AUTUNNO
di carlozanzi
Non
chiedere all’autunno d’inventare
quelle
infinite sere ebbre di luce
quando
seduti, mano nella mano,
liberi
da fatiche e da segreti,
s’attendeva
che morisse il sole
per
ascoltare il vagito delle lucciole
e
la gioia gorgogliava pura e chiara,
il
dolore non era affare nostro
né
fastidi, e la lama di zanzara
era
innocua, innocente il calabrone.
Non
chiedere all’autunno di tradire,
dovrà
dire che c’è stato inganno,
favorire
col buio il nostro sonno
sarà
il dono più grande, il suo regalo.
E
siamo qui, senza più potere,
con
l’anello che cozza sull’anello,
fingendo
ancora che non esiste inverno,
tornando
a quell’estate, a quelle sere.
31.08.2021
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