mercoledì 17 aprile 2019

I vincenti


                                                                                            ph carlozanzi


Interessante incontro ieri sera, mercoledì 17 aprile, in Sala Campiotti alla Camera di Commercio di Varese, organizzato in occasione dei 40 anni del Trofeo Garbosi e dei 30 anni del Torneo Giovani Leggende, basket giovanile che fa di Varese in questi giorni pasquali un luogo di eccellenza sportiva. Moderati e intervistati da Gianni Chiapparo, hanno preso la parola Charlie Recalcati, Marcelo Damiao e Adreas Brignoli. Recalcati, cioè un ottimo giocatore di basket soprattutto a Cantù, poi coach da serie A e da nazionale: era lui in panca quando Varese vinse nel 1999 il suo ultimo scudetto. Tema della serata: 'Cosa significa essere vincenti'. Per Charlie il vincente è uno che fa il proprio dovere sino in fondo, si può vincere e si può perdere, dipende anche dalla forza dell'avversario, ma non deve rimanere il sospetto che non si sia fatto tutto il possibile. Interessanti anche le vicende umane e sportive di Damiao e Brignoli. Marcelo, brasiliano che tentò l'avventura italiana da ragazzo, che venne accolto con benevolenza e simpatia da tutti, che restò a giocare da noi in Italia oltre vent'anni (compresa la maglia azzurra, a Varese un anno solo, poi Bologna, Cantù...) ora a Campinas, vicino a San Paolo, insegna ad un'ottantina di ragazzi come si può vincere non solo nello sport, ma nella vita, uscendo dalle favelas e da una vita di miseria per trovare una strada dignitosa e vincente. E sulla stessa lunghezza d'onda si è presentato Andreas Brignoli, che a tredici anni, già alto 1.93, lasciò la natia Germania scappando da una situazione davvero dolorosa (non conobbe mai suo padre), venne accolto da una nonna che abitava a Varese, trovò subito il basket, Marino Zanatta e tanti altri amici che lo accolsero, e da lì partì il suo riscatto. E' emerso chiaro un concetto: il vincente non è colui che batte un avversario, ma uno che vincendo o perdendo resta ancorato a valori essenziali, per affrontare un lavoro, una famiglia, responsabilità educative. 
Assente giustificato (oggi ha un Consiglio dei Ministri a Reggio Calabria) Marco Bussetti, ministro della pubblica istruzione, varesotto che giocò a basket e allenò: sarebbe stata interessante anche la sua versione dei ricordi.

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