gialla


 

Come mai le albe a volte sono gialle, altre volte rosse? Stamani, ad esempio, abbiamo un'alba gialla. Certo dipenderà dalla particolare inclinazione dei raggi. Mi informerò. 

lunedì 18 novembre 2024

Tramonto


 

Questo è il tempo dei tramonti. Amiamo i tramonti per i colori, ma di per sè il tramonto è il prologo del buio, della notte. A meno di essere foscoliani, la fatal quiete (e la sera sarebbe la sua immagine) non è il massimo. Sarebbe un po' la fine di tutto. Anche chi crede nella resurrezione non è che accolga la morte con grande entusiasmo. Anche chi si affida al piacere di essere ricordato, preferisce gustare il sapore della vita, benché non sempre tale nostro pellegrinaggio sia il massimo del godimento. 

domenica 17 novembre 2024

Auguri, Carlo


Felice compleanno al mio amico e collega Carlo Pirani, fra i migliori master del tennis italiano, al quale Sinner farebbe bene a rivolgersi, perché i consigli di Carlo valgono oro!  

 

A chi


 

A chi mi vuol bene auguro una serata favolosa.

A chi non mi vuol bene auguro una serata favolosa. 

Bonaccorsi fa 'na cosa bona


 

Gigi Riva diceva che quando si vince 4 o 5 a 0 i gol hanno un valore aggiunto minore, ma se si vince 1 a 0 allora quel gol pesa. Sicché il gol di Samuele Bonaccorsi, segnato oggi sul prato sintetico di Lavagna, Città di Varese contro Lavagnese, al 40° del primo tempo, pesa una tonnellata. I biancorossi vincono 1 a 0 e non perdono di vista la capolista Brà. perché per salire dalla serie D al mondo del professionismo da serie C bisogna vincere il girone: vale solo il primo posto. Molto bene allora, bravo Samuele, che alla fine lascia il terreno di gioco coi crampi, sfinito e vincente, come tutti i suoi compagni. 

Forza Città di Varese!

La ricchezza del Calandàri


 


Ecco la ricchezza del Calandàri dra Famiglia Bosina par ur 2025, cioè i collaboratori, coloro che scrivono regalando la loro competenza ai varesini.

Presentazione domenica 15 dicembre, ore 10.30, sede ANCE di via Cavour 32, a Varese.

sabato 16 novembre 2024

Alex non basta


 

La palla gira, il ferro a volte tradisce, una sera va bene e un'altra un po' meno, e così la stupenda vittoria di una settimana fa della OJM Varese contro Bologna (risolta con il favore degli ultimi due minuti) ieri sera, a Scafati, l'esito è stato opposto. La frittata si è girata, cioè dopo una partita sostanzialmente in parità (Varese avanti nei primi tre quarti, 25-27, 49-50, 68-71) negli ultimi sei minuti la OJM spreca tutto, il vento gira, loro segnano e noi no, e così finisce 94-85. Già si è smarrito l'effetto Bologna, e gli acciacchi di Varese sono tornati ad indolenzire la squadra. Poche idee in attacco, utilizzo sostanzialmente dei tiri da tre, qualche rimbalzo in più grazie all'innesto di Alex Tyus (foto)...e quando le percentuali delle bombe si abbassano, è la fine. E' vero, Hands alla fine ha sommato 23 punti, ma con 8 su 21; Alviti 15 punti, ma 5 su 15...e anche capitan Librizzi non ha ritrovata la mano magica di domenica scorsa. Peccato. Teniamo conto che alla fine Scafati ha sommato 9 punti in più di noi che potranno essere preziosi in caso di lotta per non 'morire' in serie A2, visto che con buona probabilità la Givova Scafati sarà fra le formazioni che, con noi, lotterà per non retrocedere. Ora 15 giorni di pausa e poi si ricomincia da Masnago. 

Forza Varese! 

Auguri a Gabriella e Fausta


 



Felice compleanno alle mie amiche Gabriella e Fausta.

