giovedì 4 dicembre 2025

Ma Bambi come si chiama?



 Bambi non è il vero nome di Bambi Bianchi Lazzati. Già, ma qual è il vero nome? L'ho scoperto stamani, andando a curiosare nel libro pubblicato nel 2001 da suo papà, Pino Bianchi. Titolo: 'Pinaster Nebulosa'. A pag 184, quando parla dei figli, così si legge: "...Logicamente è nata una femmina ed è stato subito come se noi avessimo sempre aspettato solo lei; l'unico intralcio il nome, che abbiamo risolto in quattro e quattr'otto, mettendo insieme quelli dei due nonni e girandoli al femminile: Maria Federica che, fino ai suoi 18 anni, solo io ho usato, in quanto per tutti era semplicemente Bambi. Carnagione rosea, occhi blu, lineamenti perfetti, era bellissima, basti pensare che il dott. Meda, il ginecologo che a quei tempi faceva nascere tutti i rampolli della Milano 'bene', ha chiamato la moglie a vedere la 'Principessa' come l'ha subito battezzata, e Liliana le ha dato il soprannome Bambi, per la tenerezza che le aveva scatenato dentro..."

in foto: Giuria del Premio Chiara inediti, una decina di anni fa e forse più.

mercoledì 3 dicembre 2025

La 'milanese' Bambi


Fra le molte foto che ho scattato all'amica Bambi Bianchi Lazzati, in trent'anni di frequentazione, ho scelto questa, anche se è un po' datata. Siamo infatti nella primavera del 2010. Per solito noi della Giuria del Premio Chiara ci ritrovavamo, per la decisione della terna finalista, in una saletta del Ristorante Bologna, a Varese. Ricca cena e accese discussioni letterarie. Un paio di volte però andammo nel suo appartamento a Milano, zona Brera. Ecco Bambi impegnata in cucina. Oldrini, Crovi, Borsani, Curonici, Paccagnini, i due Zanzi (Paolo e Carlo), Novelli...bei ricordi.
Quindici anni volati via come foglie buttate da un colpo di vento sul ciglio della strada. 

I funerali di Bambi saranno celebrati sabato 6 dicembre, ore 10.45, Basilica di San Vittore a Varese.

 

Ciao Bambi



 

Oggi, mercoledì 3 dicembre, è morta Bambi Lazzati. Aveva 77 anni. La voglia qui ricordare con l'ultima foto che le ho scattato, lo scorso mese di giugno. Tanto per cambiare era un'iniziativa del Premio Chiara, eccola con la scrittrice emergente Alessia Gazzola. Bambi era il Premio Chiara, e lì l'ho conosciuta agli inizi degli anni Novanta. Ci siamo ritrovati poi alla scuola media Vidoletti, lei come madre di Andrea, io come prof di Andrea, un grande sportivo, che ci ha lasciato tragicamente nel 1999. Bambi, geneticamente predisposta a reagire come una leonessa, è stata in grado di superare quel trauma (o almeno di sopportarlo) buttandosi ancor più convintamente nell'organizzazione del Premio Chiara, che ho avuto il piacere di seguire in prima persona per molti anni. Bambi braccio destro di Gottardo Ortelli, poi di Romano Oldrini, Bambi dalla vitalità esuberante, dalle molte idee, capace di trovare sponsor, mani infaticabili nel bussare a mille porte pur di dare lustro al 'suo' Premio Chiara. Bambi e il suo amato Mariano, lui braccio destro di Bambi, 'servitore' silenzioso, organizzatore dietro le quinte, sempre disponibile e sorridente. E proprio l'amico Mariano ho incontrato pochi giorni fa, a Robarello. Era visibilmente commosso. Mi ha lasciato intendere che Bambi non era più la sua Bambi di sempre: chi ha orecchie per intendere intenda. Ho inteso, e oggi la conferma. La malattia che l'ha invasa, manifestandosi quest'estate, le ha lasciato pochi mesi di vita, ma quella vita l'ha onorata sino all'ultimo. Già pensava all'edizione 2026 del Premio. Già era in fase organizzativa e propositiva. Come ha vissuto l'onorificenza della Martinella del Broletto, a lei assegnata dal Comune di Varese lo scorso mese di ottobre? Chissà. Resta un mistero, come misteriosa è questa vita, carica spesso di sofferenza. 

Un grande abbraccio a Mariano, a Filippo, a Valentina.

