L'altro giorno ero in auto e ho incrociato, a piedi, un mio amico. Avrà una decina di anni più di me, diciamo intorno ai 75 anni. Quindi, lo si voglia o no, vecchio. Poiché lo conosco da quando era giovane, nel suo viso e nel suo incedere da vecchio ho rivisto il suo volto e il suo passo da giovane, ho rivisto il giovane che era in lui, e tale visione ha addolcito il suo essere vecchio, quasi una doppia persona, il vecchio e il giovane insieme. Poi ho pensato a me, vecchio anch'io, un po' meno di lui ma sempre vecchio: poiché mi conosco bene e so com'ero da giovane (a parte che ci sono le foto), e so come mi sento dentro, mi viene da dire che sono vecchio ma in realtà non lo sono o almeno non mi sento tale e che quindi c'è una grande sproporzione fra l'età anagrafica e quella 'percepita'. Siamo vecchi ma in fondo non lo siamo. Poi ho pensato a quando ero un ragazzino e i vecchi mi facevano pena, anzi, mi veniva spontaneo prenderli in giro e fare loro scherzi, sapendo che un vecchio era inoffensivo o almeno poco offensivo e senz'altro meno veloce di me nella fuga. Ora ho l'età per essere preso in giro da un ragazzino. E ciò non mi garba.
mercoledì 29 dicembre 2021
'Dopo il traguardo' di Alex Schwazer
“Questo
libro è un resoconto sincero, schietto, fedele di ciò che mi è capitato. Non è
la confessione di un diavolo e neppure l’apologia di un angelo. Chi vuole
leggere la biografia di un uomo senza peccati ne deve scegliere un’altra, non
la mia.”
Questo
si legge in quarta di copertina del libro di Alex Schwazer, ‘Dopo il traguardo’
(Feltrinelli), un incipit che colpisce e che certamente invoglia alla lettura.
Perché la sincerità e l’ammissione di colpa fanno sempre colpo. Alex: in
copertina una sua vittoria a Roma 2016. Alex, marciatore professionista,
talento di Vipiteno, gambe, cuore e polmoni incredibili ma (per sua ammissione)
testa fragile, con la predisposizione a tenere tutto per sé, a gioire e a soffrire
in silenzio, a faticare sino all’ultima goccia di sopportazione. Schwazer
vince, a soli 23 anni, la 50 chilometri di marcia alle Olimpiadi di Pechino
2008, un successo incredibile, mai nessuno così giovane sul gradino più alto
del podio in una 50 km, la gara della fatica estrema. Una vittoria che arriva
dopo vari travagli (la voglia di smettere, il tentativo con il ciclismo dopo
aver abbandonato l’hockey) e che s’apre a nuovi tormenti, a crisi, a risultati
fallimentari, il tutto completato con la scelta scriteriata di doparsi, anche
in questo caso fai da te, con l’epo comprata in Turchia. Doparsi perché Alex è
stanco di vedere i russi sfacciatamente ‘aiutati’ dai farmaci arrivare prima di
lui, con tanto di sberleffi. Nessuno l’aiuta, è solo, si butta nel baratro,
viene scoperto, squalificato alla vigilia delle Olimpiadi di Londra 2012. Un
dramma, il pianto in diretta mondiale, l’ammissione di colpa, la depressione e
la risalita, la voglia di dimostrare ai suoi tifosi ma ancor prima a se stesso
che può tornare l’atleta pulito, che ha vinto senza inganno. E ci riesce, la
risalita è dura ma Alex ci riesce, è pronto e competitivo per le Olimpiadi di
Rio 2016 ma arriva il secondo stop, questa volta non per colpa sua: urine non
conformi, niente Rio, squalifica sino al 2024, l’ergastolo per un atleta. Alex
non è forte di testa, rischia di smarrirsi per sempre ma ancora una volta
rinasce, reagisce, aiutato da una donna, da una figlia, dai pochi veri amici
che non lo abbandonano. Inizia una lunga battaglia giudiziaria, che vede l’assoluzione
“per non aver commesso il fatto” ma non ancora la redenzione per il tribunale
sportivo: la squalifica incomprensibilmente rimane. Riuscirà l’atleta altoatesino,
ora marito e padre di due figli, allenatore di runner, un uomo che molto ha
sofferto e imparato…riuscirà a tornare in gara per le Olimpiadi di Parigi del
2024, quando avrà quarant’anni? Un bel libro davvero, per chi ama lo sport, l’atletica,
per chi ama la verità e non si scandalizza se scopre rivalità, bassezze,
illegalità, sotterfugi, egoismo, complotti e miserie anche sui sentieri della
regina degli sport, dove il doping c’è eccome. Purtroppo.
