Verrà presentato venerdì 13 dicembre (ore 17.30, Scuola Manfredini, via Merano 3, Varese Valle Olona) il libro scritto da Anna Montalbetti e Riccardo Prando 'Il sorriso di Cesare', cioè la storia di Cesare Montalbetti, che ho avuto il piacere di conoscere e che così mi piace ricordare:
Cesare,
‘imperatore’ di solidarietà
Ho
conosciuto Cesare Montalbetti alla fine del 1992. Io cominciavo la mia carriera
di giornalista politico per il settimanale ‘Luce’, lui, da poco in pensione,
dava inizio alla sua esperienza in Consiglio comunale a Varese, un’assise che
vedeva la Dc all’opposizione, la Lega Nord dominare (e lo farà per molti anni)
la scena. Dopo tangentopoli e l’epurazione di un’intera classe politica, la
Democrazia Cristiana cercava il riscatto, la sopravvivenza e uomini nuovi.
Avevano preparato un pieghevole che aveva per titolo ‘Le ragioni del
cuore’….sottotitolo ‘Non è necessario distruggere tutto per cambiare gli uomini
che hanno sbagliato. Non votare contro qualcuno, ma per la rinascita della
città.’ Montalbetti si era buttato con coraggio e passione, era stato eletto in
consiglio comunale a Palazzo Estense e lì ebbi modo di notare in quegli anni la sua
gentilezza e la sua serietà. Nell’estate del 1993 venne eletto come segretario
cittadino della Dc, feci cronaca dell’evento sul settimanale ‘Luce’, con il
pezzo dal titolo ‘Un Cesare per l’ex impero Dc’. L’articolo così attaccava:
“Non Cesare Giulio, o Augusto, ma solo Montalbetti, come non è più un impero la
Dc, ma un fantasma in cerca del suo corpo: anzitutto quello elettorale, che ha
mutato abito. Il Cesare delle Acli, socio della Coop. Primavera 84, uomo della
solidarietà, prende la poltrona di Angelo Monti…”
Così
si definiva il nuovo segretario di Varese: “Non sono strumentalizzato da
nessuno, né dai dorotei né dal Movimento popolare né da altre correnti. Ho
amici in Cl ma sono amico di Navarro, Chirillo, di Fiori e di tanti altri. Le
correnti hanno appiattito il partito. Non si dialogava più. Questa è la lotta
da combattere…La mia linea politica è quella dei grandi valori e dei grandi
uomini: De Gasperi, La Pira, Moro. La politica deve permettere di incarnare i
valori evangelici nella vita di tutti i giorni, primo fra tutti la
solidarietà…”
Poi
nacque il Partito popolare e poi anche Cesare lasciò la politica e si occupò
d’altro. Io stesso agli inizi del nuovo millennio smisi di seguire il Consiglio
comunale.
Proprio
in quegli inizi Duemila incontrai Montalbetti in centro, a Varese. Era sempre
sorridente e attivo, ci fermammo a dialogare, si parlò della famiglia, dei
figli, io gli feci notare la mia apprensione di padre, messo alle corde
dall’adolescenza delle mie ragazze. Lui disse: “Caro Carlo, non ti preoccupare,
c’è sempre un nonno che prega per i nipoti!” E io risposi: “Caro Cesare, se è
per quello, c’è anche un padre che prega per i suoi figli…” Una stretta di mano
e ci salutammo. Non lo rividi più.
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