Ciao, Bambi.   

domenica 30 novembre 2025

Il Celle Varazze ci mette in cella


 





Il Celle Varazze imprigiona il Varese FC, prima con un gol poi con una difesa molto attenta, sicché i biancorossi si devono accontentare di un punticino. Ci si aspettava la conferma del proverbio 'non c'è due senza tre': dopo due vittorie consecutive, era lecito attendersi la terza. Ma così non è stato. Gli ospiti passano in vantaggio al 21° del primo tempo con Balan (cognome che, per un ligure, non è il massimo!). Onore al merito al 'rosso', che con una perentoria staffilata da fuori area annichilisce il nostro Bugli biancovestito. Il Varese reagisce un po' a fatica, mentre la sua reazione si fa più convinta e costante nella ripresa, a metà della quale arriva il pareggio, attribuito al nostro numero 11 Cogliati, ma frutto di una sfortunata deviazione di Stanga. Sia quel che sia, il gol è valido. Continua l'assedio ma il gol della vittoria non arriva. 
Forza Varese! 

La musica per nottambuli di Edoardo Zanzi






Accolgo con piacere e interesse un nuovo Zanzi in copertina. Parlando di Varese, fatta eccezione per il compianto Luigi Zanzi (che era però saggista e non narratore), non mi risulta ci siano in circolazione altri Zanzi autori di romanzi e racconti. Eccone uno nuovo di zecca, e per giunta assai giovane. Alludo ad Edoardo Zanzi, classe 1999, una laurea in filosofia (“Ma non sono un filosofo”) e il primo libro fra le mani, cioè una raccolta di otto racconti (più otto poesie), che aveva già avuto una menzione al Premio Chiara inediti 2025. Titolo: ‘Musica per nottambuli’ (Edizioni Effetto), con postfazione di Marco Pinti. Zanzi si definisce “ossessionato dalla musica”, è batterista ma deve essere ‘ossessionato’ anche dalla lettura e della scrittura; certamente è una sua passione, che oggi trova tangibile soddisfazione in una copertina e in circa 200 pagine. Ventisei anni ma già molte letture alle spalle (“Fra i miei preferiti Anderson, Hemingway, Bukowsky, Morselli, Parente, Busi…”) e idee sufficientemente chiare, spruzzate con un po’ di spavalderia e nessun pelo sulla lingua. “Non mi piacerebbe che si leggessero ad alta voce i miei racconti” mi confessa. “La mia lettura è diversa dalla sua, il lettore deve poter gustare o odiare un racconto suonandoselo in testa da solo.” Già, ma il lettore cosa si troverà davanti? “Ho scritto otto racconti, in realtà sei perché due sono brevissimi, molto diversi fra loro. Alcuni racconti sono una successione di cattiverie e pensieri negativi di personaggi orribili come me, perché questa è la realtà. In altri racconti cerco di eclissarmi, di limitare il mio aspetto vanesio, con personaggi che escono allo scoperto. Vorrei chiarire che non mi reputo uno scrittore per giovani e di giovani. La parola giovani è spesso usata dagli adulti come specchietto per le allodole, per delegittimare un’intera categoria: sì, bravo, ma adesso torna in cameretta! Chi ha scritto che sono uno scrittore per ragazzi ha detto una fandonia.”

Ora non mi resta che gustarmi questa musica per nottambuli, e poi tornarci su. Ad ogni modo, benvenuto ad un nuovo Zanzi narratore. Passaggio del testimone? Ci sta.

 

sabato 29 novembre 2025

La via 'romantica' di Umberto Belardinelli


 





In sala Kolbe, questo pomeriggio, sedevano molti dei protagonisti del romanzo di Umberto Belardinelli, poeta e ora anche narratore. Sedevano i ragazzi della piazzetta di via Romans sur Isere, al Montello, quel gruppo favoloso che nei fantastici anni della loro giovinezza (parliamo della fine degli anni Sessanta e degli anni settanta) animavano i pomeriggi, le serate, le lunghe estati di un tempo che non si scorda, tanto che uno di questi ragazzi di allora, abile con la penna, ha sentito il dovere e il piacere di tramandare ai posteri quelle gesta, quelle avventure, memorabili per chi le ha vissute, interessanti anche per chi ora le può leggere, pur abitando altrove. E così (come hanno sottolineato i due relatori, Lucio Filiti e Vincenzo Capodiferro) la vera protagonista è proprio Via Romans sur Isere, e questo è anche il titolo del romanzo. La presentazione, assai partecipata, è stata spesso interrotta da interventi da parte del pubblico, che fremeva all'idea di poter acquistare il libro, godendosi qualche ora di nostalgico piacere. Aneddoti, abbracci di gente che non si vedeva da decenni, riunita nella stessa sala dalla 'fatica' letteraria di Belardinelli, un uomo dalla grande sensibilità, dalla vivace 'arteria poetica' (bella immagine trovata da Filiti) e dal gusto per la narrazione.