Alex
Schwazer, nato a Vipiteno nel 1984, è l’atleta più giovane nella storia delle
Olimpiadi ad aver vinto l’oro nella 50 km di marcia. Nel suo palmarès due bronzi
ai Mondiali, un oro agli Europei e nove titoli italiani. E’ sposato con Kathi e
ha due figli, Ida e Noah. Ed è l’autore di un libro che può fare del bene.
martedì 28 dicembre 2021
L'ultimo saluto ad Anna Maria Gandini
La
sua Varese non l’ha dimentica e stamani era presente in gran numero per l’ultimo
saluto ad Anna Maria Gandini, giornalista, testimone della Varese del passato,
elegante signora della cronaca varesina. Presenti il sindaco Davide Galimberti,
il mondo del giornalismo, quello sportivo (il figlio Umberto è dirigente
sportivo) e i varesini d’antan. Novant’anni, Anna Maria era la figlia di un
giornalista de La Prealpina, giornalista professionista a sua volta, in Prealpina
con la cronaca nera e poi in Rai, voce del Gazzettino Padano, del Telegiornale,
collaboratrice al Corriere della Sera, ritorno in Prealpina con la rubrica ‘La mia
Varese’. E’ riuscita dove non è riuscito suo papà, cioè raccogliere in un volume
i ritratti dei personaggi, delle piccole storie che hanno confezionato la ‘grande’
storia varesina: di libri ne ha pubblicati quattro. Celebrante padre Gianni Terruzzi,
anima di Radio Missione Francescana, la Messa si è conclusa con le parole del
figlio Umberto, commosso per la presenza di quella città che sua mamma ha amato
e descritto, con eleganza, mai sopra le righe, diremmo con raffinatezza, una
Liala non della narrativa ma della cronaca. “Se ne è andato un altro pezzo di
Varese” dice uscendo dalla basilica Carla Tavelli, sua amica, fonte di aneddoti
spesso consultata da Anna Maria. Certo, è vero, dopo Natale Gorini, dopo
Augusto Caravati ecco nel giro di pochi mesi l’ultimo saluto anche di Anna
Maria Gandini, personaggi molto diversi eppure uniti dall’amore per Varese e
dal bisogno di lasciare una traccia, perché non vinca la dimenticanza.
lunedì 27 dicembre 2021
I funerali di Annamaria
Nel 1996 venne pubblicato il libro 'La mia Varese', che raccoglie molti pezzi di Annamaria, curatrice di una rubrica molto seguita sul quotidiano La Prealpina. Come spesso capita quando muore l'autore, chi lo ha conosciuto va a recuperare un suo libro e dice: "Bello...interessante...per fortuna ha avuto l'idea di scriverlo..."
Per chi ama Varese, questo libro è come una carezza.
domenica 26 dicembre 2021
Dita sporche e sigarette
Pensando alla giornalista Annamaria Gandini mi è tornato alla mente un episodio (aneddoto tipo quelli che Annamaria utilizzava per la sua rubrica 'La mia Varese') che coinvolge mio papà Mario e le maestre della scuola elementare 'Canetta' di Sant'Ambrogio Olona (in foto, prima del recente restauro).
Siamo nel 1935, pieno fascismo, mio papà frequenta la Canetta, è in terza elementare, per il terzo anno la sua maestra è una certa Piatti, nota fascista, metodi militareschi. I voti sono buoni ma mio papà viene bocciato. Come mai? Mistero, ma forse una ragione c'è. Durante un controllo delle mani e delle unghie, la maestra picchia mio papà perché ha le unghie sporche, e lui replica: "Perché mi picchia? Anche lei ha le dita sporche, perché fuma!" Allora, dire a una donna che fumava era come darle della prostituta. Papà Mario venne bocciato e si ritrovò in terza un'altra maestra, Annamaria Gandini, la zia della Gandini giornalista morta ieri, una maestra assai diversa dalla Piatti, molto materna; aveva studiato presso le Romite Ambrosiane del Sacro Monte, aiutò mio padre a riprendersi dal trauma della bocciatura.
