lunedì 2 luglio 2018

Claudio in pensione




Se penso a Claudio Lesica, classe 1956, prof di ginnastica anche lui in pensione come me dal primo settembre 2018, penso a quel mese di settembre del 1975. Lo incontrai per la prima volta al Centro Sportivo Fenaroli, a Milano, durante le prove pratiche di ammissione all’Isef. Fui colpito più da sua sorella che da lui, per il vero, ma anche da lui, un diciannovenne dalla parlata friulana e dal fisico ben modellato. Pochi centimetri più alto di me, riusciva a schiacciare a basket: il che non era da tutti. Venivano da Monfalcone, credo di essere stato uno dei suoi primi amici. Giocava molto bene a basket, trovò subito collocazione in una squadra allenata da Franco Passera. Tutte le mattine prendevamo insieme il treno alla Nord, sino a Cadorna se avevamo le lezioni teoriche alla Cattolica, oppure Bovisa, bus, tram e poi a piedi sino al Fenaroli, in via Suzzani, estrema periferia di Milano. Il mercoledì avevamo ginnastica artistica con il prof. Raimondo Albricci, che era di Varese, quindi ci trovavamo da lui a Bosto e andavamo al Fenaroli in auto, un lusso. Ricordo che sul treno saliva anche Claudia Luoni detta Yaya e a Gallarate la sua amica Rossella Scarrone. Mi sembra di ricordare che anche lui, come me, si tolse subito dalle palle uno degli esami più duri, Biologia. Frequentavamo però ambienti diversi, a parte l’Isef, quindi a poco a poco la nostra amicizia si defilò. Quando passammo di ruolo, nel 1984, lui scelse la Salvemini e io la Vidoletti. Ci incontrammo per qualche sfida a basket, soprattutto il Trofeo Monticelli, noi da loro o viceversa. Poi Claudio, seguendo l’esempio del suo grande amico Maurizio Tallone (anche lui giocatore di basket, anche lui prof. di ginnastica con mire da dirigente in giacca e cravatta) studiò per il 4° anno Isef (la laurea), fece il concorso a preside e mise giacca e cravatta, una scelta che per me non si pose mai: troppo diversi i due mestieri. Ero nato prof e morivo prof. Claudio no. Ogni tanto chiedevo al mio amico Beppe Balsamo, docente a Castronno e suo vicepreside, come si comportasse il mio amico Claudio, e lui mi riferiva buone cose. Ho letto che è andato in pensione, stanco della grande burocrazia che sta imbrigliando la scuola, stanco dell’invadenza dei genitori. Invita a curare soprattutto i rapporti umani, da lì parte tutto. Concordo.
Buona pensione, amico mio.

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