Me
li immagino Jozef Toeplitz e la bella consorte Edvige Mrozowska, lui banchiere
lei attrice, esploratrice e scrittrice, camminare gaudenti nell’ampio giardino
della loro villa ai barù di Sant’Ambrogio Olona, fra il 1914 e il 1938 (quando
Giuseppe morì), accogliere ospiti altolocati, raccogliere frutti, serviti da
uno stuolo di camerieri, giardinieri, autisti…Ma ci aiuta in questo sforzo
della memoria -e un poco anche dell’invidia per tanto ben di Dio- il varesino
Bruno Belli. L’umanista, critico letterario e musicale, non nuovo a simili
regali, ne ha confezionato un altro per chi ama la conoscenza approfondita (non
solo per sentito dire) del passato. La novità è un libretto di 74 pagine.
Titolo: ‘Villa Toeplitz di Varese: espressione d’eclettismo tra vita ed arte’.
Il volumetto, con foto in bianco e nero, esce grazie alla sensibilità dell’Associazione
mazziniana di Varese ‘Giovanni Bertolè Viale’, che ha sponsorizzato la
pubblicazione di 150 preziose copie numerate. Io sfoglio la numero 34, a
partire dall’indice. Si attacca con alcune considerazioni sull’epoca e sui
soggiorni in villa a Varese, si prosegue con la descrizione dei personaggi
principali, e cioè di Jozef e Jadwiga (italianizzati in Giuseppe ed Edvige),
polacchi benestanti, innamorati della perla delle Prealpi, della Garden City.
Ampia è poi la descrizione della loro proprietà, cioè della villa e del parco.
Il tutto corredato da abbondanti note e dalla lunga bibliografia. Una storia
che parte nel 1905, quando la famiglia Frey fece edificare l’abitazione,
attorniandola con un grazioso giardino, che prosegue con la nuova proprietà,
gli Hannensen (e siamo nel 1913), che si consolida l’anno successivo, 1914, con
l’arrivo dei Toeplitz, che quella villa e quel parco amplieranno, abbelliranno,
rendendolo favoloso. Morto il padrone, qualche anno dopo, siamo nel 1945, la
proprietà passerà ai fratelli Mocchetti di Legnano, per arrivare all’ultimo
acquisto, quello ben fatto del comune di Varese, che nel 1972 aprirà al
pubblico la tenuta. Tutto il resto potrete leggerlo acquistando il volume
(prenotazione via mail cirovar1949@libero.it).
Qui aggiungo solo una breve nota personale. Mio padre Mario, classe 1926,
ancora ricorda quando la bella padrona invitava, non so quante volte l’anno, i
bimbi della scuola elementare ‘Canetta’ ad una merenda in villa, e allora il
ragazzino strabuzzava gli occhi di fronte a tanta meraviglia.
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