La Varese di Annamaria
Ho conosciuto Annamaria Gandini a metà degli anni Novanta, quando avevo da qualche anno dato inizio alla mia carriera di giornalista al settimanale 'Luce' e leggevo regolarmente il quotidiano La Prealpina, quindi la rubrica 'La mia Varese', curata da Annamaria. Poche righe, storie della nostra città, pezzi che poi regolarmente venivano raccolti in libri, che portavano lo stesso titolo 'La mia Varese'. Poi un giorno mi chiamò, conosceva mio papà Mario, venivano entrambi da Sant'Ambrogio, era alla ricerca di nuove storie varesine e forse il 'vecchio' Zanzi avrebbe potuto darle una mano. Da allora ci siamo spesso incontrati, io le facevo avere regolarmente i miei libri, lei li pubblicizzava al 'Gazzettino Padano'. Da lei ho preso spunto per la mia rubrica sulla Prealpina, 'Pensieri & Parole', e da lei ho imparato a raccogliere in antologia i pezzi, riproponendoli in formato libro. Per anni ci siamo incontrati anche alla Messa presso la chiesa bianca di viale Aguggiari. Sempre elegante, figlia di giornalisti, giornalista per tutta la vita.
Ciao, Annamaria.
venerdì 24 dicembre 2021
Fabio
Stamani, alle 8, nella chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore, abbiamo pregato per Fabio. Era la vigilia di Natale del 2005 quando Fabio è morto, un ragazzino, un concentrato di vita.
E' impossibile reggere certi lutti.
Ma forse è vero che nulla è impossibile a Dio.
Lo so che così è comodo
Sì, lo so che così è comodo...un solo augurio per tanti....ma sono davvero tanti quelli ai quali vorrei augurare Buon Natale e non ce la faccio singolarmente...con qualcuno ma la maggior parte resta fuori...così raggiungo altri...Qualche anno fa volevo fare il 'fenomeno' (ogni tanto mi capita) e il giorno di Natale sono salito in bici al Campo dei Fiori con questo cartello: Gesù è nato, io spero...nel duplice significato di 'spero che sia davvero nato, e spero che questa santa nascita renda la vita migliore'.
Ripropongo la foto.
Qualcuno allora, vedendo l'immagine, mi disse che avrei dovuto scrivere non I hope ma I believe, cioè Io credo.
La mia fede è la fede di chi ogni giorno ricomincia da capo, di chi la sera, comunque, riesce a rinnovare la scommessa della preghiera. Ed è già molto.
mercoledì 22 dicembre 2021
Il racconto di Simone
Caldè
di Simone Mambrini
“Ma cosa ci fa quel sacco di
plastica informe in mezzo ai pacchetti sotto l'albero?”
La domanda, pur fatta a
bruciapelo, non mi aveva sorpreso; del resto era oggettivamente un luogo
insolito dove mettere il sacco del bucato da lavare, proveniente dalla casa di
riposo.
“Quello è il regalo di mio padre.
Lo scarto domani.”
Risata, “sei sempre il solito” e
via. Ma stavolta mi son sentito in dovere di spiegare.
No, no. E' proprio un regalo, per
me. E' la presenza silenziosa di chi non ha mai fatto grandi discorsi (non era
nemmeno nelle sue corde) ma che coi fatti e nel silenzio ha educato.
Come quella volta che era domenica
e si è partiti tutti per il lago; destinazione Sarigo, da amici di famiglia. Al
lago si poteva andare in tre modi, in famiglia: bardati da picnic e con tutta
l'attrezzatura per pescare, oppure bardati ma senza pescare, l'attrezzatura in
auto “solo per provare le canne”, come diceva lui. Il che consisteva nel
lanciare l'esca in acqua, esattamente come quando si pescava, e l'umore della
mamma, inizialmente contrario, si trasformava ironicamente in un “permesso di
pesca differito”.
E il terzo modo? Semplicissimo,
era quello per il quale, considerato l'umore materno, non si poteva nemmeno
pensare di portare l'attrezzatura. Motivo per cui quella volta che eravamo
attesi da amici il vestiario era consono e adatto alla giornata estiva:
pantaloni lunghi e polo.
Arrivati al porticciolo di Caldé,
concessione di sosta per poter guardare i pescatori. “Almeno quello...”. Si
respira l'aria più fresca, con quel profumo tipico dell'acqua del Maggiore,
portata dallo stesso vento che lo increspa, e intanto lui sale sul muraglione
gironzolando intorno ai pescatori, per sbirciarne mosse, trucchi, attrezzature
e soprattutto i cestini del pescato. Improvvisamente uno di loro, che ha l'aria
di non essere nemmeno molto esperto, si agita. Ha abboccato, e sembra grosso.
Di lì a poco si crea un piccolo pandemonio. E' troppo grosso. E' enorme,
affiora un secondo e gli esperti sentenziano: “E' una tinca! Enorme! Non ce la
puoi fare con quella canna e quel filo, da arborelle. Taglia il filo,
altrimenti spacchi anche la canna!”
