Quando ho scritto questo racconto brevissimo, recentemente pubblicato da VareseNews, non pensavo certo che mio padre potesse morire dopo pochi giorni. Oggi mi sento di dire che mio papà Mario ha vissuto con dignità, ed è morto con dignità.
DIGNITA’
“Dammi qualche consiglio, qualche dritta. La morte s’avvicina e non sono preparato. Sei un amico.”
L’altro
sorrise ma non disse nulla.
Lui
scacciò una mosca dal braccio, pensò allo sterco che quell’insetto aveva
calpestato ma dal pensiero disturbante tornò alla sua reale preoccupazione. “Mi
pare un compito impossibile per me, una montagna altissima, una parete di
ghiaccio, un’impresa che non riesco neppure a immaginare…dico della morte…ma mi
ascolti?”
L’altro
disse sì con il capo, sorrise di nuovo ma non fece altro. Restò in attesa che
lui continuasse.
“Sei
il mio amico più fidato. L’unico che mi è rimasto. Dimmi qualcosa.”
L’altro
si accarezzò il naso, si grattò la fronte: “Lo sai che soffro d’insonnia?”
“Lo
so.”
“L’altra
notte, dopo due ore di veglia, saranno state le tre, stavo per svegliare
Giovanna, che si prendesse una parte della mia pena, che mi aiutasse, che
condividesse. No, dovevo farcela. Ho cominciato a ripetere: dignità, dignità,
dignità…”
“Dignità?”
“Sì,
dignità. Lei aveva tutto il diritto di dormire. Dovevo cavarmela da solo. Non è
dignitoso chiedere agli altri di fare la tua parte. Anche la morte è una
questione di dignità…e comunque nessuno può sentirsi capace di affrontarla.”
“Quindi?”
“Accontentati
di stringere una mano, quando verrà quell’ora tremenda. Spera di non essere
solo. Sogna un paradiso qualsiasi.”
“Mi
stai dando un contentino?”
“Ti
sto dando il massimo in mio potere.”
“Vorrei
non dover morire mai.”
“Anch’io.”
“Mi
abbracci?”
Sorrise
con mezzo abbraccio già pronto.
Giuseppe
entrò nel bar. Vide i due uomini abbracciati. Pensò fossero amanti ma i
pensieri si sommano, sgomitano, rettificano: ‘No, così in pubblico…gay no,
forse non si vedevano da tanto tempo, oppure una buona notizia o una cattiva o
semplicemente un saluto affettuoso, un arrivederci...’ Ordinò un caffè. Seguì i
due che si avvicinavano all’uscita. Sentì uno dire all’altro: “Goditi la vita.”
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