Gavirate accogliente


Come è noto agli amanti della Regina delle Prealpi, Carmine Pirrella (primo a sinistra) è l'anima dell'Atletica Gavirate. Stamani, sabato 16 novembre, grazie alla sua accoglienza, io, mia figlia Valentina e suo marito Umberto abbiamo potuto accedere alla pista in tartan dell'impianto sulle rive del lago di Varese, per un test sui 10.000, supervisionato dal prof. Beppe Balsamo, tecnico di atletica. Un'oretta di sano sport, l'incontro con due amici, foto di rito.

 

venerdì 15 novembre 2024

E' ancora e sempre staffetta Andolfatto


 






Era il mese di ottobre del 1998: ad Arcisate, sull’anello di 200 metri della pista di atletica, nasceva la staffetta 12x1000 ‘Memorial Luigi Andolfatto’. Tanto è cambiato in questi 26 anni, ma l’entusiasmante staffetta di corsa, riservata agli alunni delle medie inferiori, è una certezza annuale, e infatti stamani, venerdì 15 novembre, ecco l’Andolfatto, non più sul pistino di atletica in tartan ma, vista l’abbondanza di scuole presenti, sui prati della Lagozza, già teatro di affascinanti corse campestri Fidal. E se si dice Andolfatto si dice prof. Silvano Danzi, perché fu lui, nel 1998, a ideare e organizzare la manifestazione sportiva, e sempre lui l’ha portata avanti in tutti questi anni. Ma da soli si fa poco, e infatti il prof. Danzi ha sempre trovato validi aiuti nei colleghi, nella società di atletica di Arcisate, nello Sci Nordico eccetera eccettera, e se ci aggiungiamo l’ingrediente più importante, cioè l’entusiasmo delle giovani leve, la staffetta è fatta. Inoltre stamani il clima era perfetto, freddo al mattino presto ma per l’ora della gara, le 10.30, il sole era una dolce carezza, che ha baciato i ragazzi, indorato i colori dell’autunno e regalato un terreno in ottime condizioni. Capelli al vento, voglia di primeggiare, fatica e soddisfazione, qualche inevitabile pianto, delusioni ed esaltazioni, sogni infranti e sogni appagati, perché questa è la vita, questo è lo sport. L’importante è mettersi in pista, e stamani alla Lagozza tanti ragazzi hanno schiacciato l’erba, oltre trenta formazioni, scuole da tutta la provincia. Tralasciamo per una volta classifiche e premi, bravi tutti, anche se (mi si conceda un po’ di nostalgia) una foto di gruppo la dedico alla ‘mia’ scuola, la media Vidoletti, sempre presente, stamani addirittura con due formazioni, cioè 24 alunni. Dirò infine, per i pochi che non conosco l’Andolfatto, come si svolge la gara: partono le prime, una femmina di prima, un giro di circa 1000 metri, poi passaggio del testimone alla seconda ragazza, poi un maschio di prima, un altro maschio e poi le seconde e infine le terze, 12 alunni per ogni squadra, 6 maschi e 6 femmine, chi arriva primo vince. Tutto qui. La corsa è gesto naturale, per i ragazzi addirittura spontaneo, istintivo, certamente benefico.

W l’Andolfatto. E per il 2025? Il prof. Silvano Danzi, al termine di una brillante carriera, raggiungerà il traguardo della meritata pensione. Lui non si sbilancia, ma un autunno senza Andolfatto sarebbe un po’ meno autunno.


giovedì 14 novembre 2024

La Famiglia Bosina in festa


 



Non può finire l’anno senza la tradizionale Festa degli Auguri della Famiglia Bosina, che è in programma venerdì 6 dicembre. I soci e i simpatizzanti si scambieranno gli auguri natalizi, e verrà presentato il Calandari dra Famiglia Bosina par ur 2025. La cena si terrà alla Locanda Cà dei Santi, via Molini Trotti 7 (vicino alla Lindt), Varese. Ritrovo ore 20. Prenotarsi entro il 1 dicembre presso Libreria Canesi di via Walder 39, Varese tel 0332.287047   Cristina Iotti 328.7656189   segreteria@famigliabosina.it  costo 45 euro.