Tecnicamente avevano ragione: per
puro caso, nuotando, una tinca molto grossa era accidentalmente incappata
nell'amo; nemmeno aveva tentato di prenderne l'esca, si era impigliato di lato,
nelle branchie. Una bella sfortuna per il pesce ma anche per il pescatore, a
sentire i colleghi. Ma ce n'era uno, sul pontile, vestito ‘della festa’ e senza
ferri del mestiere, che di diverso aveva anche il parere.
“Non tagli il filo, per l'amor del
cielo, glielo lasci anzi, lo faccia stancare!”
Il pescatore non si sentì di
disobbedire a nostro padre, che appariva autorevole e sicuro, tra il disappunto
degli esperti del luogo, che scuotevano la testa o lo prendevano blandamente in
giro.
Nostra madre guardava la scena tra
lo sconsolato e il divertito.
Alla fine si fece dare anche la
canna, e cominciò a lottare lui, col pesce. Sfiancandolo, dopo interminabili
minuti. E cosa c'era altro da fare, se non ridare la canna al fortunato
vincitore della lotteria lacustre della domenica, e scendere in acqua con il
“guadino” (termine tecnico che indica il bastone con la rete, dove si conclude
la faccenda)?
Pesce preso, grandi applausi di
tutti, complimenti dei pescatori, grandi pacche sulle spalle al papà, foto di
rito del tizio con la sua preda, lunga dallo stinco a mezza coscia, saluti
finali e spariscono tutti. Rimaniamo lì, noi figli, mia madre che guarda lui.
Bagnato completamente dai piedi, scarpe comprese, fino a dieci centimetri sopra
alla cintola. “Neanche la polo hai salvato!”, ma rideva, sicura che a Sarigo i
Montalbetti avrebbero provveduto a rivestirlo, in un modo o nell'altro. Cesare
aveva più o meno la stessa taglia...
E lui lì, scaricato in apparenza
da tutti i suoi osannatori, felice come un bambino davanti all'albero di
Natale.
E a noi figli rimaneva una lezione
da imparare, senza grandi discorsi appunto, ma solo con l'esempio. In tre
punti.
Se qualcuno ha bisogno di aiuto e
se tu sei quello che glielo può dare, aiutalo.
Non ti attendere ricompense,
gratitudine particolare: sii felice del fatto di averlo potuto aiutare, e
goditela.
Se vai al lago in gita con papà,
porta un cambio completo di riserva.
martedì 21 dicembre 2021
Arte&Pandemia-Testimonianze: un contributo alla memoria
Antonio
Bandirali (in foto), dinamico e creativo presidente del Circolo degli Artisti di Varese,
tempo fa entra al museo Osterreichische Galerie Belvedere di Vienna e ammira un
quadro di Egon Schiele. Ne resta colpito. L’autore rappresenta l’insieme della
sua famiglia proiettata nel futuro con le sue aspettative, formata da Schiele e
dalla moglie Edith con un neonato. La prima stesura del quadro risale al 1917.
Il dipinto raffigura Schiele e la moglie con il titolo ‘Coppia accovacciata’.
Dopo la prematura scomparsa della moglie al sesto mese di gravidanza nel 1918
per l’epidemia spagnola, Egon Schiele riprese la tela e aggiunse il bambino mai
nato alla base dei piedi della moglie. Pochi giorni dopo, anche Schiele morì di
pandemia e successivamente il quadro venne rinominato ‘The Family’.
