...Due
giorni prima di partire, dopo aver camminato sull’Alpe per diversi sentieri,
raggiungendo la Bullaccia, il rifugio Vicenza, il Mont de Seura, la Val
Saltria, decisero che era tempo di arrivare su una cima e scelsero il
Sassopiatto. A differenza delle altre mattine, quella presentava già qualche
nuvola sulle vette più alte, non era un buon segno. “Tornate presto” s’era
raccomandato Schenk. Passarono dal rifugio Zallingher verso le undici, alle
dodici erano al rifugio Sassopiatto e Angela si fermò: “Il meteo non mi
convince e sono stanca, io non vado avanti. Se vuoi vai pure tu, ti aspetto.”
Luigi guardò il piatto
tavolato di dolomia che gli si parava davanti: la cima era coperta di nuvole,
il vento s’era fatto più fresco e invadente ma si trattava di una cima nemmeno
a tremila, si era informato, il sentiero era comodo, nessun pericolo. Così
decise di raggiungere la vetta...dal romanzo 'Sassolungo'
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