La Famiglia, con il suo regiù Luca Broggini (foto), intende sottolineare due date. Il prossimo anno, 2025, segnerà i 70 anni del sodalizio, nato nel 1955, e sarà quindi un anno di riflessione sul futuro di questa realtà associativa. Ma la seconda data è già una festa, cioè la festa per il numero 70 del Calandàri. Per dare spazio all’evento, oltre alla tradizionale presentazione del 6 dicembre, si aggiunge un momento ad hoc, in calendario domenica 15 dicembre, ore 10.30, presso la sede dell’ANCE in via Cavour 32, a Varese.

Sfogliando il primo numero, il Calandari do ra Famiglia Bosina par or 1956 (foto), si nota anzitutto l’introduzione, firmata dal Resgioo Ermenegildo Trolli, proprietario del Calzaturificio di Varese: ‘La FAMIGLIA BOSINA ha voluto iniziare il suo primo anno di vita colla pubblicazione di questo Almanacco…Per quanto riguarda questo primo saggio di attività, rivolgo un grazie sincero alla penna dell’Avv. Giulio Moroni, all’arte del prof. Giuseppe Talamoni ed alla regia di Umberto Bagaini: uniti nella collaborazione hanno reso possibile questa nostra realizzazione. Se nel suo complesso questo Almanacco risulterà modesto, prego gli amici di essere indulgenti: i primi passi sono sempre i più difficili ed il tempo a nostra disposizione era brevissimo…Molti sono i programmi allo studio che si possono compendiare nella frase: Valorizzare il passato della nostra Varese e tenere bene gli occhi aperti sul futuro…’

Ed eccolo il primo numero del Calandàri, in copertina il focolare, il camino, disegno di Giuseppe Talamoni. Quindi una sessantina di pagine, con lo schema che verrà mantenuto nei decenni: il calendario dell’anno a venire, la pubblicità (quella della Tessilomnia a colori), gli articoli, foto in bianco e nero, l’elenco dei soci fondatori della Famiglia Bosina, ben 210, con alcuni nomi che davvero sono parte della storia della nostra città.

Da allora questo annuario non ha perso un anno, puntuale nelle librerie dalla metà di dicembre. Le pagine da 60 hanno superato le trecento, una quarantina i collaboratori, firme autorevoli, giornalisti, storici, narratori, poeti, fotografi, cittadini che amano scrivere ma soprattutto amano Varese, il suo territorio, la sua storia, il suo futuro. La copertina di questo prezioso numero 70 mostra le 69 copertine che hanno anticipato quest’ultima (foto). 

Cos’è il Calandàri è detto chiaramente nel risvolto di copertina: ‘…Non è un libro solo in dialetto, non è un libro solo rivolto al passato, non è un libro di nostalgici, non è un libro per vecchi. E’ il libro varesino con più storia: esce infatti ininterrottamente, ogni anno, dal 1956…Di cosa parla? Di Varese città, di Varese provincia, del nostro territorio prealpino, Canton Ticino compreso, letti nel passato, ma anche nel presente e nel futuro…”

La Famiglia Bosina ricorda infine che c’è tempo sino al 14 dicembre per partecipare al Concorso Poeta Bosino, riservato a poeti che ancora amano scrivere nel nostro bel dialetto. Il bando si trova, insieme ad ogni altra notizia, sul sito della Famiglia: www.famigliabosina.it

 


mercoledì 13 novembre 2024

E' una ruota che gira


 