Più
di un secolo dopo la spagnola, la pandemia torna ad inquietare e ad interrogare
l’umanità. Bandirali ricorda quel quadro e pensa alla pandemia, all’arte:
perché non chiedere all’arte varesina di dire qualcosa su questi tragici
giorni? Perché non riunire entro la rigida copertina di un volume le opinioni
di varesini più o meno illustri, certamente sensibili allo ‘scandalo’ del
Covid19, e se non le loro parole le loro opere, quadri, fotografie, ispirate al
momento certamente indimenticabile? L’entusiasmo di Antonio Bandirali è
contagioso, il progetto ‘Arte&Pandemia – Testimonianze’ trova il consenso
del ‘Circolo degli Artisti di Varese’, dell’Associazione Culturale Europea
(ACE) presso il JRC di Ispra e della ‘Fondazione Comunitaria del Varesotto’,
delle Associazioni ‘Varese Nascosta’ e della ‘Società Storica Varesina’, nonché
i patrocini della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Varese e
di alcuni sponsor. Ecco però il momento più difficile: trovare le decine e
decine di persone disposte in qualche modo a mettersi in gioco, a confessare la
propria fragilità, le paure, utilizzando gli strumenti dell’arte. Ma le
testimonianze arrivano, generose, quasi una liberazione, un desiderio presente,
un’occasione per un contributo, sempre infinitamente modesto rispetto a chi,
con la pandemia, ha lottato in prima persona, da malato o da sanitario sulla
linea del fronte. Ed ecco il libro, recentemente presentato alla città di
Varese, un elegante volume di oltre 150 pagine, venuto alla luce grazie anche
ad Alessandro Stagni, titolare di Grafiche Esse Zeta, ammirevole nel suo
altruismo. Lo introducono Attilio Fontana (Presidente di Regione Lombardia),
Davide Galimberti (sindaco di Varese), Maurizio Ampollini (Presidente della
Fondazione Comunitaria del Varesotto), David Wilkinson (Associazione Culturale
Europea), premessa di Renzo Dionigi (autore, con Filippo Maria Ferro, del
recente libro ‘Non è la prima volta – Epidemie e pandemie: storie, leggende e
immagini’) e ricca presentazione di Antonio Bandirali. E poi via, si parte con
le testimonianze: docenti universitari, insegnanti di ogni ordine di scuole,
economisti, imprenditori, giuristi, storici, artisti, giornalisti, medici,
infermieri, filosofi…Ripeto: oltre 150 pagine, immagini in alta definizione e
non poche parole scritte. Testimonianze di più pagine, dotte, con citazioni, o
poche frasi ‘semplici’ ma assolutamente mai banali, certamente sincere. Opere d’arte
e il ricamo dei caratteri inchiostrati, che raccontano, che emozionano, che
danno speranza. Perché non è ancora finita, la pandemia del nuovo millennio non
si chiude come si chiude il libro, c’è ancora da camminare e da pazientare.
Questo
mosaico di testimonianze rimarrà nel tempo, un contributo alla memoria, anche
un abbraccio a chi, dalla pandemia, è stato travolto.
E' nata Benedetta
Evviva! Oggi è nata Benedetta, quinta nipotina dei miei amici Paola e Gigetto. Non avendo foto della neonata, ho pensato alla benedetta per eccellenza, la Madonna, e ho pensato alla nostra bella Madonna del Monte, dove fra qualche anno (prima accompagnata da genitori e nonni, poi da sola o in gruppo) la nostra Benedetta salirà (magari anche di corsa come il sottoscritto), stupìta di tanta bellezza.
Sia quel che sia, questa della nascita di Benedetta è un'ottima notizia.
Una Messa per Fabio
Venerdì 24 dicembre, alle ore 8, nella chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore, verrà celebrata una Santa Messa alla memoria di Fabio Aletti.
lunedì 20 dicembre 2021
Inverno
Oggi inizia l'inverno. Non lo si direbbe, stando alla foto scattata ieri dal mio amico Enrico Piazza, tramonto sul lago Maggiore, a Santa Caterina del Sasso Bàllaro. Già oggi sono arrivate le nuvole, il giorno di Natale probabilmente pioverà...non va bene la pioggia a Natale, che scioglierà la neve del Brinzio. Non va bene. Il Natale è bianco, non grigio.
Menta ventennale
domenica 19 dicembre 2021
Messa di Natale de La Casa di Varese
Ogni info la si può trovare anche sul sito: www.lacasadivarese.it
Solo per 5 punti
Dai, coraggio.....Forza Varese! ...e Buon Natale....
Ul racùnt par Natàl da Simone
Ul destìn... quand ca 'l rìva 'n fiö
" 'Mè la và, sciùr Gabriele? "
" Mi bén, e lée? "
Sa
salüdàvan inscì, tücc i sìir, dal lünedì al venerdì. Lée la ghe dàva dul lü,
anbén l'età da lée l'éva mia tròpp distànt da quéla da lü par quéll ca la
pudéva fà pensà la cundiziùn da
quéll'ómm, ca 'l paréva specià sémpar 'n quaicóss, lì, setàa gió cun gran
cuntégn, visìn a l'ültim basèll du la scàra dul metrò in piàzza dul Dómm.
Sa
cugnussévan da 'n quài ann, da quand la Raffaella l'éva cumincià a laurà par
'n'imprésa grànda, ca la gh'éva i sò ufìzzi püssée impurtànt pròpi lì visìn. La
s'éva interessàda sübit da lü quand l'éva vist ca 'l stàva setàa gió lilinscì,
la savéva no se tütt ul dì o dumà in di ur indùa gh'è 'l püssée gran passàgg da
gent, silenziùus ma cunt un surìis par tücc, tütt intapàa anbén vestìi a la
sanfasàn. L'éva pensàa e duperàa pròpi 'sti paròll par descrìiv 'sto ómm ai sò
cumpàgn dul laurà. Lùur évan sübit s'ciupàa dul rìid e gh'évan dìi: "Te la
chì n'àltra ca l'ha ciapàa 'na còta par ul Maèstar!"