Ritmo mare


 

Prima di andare in pensione, amavo molto quello che ero solito chiamare il ritmo mare. Giunto al mare, in genere dopo molti chilometri di guida stressante, mi mettevo il costume, le infradito e rallentavo il ritmo, a cominciare dal cammino: passi lenti, quasi strascicati, volutamente pigri. Era come se rallentassi il tempo, per far durare di più la vita. Sono in pensione ormai da alcuni anni, e cerco di mantenere il 'ritmo mare' tutti i giorni. Non sempre ci riesco, a volte devo per forza accelerare, altre volte lo faccio come un automatismo, ma in genere sto quieto, ripenso al costume e alle infradito. Mi illudo di rallentare il tempo che, inesorabile, si fa beffe di me e procede col suo passo.

Nella foto di Enrico Piazza: Azzorre, Miradouro do Santa Iria. 

Souvenir dalle Azzorre






 

Altre suggestive immagini dalle Azzurre, inviate dall'amico Enrico Piazza: arco lavico, Ihla e Faja dos Mosteiros, Grande Caldeira de Sete Cidades, con dentro un paese e due laghi, Verde e Azul.

venerdì 28 novembre 2025

Varese nella luce


 



Ieri sera si sono accese ufficialmente le moltissime luci del Giardino natalizio, ai Giardini Estensi. Tutti i giorni, sino al 6 gennaio 2026, dalle 17.30 alle 22, Varese diventerà un luogo magico per bambini e per adulti-bambini.

Dino Azzalin alla libreria degli Asinelli

 






Arrivando a Varese dall'autostrada, se scendete per via Magenta  prima di entrare in via Manzoni vi trovate, dopo la Caserma Garibaldi, in piazza della Repubblica. Sulla destra, prima di un bar, si può accedere ad un cortile interno. In fondo sulla sinistra, ai numeri 5/7, troverete la Libreria degli Asinelli. Piccola piccola, non così piccola come la Livraria do Simao a Lisbona (la più piccola del mondo, 4 metriquadri) ma assai ridotta, un omaggio amoroso e indiscutibile al libro cartaceo, un unico locale che profuma di carta stampata, aperto grazie alla passione di Laura Branchini. Ampia premessa per dire che ieri sera, venerdì 28 novembre, il poeta e narratore Dino Azzalin ha presentato la sua ultima fatica letteraria. Se abbia fatto fatica o no a scrivere questo libro non mi è dato saperlo, ma certamente una certa 'fatica' la farà il lettore, perché si tratta di una 'prova di prosodia transgenerica', dal titolo 'AN(n)ime ANimi' (Prove d'Autore editori). Già il titolo dice qualcosa, ma non mi pronuncio per ora perché il libro non l'ho letto e perché ho avuto solo il tempo di qualche fotografia. Ieri è stato presentato da Elena Vicentini. Letture di Gianluca e Alessandra Fiore. Azzalin è fra gli autori varesini più prolifici e longevi, ha pubblicato varie sillogi poetiche, romanzi, racconti, diari di viaggio in Italia e all'estero. Rispetto a questa sorta di Zibaldone azzaliniano, mi limito a riportare qui la parte finale della premessa dell'autore: '... questo è quello che ho voluto fare: dare nuova vita, cercare con un altro trans-linguaggio di salvare dei testi dall'oblio. Non so se ci sono riuscito, forse è un progetto ambizioso...' Qualche frase invece ancora la spendo per questa eroica libreria varesina, che merita l'attenzione di chi ama i libri. Purtroppo è in una zona centrale sì ma appartata, come ho spiegato a inizio post. E' un luogo molto attento alle nuove proposte culturali, aperto a presentazioni ed eventi, per i quali occorre prenotarsi, data la ristrettezza dell'ambiente. Consiglio una visita prenatalizia (0332-830824). 

giovedì 27 novembre 2025

Matteo in Nazionale


Matteo Librizzi, ex alunno Vidoletti, capitano della OJM Varese di basket, è stato chiamato in Nazionale. Forza Matteo! 

 

Un Rosa favoloso





 



Stamani, alla Schiranna, il monte Rosa era davvero favoloso.

Si sfiorano



Da giovani il plettro violenta le corde. Si picchia. Si va veloci. Poi si prova più gusto a sfiorare le corde, ad accarezzarle. Il ritmo si fa più lento. Non si urla più.