La vita è una ruota che gira, ciò che hai fatto tu poi lo fanno altri, e ciò che altri hanno fatto prima di te, poi toccherà a te. Mi piace veder crescere i miei ex alunni. Ieri ho incontrato al supermercato due miei ex alunni: si sono sposati e ora attendono un bimbo, anzi, due gemelli, un maschio e una femmina. Nei loro occhi la gioia e l'attesa. Stamani apro Varese News e mi ritrovo Beatrice, una biondina dal carattere tosto, ottima sportiva, sapevo che giocava a calcio. Ora la ritrovo autista dei bus delle Autolinee Varesine, la più giovane autista dell'azienda e la prima donna a guidare bus della linea extraurbana. Nel suo caso la vita è molte ruote che girano, almeno quattro se non sei quelle dei bus in questione. Non salgo mai sui pullman quindi Beatrice la saluto da qui. Già ho incontrato Alessio, ex alunno che guida regolarmente i bus in salita e discesa al Campo dei Fiori. Ora anche Beatrice.  

lunedì 11 novembre 2024

Ciao, Giori


 Apprendo ora che è morto Giori Ferrazzi. Ci siamo conosciuti agli inizi degli anni Ottanta, insegnavamo insieme alla scuola media 'Bossi' di Arcisate. Insegnava religione ma si capiva subito che la sua vitalità lo avrebbe condotto altrove. Mai pago, mai soddisfatto, sempre alla ricerca. Ero uno sportivo (giocatore di rugby), tanto 'voluminoso' quanto generoso. Si sposò in quegli anni con Maddalena (spero di ricordare bene il nome), rinunciarono ai regali di nozze per contribuire alla costruzione della nuova chiesa alla parrocchia Kolbe di viale Aguggiari. Portò gli scout d'Europa a Varese. Partì poi per l'America Latina e lì è rimasto sino alla morte prematura, girando varie nazioni, progettando, realizzando: docente universitario, ristoratore eccetera eccetera. Molti anni fa, durante un ritorno in Italia, lo intervistai per il settimanale Luce. Non ricordo cosa mi raccontò, dovrei ricercare il pezzo. Ma ricordo certamente il suo entusiasmo e il suo sorriso, la sua fede in Dio, il suo slancio vitale.

Ciao, Giori.    

domenica 10 novembre 2024

Dori: "Il mio Fabrizio ha sempre 58 anni"


 



"Cosa ricordo di Fabrizio?" chiede Dori Ghezzi, rispondendo alla domanda del giornalista Vittorio Colombo. "C'è una sola cosa positiva nella sua morte prematura: che per me Fabrizio ha sempre 58 anni." Questa una delle tante risposte che ieri, domenica 10 novembre, in una bella serata in sala Napoleonica (strapiena) alle Ville Ponti di Varese, la cantante Dori Ghezzi ha regalato ai fan di Fabrizio De Andrè. Forse qualcuno si è seduto sulle eleganti poltroncine perché amante delle canzoni del duo Wess-DoriGhezzi, ma ho ragione di credere che la stragrande maggioranza fosse lì, a rincorrere le note e le suggestioni del mito di Faber, morto 25 anni fa, ancora presentissimo. Certo, non erano presenti i giovanissimi, ma qualche giovane sì e soprattutto i cinquanta, sessanta, settantenni che sono cresciuti cantando (e i più stonati solo ascoltando) le indimenticabili canzoni del cantautore genovese. A partire da quella 'Canzone di Marinella', che diede il la alla sua carriera, grazie all'interpretazione televisiva di Mina. La qual cosa lui, Fabrizio, non gradì, tanto da rispondere alla domanda: 'Lo sa che lei deve molto alla Canzone di Marinella?' E lui: 'Purtroppo sì.' Gli stava stretta, forse non l'amava così tanto (quella storia cantata presa dalla cronaca, una sedicenne prostituta che finisce nel Tànaro o nella Bormida), o forse gli scocciava ammettere che senza quell'interpretazione di altri forse Fabrizio non sarebbe decollato mai. Comunque decollò, e alla grande. Gran bella serata ieri alle Ville Ponti, con il Festival del racconto-Premio Chiara 2024 che omaggia Faber con il premio (alla memoria), 'Le parole della musica', già ricevuto anni fa da Guccini, De Gregori, Nannini, Ligabue, Vecchioni, Paoli, Conte eccetera. 
Per chi era assente c'è sempre la possibilità di rimediare acquistando il libro (foto) che, guarda caso, inizia con lui, cioè De Andrè, poi arriva l'io, cioè Dori...infine il noi, una bella coppia, costretta a vivere anche il dramma di un sequestro, in quella Sardegna che avevano adottato come seconda patria.
Io sono fra coloro che, negli anni Settanta, imbracciava la chitarra, suonava e cantava, no, la Canzone di Marinella no, non mi piaceva, ma La guerra di Piero, La Ballata dell'eroe, Geordie, Amore che vieni amore che vai, La canzone dell'amore perduto, il Chimico, la mia amata Via del Campo eccetera eccetera eccetera. 