Inscì
l'éva ciamàa ul barbùn dul metrò da quèi ca sa fermàvan a vidé dumà i aparénz,
par via dul lapis négher ca 'l sa vedéva vegnì föra dal sacugìn du la giachéta
invéci dul fazzuletìn. Ma chi 'l passàva via sènza vardà pulìto pudéva mia vidé
che i pagn évan slisàa ma nétt; che 'l sò fà l'éva sitìiv e riservàa, e che la
sua riservatézza la saltàva sübit a l'öcc quand ca 'l sa sentìva squadràa da 'n
quaivün.
Lü 'l
stàva lilinscì, in dul sò cantùn, cun 'na bréga da föj da càrta culuràda. 'Sta
càrta, sóta i sò dìid, la sa trasfurmàva in caplaùur.
"Origami".
L'éva
stai 'na fréga da ann prìma, in süi banch da scöra, ca l'éva imparàa a fai e,
quand l'éva piantàa lì 'na vita da sciuri e 'n laurà impurtànt, l'éva stai bun
da ritruvài e perfeziunài cunt 'l sò ingégn fìna a fài diventà 'na spécie da
atraziùn par i furestée. I fiö 'l vardàvan cunt ul nàas in mèzz a la fàcia
intànt ca da i sò man vegnévan föra cign, ran che saltàvan dumà a tucài cunt un
dìid, gabiàn. Tütt ròbb pö cumpràa dai sò pà.
Parchè
sa gh'évan i mamm, inscàmbi, évan i fiùr a vèss creà dai sò man. Fiùr da loto,
tülipàn, rös e àltar ròbb dul génar. Cunt i danée 'l mangiàva, 'l sa tegnéva in
ùrdin, e 'l cumpràva la càrta. La Raffaella, però, l'éva mia 'na dòna 'mè i
àltar, la sa cuntentàva mia di ròbb che i àltar disévan da lü e, dàsi dàsi, 'n
dì 'drée l'àltar, l'éva capìi quéll che ghe interessàva püssée. Lée la gh'éva
in cà 'na mügia da quèi ròbb fài da càrta e l'éva passàa 'na centéna di sò
intervàl dul mesdì a mangià 'n sànguis intànt ca la vardàva l'ómm a laurà. La
savéva nagótt da lü; ul nòmm, e pócch d'àltar... però la vedéva la lüüs di sò
öcc quand l'éva 'n fiö a vardàll. E quand 'l cuntinuàva a fall, intant ca i sò
gent 'l menàvan via, e 'l tegnévan par 'na man e l'altra la strengéva la sò
òpera da purtà a cà.
L'éva
'n'ugiàda d'un ómm ca 'l vedéva in tücc i fiö ul sò fiö. Quéll fiö che, un dì
disgraziàa, l'éva vugàa in ciél, e 'l s'éva menà 'drée, da lì a pócch, ànca la
sua màma, ca l'éva mia stàia bóna da tegnì bòta a quéll gran dispiasé. Ma quést
'l savéva propi nissün.
Dumà
la Raffaella l'éva prüsmàa 'n quaicóss, parchè, intant ca 'l vardàva in dul
laurà, l'éva vist burlà gió dal sacugìn, in dul tirà föra ul lapis, 'n litràtt sbiavìi ca 'l nàva a ris'c da vugà via par un culp
d'aria vegnüü fö da la scàra dul metrò cumè 'l füdéss anca lü in ritàrd par ul
laurà. Quéla vòlta ul Maèstar l'éva saltàa sü in pée da rebetùn e 'l s'éva
metüü a cùrigh adrée par catàll, cumè 'l füdèss un tesòr da quèi preziùus. E
l'éva preziùus dabùn.
'Na sìra
la gent la passàva intùrna in prèssa, intrüsciàda par i spées ca sa fann sèmpar, quand la piàzza dul Dómm la slüsìss
par ul Natàl ca l'è 'drée a rivà.
Nissün
'l ghe vardàva 'dòss, infìn l'éva 'n barbùn che 'l durmìva: dumà par un pù, o
no, 'l cambiàva fórzi 'n quaicóss?
Lü 'l
strengéva in di man quéll litràtt, cunt ul surìis da chi l'ha savüü specià
tanti ann l'ugiàva dul sò fiö, in dul vidé quéll da tücc i àltar fiö che
passàvan danànz ai sò öcc.
