Sentii
dire da uno scrittore statunitense, certamente famoso, ciò. Alla domanda di chi
lo intervistava, chiedendogli perché si scrive, ripose: “Perché si legge. E’ il
desiderio di far provare al lettore lo stesso piacere che tu hai privato
leggendo un libro.”
Ebbene,
concordando in ciò, allora vorrei scrivere come John Williams, per far provare
ai miei lettori lo stesso piacere che ho provato leggendo Stoner, un libro che
difficilmente dimenticherò.
E’
la storia di William Stoner, di famiglia contadina povera, docente universitario
che, al pari del biblico Giobbe, è afflitto da diverse sventure, tutte
sopportate con stoico distacco, pazienza infinita, umiltà. E’ la storia di un
amore per la letteratura, di un amore intenso per una giovane studentessa. In
fondo nulla succede di clamoroso, se non il clamore della cattiveria degli
uomini, della loro imprevedibilità, della potente capacità di resistere al
male. La scrittura è lineare, semplice nella forma, essenziale, tagliente,
incisiva, profonda nella sostanza. Non dico altro. Leggete Stoner, se amate
leggere.
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