Davide Libro contro Golia Belinelli: 104-95


 





Una partita che vale non solo il prezzo del biglietto, ma dell'intero abbonamento: sto parlando di OJM Varese-Virtus Segafredo Bologna, partita di basket che si è disputata stasera, domenica 10 novembre a Varese. Dopo l'ennesima figuraccia, domenica scorsa, il coach dei biancorossi aveva esclamato: "Vergogna!!!" E stasera la vergogna è stata cancellata, vendicata, annichilita da una partita incredibile. Varese, come da pronostico, è gracile, incerottata ed incompleta al cospetto di Bologna, più forte in ogni reparto, che dall'alto dei vertici della classifica guarda con baldanza nelle retrovie, dove Varese arranca con solo due punticini. E infatti Varese è subito sotto: 3-11. C'è chi dice: 'Se perdiamo di 20 è già buona!' E invece no. Armiamo l'arma dei tiri da 3 punti e Johnson ha la mira infallibile: 3 bombe di fila, più una di Alviti, il play Matteo Librizzi (promosso capitano pur sommando solo 22 anni) arringa il pubblico (assai numeroso) e così si va al primo intervallo 24-22. La OJM prende coraggio, la Virtus perde sicurezza. E via con l'arma del tiro da fuori, essenziale perché l'area nemica è presidiata da giganti: due triple di Hands e una di Brown che (?) giocherà assai poco. Problemi? Non ha gradito alcune scelte del coach? Schiaccia Johnson ed è ovazione. Si va al riposo lungo 51 a 44. Bè, almeno metà partita abbiamo retto, anzi, siamo persino avanti. Si riparte e comincia il Librizzi time. Mi scuseranno gli altri giocatori, ma ora do spazio soprattutto a lui (foto), e con lui al bolognese Belinelli: da qui il titolo. Libro è un condottiero sicuro, mai dono, arringatore di folla ma (ed è quel che più conta) segna, fa assist, porta palla senza perderla o fare scelte affrettate. Fra i varesini sono altri che denotano bizze e mani saponetta, così Bologna recupera (grazie soprattutto a Belinelli) e si va all'ultimo riposo 76-74. Varese riparte male, l'impressione è di una squadra che meritoriamente ha dato tutto ma non ha la benzina per un altro quarto, mentre i felsinei hanno la panchina lunga e la partita in mano. Infatti eccoli avanti 77-81. 'E' finita!' pensano i più. E' finita per Varese. Bravi lo stesso, avete dato l'anima e la sconfitta è onorevole. E invece no. I rossovestiti ci credono, e su tutti il capitano, che parte alla carica: tripla, altra tripla, tripla di Hands. Quando mancano 3' siamo 88-88. Altra bomba di Davide Libro (91-88) e il pubblico regala un'ovazione festante a Matteo. Ma Belinelli non ci sta, 3 punti anche per lui (91-91) Finalmente Alviti c'azzecca, dopo numerosi ferri (94-91) e mancano 90". A questo punto, nel momento cruciale, Bologna sbaglia, Varese no: 2 punti di Hands, schiacciata terremotante di Kao, freddezza glaciale di Libro nei liberi ed è fatta: 104-95. Per Capitan Matteo (udite udite) 40 di valutazione, 28 punti, 71% da 3, 88% nei liberi, 9 assist. Golia Belinelli si ferma ad un modesto 22 di valutazione, 23 punti e un gran mal di testa, dato dalla pietra scagliata da Davide Libro. Naturalmente la partita non la vince un uomo solo, quindi onore al merito anche agli altri, con qualche attimo in campo anche per Assui. Bravo anche coach Mandole (foto). Ma stasera il Mannion di turno, il Pozzecco di turno, l'Avramovic di turno si chiama Matteo Librizzi detto Libroo!!!!
Forza Varese! 