Traduzione in dialetto bosino di Antonio Borgato (dicembre 2021)
Racconto originale in lingua italiana: "Il destino... nell'arrivo
di un bambino"
di Simone Mambrini (Natale 2016)
sabato 18 dicembre 2021
Aperto anche il posteggio in via Rainoldi
In occasione della presentazione del Calandàri d'ra Famiglia Bosina par ur 2022, in programma domani, domenica 19 dicembre, ore 10, sede ANCE di Varese (via Cavour 32) verrà aperto anche il posteggio auto, in fondo a via Rainoldi, sulla destra.
Una comodità in più.
venerdì 17 dicembre 2021
Valeria e Alessio
Mi piacerebbe potesse 'leggere' questo mio abbraccio, la mia vicinanza in un momento tanto impegnativo.
Vaccino e San Martino
Tramonta il sole e speriamo tramonti anche questa piaga biblica.
A Brinzio è uscito il gattone
giovedì 16 dicembre 2021
Ho ritrovato il luogo
Nel gennaio del 2016 avevo scattato una foto in centro a Varese, si vedeva il nostro Bernascone e una torretta. Era piaciuta ad Albert Bortoluzzi, noto fotografo, l'aveva usata per un suo libro ed una mostra. Troppo buono. L'ho scelta come foto di copertina del Calandàri dra Famiglia Bosina par ur 2022. Quando mi hanno chiesto dove l'avessi scattata, ho avuto più di un dubbio: non ricordavo il punto esatto. Credevo in via Sacco, verifico ma non era quella la via. Oggi sono riuscito a ritrovare il luogo: via Veratti, proprio di fronte al cancello del Broletto. Ho scattato questa foto, molto simile a quella del 2016, stessa ora più o meno, stesso sole al tramonto.
mercoledì 15 dicembre 2021
Il Coro Vidoletti a Sant'Ambrogio
Il Coro 'Angelo Vidoletti', diretto dal maestro Cesare Castiglioni, si esibirà sabato 18 dicembre 2021, ore 21, nella chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio Olona, via Rossetti 9. I canti aiuteranno a meditare sul Mistero del Natale.
Saranno rispettate le norme antiCovid.
martedì 14 dicembre 2021
Anche Nini Bossi sulle nevi di Brinzio
Anche Claudio Bossi detto Nini, anima dello sci nordico a Cunardo (insieme al padre) sciava stamani sulla pista del Brinzio, in attesa che si possa sciare anche a Cunardo, speriamo per Natale. "Stiamo sparando" dice Nini. "Dovrebbe fare un po' più freddo ma non ci lamentiamo, forse settimana prossima calano di nuovo le temperature." Classe 1959, in pensione da questo settembre, mio collega di educazione fisica e amico, Nini, maestro di sci, sciava stamani con leggerezza ed eleganza nonostante una neve non certo per principianti, un po' dura e 'malmessa'. Io infatti sciavo assai prudentemente, intorno ad un piccolo anello evitando i tratti più ripidi, mentre lui viaggiava sicuro.
ps la foto, autoscatto dal basso verso l'alto, ci deforma un po'. E' vero che non siamo più giovani, ma la foto inganna!
lunedì 13 dicembre 2021
Rudolph, la renna dal naso rosso
Dopo
averci raccontato, lo scorso Natale, la storia di Gesù Bambino, Babbo Natale e
una stella di nome Cometa (nel libro per bambini ‘Una notte, tanti anni fa’)
Marta Zanzi, giovane narratrice e disegnatrice varesina (per hobby, è docente
di lingua inglese), ci regala per questo Natale 2021 una nuova avventura per i
nostri bimbi, ‘Rudolph, la renna dal naso rosso’. Già, la nona renna di Babbo Natale,
quella con il naso che luccica nella notte buia e nebbiosa, illuminando la via
verso i regali, non è molto conosciuta in Italia, e soprattutto pare non vi
siano libri in italiano, con la sua storia. Ci ha pensato Marta, che con poche
frasi a caratteri assai leggibili e molte illustrazioni a colori ce la
racconta. Meglio, ci offre lo strumento per leggerla a chi fantastica per
natura, per dono d’età. Si legge in quarta di copertina: ‘Tanto tempo fa, al
Polo Nord, vicino al villaggio di Babbo Natale, nacque una piccola renna…mamma
e papà capirono subito che aveva qualcosa di speciale…lo noterà anche Babbo Natale?’
Il libro può essere ordinato su Amazon o attraverso il sito www.unanottetantiannifa.it
domenica 12 dicembre 2021
Festa degli Auguri e Calandàri par ur 2022
Domenica
12 dicembre 2021, nella sede dei Costruttori Edili in via Cavour, a Varese, la
Famiglia Bosina ha dato vita alla tradizionale Festa degli Auguri natalizi, una
festa ancora in tono minore (niente cena in Salone Estense ma apericena più ‘dietetica’)
ma sempre festa, per scacciar via la maledizione del Covid e dare spazio alla
solita, bella vita in compagnia. Greenpass, temperatura, mascherina, vincoli
ancora necessari, speriamo per poco.
