Stamani,
nella basilica di San Vittore, nell’ambito del Settenario dell’Addolorata, don
Pino Gamalero ha celebrato la Messa delle ore 10, con particolare gioia,
essendo il sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Ad
introdurre la celebrazione Mons. Luigi Panighetti, prevosto di Varese.
Classe
1935, don Pino è apparso commosso e riconoscente. Nell’omelia ha descritto brevemente
il suo percorso sacerdotale: prete ordinato nella diocesi di Acqui Terme, nel
mese di giugno del 1958, quindi ecco il suo desiderio di farsi prete operaio
(richiesta respinta dal suo Vescovo), poi la richiesta di andare a Varese, come
docente (richiesta accettata con entusiasmo dal medesimo Vescovo, che disse
-Molto bene, non so mai dove mandare i preti giovani. Ma rimarrai incardinato
in questa Diocesi) quindi i tanti anni di insegnamento, infine, nel 1991 l’incontro
con La Casa di Varese e dal 1999, grazie a Mons. Giudici e alla ratifica del
Cardinal Martini, la sua ammissione nel clero ambrosiano. “Mi sono stati dati alcuni
talenti” ha detto don Gamalero, “oggi posso dire di averli fatti fruttare” e si
riferiva principalmente all’Istituto La Casa, oggi Fondazione, che rischiò di
chiudere qualche anno fa e che invece gode di buona salute. “A suo tempo Mons.
Pezzoni mi disse che potevo sognare un successore, oggi ne ho addirittura due,
a dicembre darò le mie dimissioni….”
Don
Pino è oggi un sacerdote sereno, ha combattuto la buona battaglia, ha
conservato la fede, direbbe San Paolo. Ma soprattutto ha conservato La Casa,
lascia con gioia, ottantatré anni, se lo può permettere: la Fondazione è in
buone mani.
Consapevole
dei suoi limiti, dei suoi peccati (“Sessant’anni significa anche tanti peccati commessi…”),
il prete nativo di Cassine, in provincia di Alessandria, si è posto le domande
fondamentali, di sempre: chi sono, da dove vengo, dove vado, cosa sono diventato?
Domande che con gli anni creano anche qualche inquietudine – ha concluso- ma
che trovano la risposta nelle parole del Signore: “Chiunque crede in Lui non va
perduto, ma ha la Vita Eterna.”
Ho avuto la buona stella d'incontrarlo la vigilia di un Natale, quando celebrò l'Eucarestia per la "Lazzati". Conversammo a lungo e custodisco ancora in cuore le sue parole. Uomo sapiente di cuore, educatore che ascolta perchè prete dalla fede granitica!
RispondiEliminaUn grande don!
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