Le tre C del Mantegazza

                                                                                        foto da google immagini
 

Correvo stamani nella foschia nebbiosa della pianura padana. Cosa può esserci di interessante in tale pratica? Nel freddo, nell'umido, con i campi poveri di novità, solo gli scarti dei raccolti, qualche verdura per le bestie, un trattore che ferisce la terra dura, acqua ferma nei canali, visuale ridotta...ecco sì, le simmetrie dei pioppi, una bella visione, ma per il resto? Mi sono venute alla mente le tre C del Mantegazza (leggere 'La spartizione' di Piero Chiara). Dunque: carezze, caldo, comodo. Per me niente carezze, a meno di considerare carezze quelle gelide della nebbia. Caldo e comodo invece sì. Perché, adeguatamente coperto, il mio corpo lentamente si scaldava sino a regalarmi una piacevole temperatura, quindi la comodità dell'esistere in quello stato, corsetta a ritmo di fatica riposante.

"Un genio quel Mantegazza" direbbe Emerenziano Paronzini. 

venerdì 8 novembre 2024

Narciso stagionato

                                                                                              Michelangelo Merisi da Caravaggio - Narciso
 

A volte mi chiedo: 'Questo mio voler apparire sui social, alla caccia di like, alla ricerca della pubblica approvazione di una mia immagine o di una mia attività, non è adolescenziale? Non è poco sana?' Perché se è vero che nel mio blog do spazio anche agli altri, a vicende che non mi riguardano direttamente, è altresì vero che non lesino nel proporre cose di me. Ebbene sì, a volte credo di non essere adeguato ai miei 68 anni, che richiederebbero equilibrio, nascondimento, saggezza e distacco dalle cose. Però vorrei salvare un positivo di questa mia adolescenza prolungata. Gli adolescenti vanno per alti e bassi, un momento in cielo, un altro sottoterra. Vorrei parlare del cielo, cioè di quel vento di passione, di quella propensione ad un cuore accelerato e gioioso che fa piacere sentire di tanto in tanto anche alla mia età, più incline al grigiore nostalgico, alla depressione, alla disillusione.   

Gli amici sul divano


 

Rilassante cena ieri sera con gli amici Paolo, Gigetto, Gianni, Marco, Enrico, Dino e Gigi. 

giovedì 7 novembre 2024

Dori e Fabrizio


 

Gli amanti di Fabrizio De Andrè non si lasceranno certo sfuggire l'occasione, data dal Festival del racconto-Premio Chiara 2024. Domenica 10 novembre, ore 17.30, Sala Napoleonica alle Ville Ponti di Varese, Faber tornerà d'attualità grazie alla moglie Dori Ghezzi. Intervistata dal giornalista Vittorio Colombo, la cantante ripercorrerà i suoi anni con Fabrizio: intensi, creativi, segnati anche dalla drammatica esperienza del sequestro in Sardegna. 

Si tratta quindi di uno speciale omaggio per il 25° anno dalla scomparsa di De Andrè, uno dei maggiori esponenti del cantautorato italiano. Evento con proiezioni. Ingresso libero.  