 

mercoledì 26 novembre 2025

Stelline di lago


 

Stelline di lago 

Lo stadio di Velas




 

Da ex prof di ginnastica, il mio amico Enrico Piazza non poteva non essere colpito dallo stadio di Velas, nelle Azzorre, ubicato in una posizione davvero invidiabile! 

lunedì 24 novembre 2025

Nuovo romanzo per Umberto Belardinelli


Interessante

 

I gioielli di Valenza



Se la Varese del basket non ride (anzi piange), sorride almeno quella del calcio. Il Varese FC ieri, in trasferta contro la Valenzana, vince 2 a 0, dando seguito al successo casalingo contro la Sanremese, vittoria rocambolesca e fangosa. Valenza è città orafa per eccellenza, ma questa volta i gioielli di Valenza sono i varesini del balùn (foto da VareseNews), che segnano al 40° con Barzotti, e raddoppiano al 22° della ripresa con Qeros. Ma soprattutto offrono una prova convincente. Molto bene. Non c'è il due senza il tre, quindi domenica prossima al 'Franco Ossola', contro il Celle Varazze, la vittoria è d'obbligo.
Forza Varese!

 

Una Messa per Fabio



Mercoledì 26 novembre, ore 18, chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore, durante la Messa si pregherà per Fabio Aletti, nel giorno del suo compleanno. 

 

Enrico nella Caldeira



 

Continua la vacanza sportiva del mio amico Enrico Piazza nelle Azzorre. Eccolo nella Caldeira del vulcano Corvo, con i laghetti Cochimbo e Caldeirao. Infine la nera spiaggia vulcanica dell'isola di Faial, sullo sfondo il vulcano Pico.

domenica 23 novembre 2025

L'abbraccio mortale di Udine


 



Abbraccio mortale della Old Wild West di Udine oggi al Palazzetto, in un'atmosfera irreale, dove gli ultras di Udine applaudivano Varese, ricambiati dagli Arditi della Curva Nord. Tutti amici, applausi alla presentazione delle squadre, nessun fischio, tutti uniti contro Cantù....ma purtroppo quell'abbraccio alla fine si è rivelato mortale per la OJM Varese. Sarà che sono interista, ma vedere i ragazzi con una divisa rossonera m'è parso un triste presagio (foto). L'effetto Cantù (entusiasmante vittoria contro i brianzoli una settimana fa) purtroppo è durato solo sette giorni. Alla prova del parquet Varese naufraga nel peggiore dei modi, con una prova disarmante e umiliante, perché Udine era ultima in classifica e questa sconfitta potrà essere davvero dolorosa. Ma non pensiamo al domani, stiamo all'oggi. Non possiamo far conto su Alviti, febbricitante. Ciò non rassicura. Il primo quarto è un disastro, per noi ma (per fortuna) anche per loro. Errori a raffica, qualche rara magia, la sola tripla di Librizzi in un mare di bombe senza esplosivo. Finisce 17-21, già siamo sotto. Il secondo quarto è, se possibile, ancora peggio del primo. Continui errori nostri, Udine si barcamena ma non fugge, poi una tripla dei friulani porta al + 10 per loro (17-27). Le nostre percentuali ai liberi sono deludenti. Moore fa 1 su 5 ai liberi, anche se il solo che pare, al solito, scattante, determinato, saettante è Moore (foto) ma non è preciso. Finisce 27-39. Ci si illude che la pausa lunga possa regalarci una OJM diversa. Ma la solfa non cambia. Olivier Mka è l'ombra di se stesso, insiste, persevera nell'errore. Tre triple consecutive sul ferro. Palle perse per Varese, Udine difende bene, il pubblico comincia a fischiare, Udine scappa, 31-47, una tripla di Freeman (molto in campo causa assenza di Alviti) dopo lungo digiuno, finisce 36-52. Ma perché non sperare? Il basket di miracoli ne sa regalare. Ma i miracoli li fa Udine e soprattutto il play Hickey e Bendzius. Non mi piace nemmeno capitan Librizzi oggi, nervoso, preso in inutili discussioni arbitrali, fuori per 5 falli. Olivier si sveglia un po', ci avviciniamo, ci avviciniamo sino al 54-62, dopo tripla di Assui. Mancano meno di 2', ce la possiamo ancora fare. Niente: altre due triple sbagliate per noi, Udine non perde la testa, finisce 59-66. Alla fine c'è persino da rallegrarsi che abbiamo perso solo di 7 punti.
Triste risveglio dopo la sbornia di domenica scorsa. Peccato.
Forza Varese!