Furto sacrilego


 

'Sacrilegio!' esclamerebbe Giovanni (del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo), e in effetti il furto alla sede degli alpini di Varese si avvicina al sacrilegio, sebbene il sacro non c'entri. Perché rubare agli alpini è come sparare sulla Croce Rossa. Ogni furto è deprecabile e vigliacco, ma rubare i soldi (e rovinare la struttura) che sono stati raccolti a fin di bene, è proprio una carognata. Roba da sciacalli. Gente da mettere al muro, senza nemmeno il piacere dell'ultima sigaretta. Gli alpini, da par loro, reagiscono e si mettono subito all'opera per riparare il danno. Ma chiedono aiuto ai varesini. Quindi domenica 17 novembre, acquistando con asporto polenta salsiccia e funghi, si può porre rimedio alla malefatta. La polenta si ritira in sede (via degli alpini) a Varese, ma occorre prenotare prima, entro il 14 novembre, 15 euro, via mail (info@gruppoalpinivarese.it) o wa (331.6014141).  

mercoledì 6 novembre 2024

Luca Crovi e la velocità della tartaruga


 

Ricordo Luca Crovi bambino. Sua nonna abitava vicino a casa mia, e la famiglia Crovi arrivava, davanti il padre Raffaele, editore e scrittore di fama. Luca ha seguito le orme del padre, oggi lavoro nel 'profumato' e affascinante mondo dei libri, ed eccolo invitato dal Festival del racconto-Premio Chiara a presentare il suo ultimo libro, 'La velocità della tartaruga' (Rizzoli). Chi vuole conoscere Luca e la sua scrittura si presenti oggi, giovedì 7 novembre, ore 20.45, sala Ambrosoli di piazza Libertà 1, a Varese. Interverranno Enzo R. Laforgia (assessore alla cultura del nostro Comune), Giuseppe Macchi (giornalista) e Alessio Rovera (pilota).  

Anna, barista superstar


 

Stamani mi giunge una nuova testimonianza fotografica di Anna Possi, barista centenaria di Nebbiuno, grazie ai miei amici Elena e Gianni, soliti passare da quelle parti del Vergante.  

Anna Possi, barista centenaria


Il prossimo 16 novembre la signora Anna Possi, originaria di Vezzo (Stresa) ma dagli anni Quaranta del secolo scorso residente a Nebbiuno, nel Vergante, compirà 100 anni. La notizia c'è, non tutti arrivano al secolo di vita, ma io dirò di più, molto di più. Anzi, lascio la parola al mio amico Enrico Piazza che mi ha fornito la notizia e la foto, che lo ritrae con la summenzionata centenaria. 

"Ho conosciuto la signora Anna durante le mie frequenti scorribande sulla ferrata detta La Miccia" racconta Piazza. "E' mia abitudine fermarmi in questo bar di Nibbiuno a bere il caffè. Ebbene, i tuoi lettori non ci crederanno ma Anna, a cent'anni, gestisce da sola il bar, dalle 7 del mattino alle 20 di sera. E' lucidissima, velocissima, trova anche il tempo, fra un avventore e l'altro, di sferruzzare a maglia e di giocare in borsa con il PC. Ora, da pochi giorni, hanno collocato un cartello ad indicare la particolarità di questo bar. Inoltre la voce si è sparsa e spesso ci sono giornalisti. Ad esempio questa foto è stata scattata da una giornalista di Repubblica." 

E allora, sebbene in anticipo, porgo i più sentiti auguri alla barista più longeva d'Italia...ma forse, a questo punto, anche del mondo! 
 

Sara e Francesca sul Cammino inglese





 

Complimenti a Sara e Francesca, che hanno portato a compimento il Cammino inglese, che porta a Santiago di Compostela. La mia amica Sara, alpinista, non era avvezza a questo genere di cammino per lo più pianeggiante  e senza neve, ma invogliata dall'esperta Francesca si è lasciata condurre lungo i molti km che, in quattro giorni, hanno permesso loro di raggiungere la meta. Le due camminatrici hanno scelto la versione più impegnativa, i 112 km con partenza da Ferrol: in soli 4 giorni! Paesaggi stupendi ed esperienza indimenticabile.