Presenti
fra gli altri il regiù Luca Broggini, il prevosto di Varese Mons. Luigi
Panighetti, il sindaco di Varese Davide Galimberti e il presidente della
sezione Ana di Varese, l’alpino Antonio Verdelli.
Come
tradizione vuole, la Festa degli Auguri è stata anche l’occasione per la
presentazione del Calandàri dra Famiglia Bosina par ur 2022, annuario nato nel
1956, giunto alla 67^ edizione, che mostra in copertina il nostro campanile del
Bernascone, visto da via Veratti, zona Broletto.
I
saluti e gli onori di casa sono stati compito del regiù Broggini, il professor
Robertino Ghiringhelli, docente universitario, ha tratteggiato le principali
novità del nuovo Calandàri, l’alpino Verdelli ha parlato invece della sezione
varesina delle penne nere, in festa per i 90 anni di vita. E proprio gli alpini
hanno dato una mano alla manifestazione, insieme alle donne Bosine e agli altri
volontari della grande Famiglia varesina. Apericena allietata dal suono del
violino.
Il
Calandàri verrà presentato più in dettaglio domenica prossima, 19 dicembre, ore
10, sempre nella sede dei Costruttori Edili in via Cavour 32, a Varese.
Calandàri che si trova in vendita presso la Libreria Antiquaria Canesi di via Walder
39, Varese. E per avere un’idea del contenuto del libro, ecco a seguire l’indice:
Harmony
di Luca Broggini
Dall’io
al noi di Mons. Luigi Panighetti
I
giovani sapranno ringraziarci di Davide
Galimberti
Fedeli
alla tradizione
Cronaca,
in sintesi, del 2020 di Carlo Zanzi
ATTUALITA’
Il
grande cuore di Varese di Gianni
Spartà
Medico
volontario vaccinatore, una scelta inevitabile di
Pierluigi Turtura
Tre
Valli, cento emozioni di Paolo
Costa
De
Marchi marchia la Tre Valli centenaria di
Carlo Zanzi
La
Madonna del Campo dei Fiori di Carlo
Zanzi
ANMIG,
nella storia e nel futuro di Fiorenzo
Croci
Varese:
il fascino dei laghi di Ezio
Motterle
LA
GENTE
Dante
Isella, a cento anni dalla nascita di
Federico Bianchessi Taccioli
Giampaolo
Cottini: la meraviglia per conoscere di
Luca Cottini
Natale
Gorini: re, poeta e…monello di Carlo
Zanzi
Augusto
Caravati, il visionario della concretezza di
Fausto Bonoldi
Varese
1932: il debutto de ‘I Bandiera’ di
Luisa Negri
Un
giovane maestro di novant’anni fa: Leopoldo Giampaolo di Laura Aresi
LA
STORIA E LE STORIE
In
punta di sonetto di Giuliano Mangano
Un’opera
originale varesina: ‘Il marito alla moda’
di
Pietro Della Valle con libretto di Luigi Grossi di
Bruno Belli
La
Giustizia a Varese nel ‘600 e nel ‘700 di
Fernando Cova
La
Grisa di Massimo Lodi
I
custodi varesini del tesoro di Mozart di
Federico Bianchessi Taccioli
A
zonzo per l’Europa di Antonio Borgato
IL
TERRITORIO
Nomignoli
di periferia di Roberto Fassi
Ipotesi di Paolo Zanzi
La
curva del gasato di Pierluigi
Tamborini
Toccherò
il cielo di Serena Martegani
Il
ritorno di San Rocco a Comerio di
Federica Lucchini
La
banda cunt i barbisìtt di
Giovanna Gervasini
L’idea
geniale della Santabarbara di Dedo
Rossi
L’ARTE,
GLI ARTISTI, I LIBRI
Il
sacro di Albino Reggiori al
Santo
Stefano di Laveno Mombello di
Silvano Colombo
Bruno
Belli e la dimora dei Toeplitz di
Carlo Zanzi
La
linea lombardo-belfortese di Dino Azzalin
Un
ricordo di Piero Cicoli di Alberto
Palazzi
UL
CANTUN DUL DIALETT
Ul
Cariö e ‘l Coronavirus di Antonio
Borgato
Ul
prìmm d’utùbar da tanti ann fa di
Antonio Borgato
La
guera dul Lino - 7 di
Antonio Borgato
Ul
punt di strij a san Fermu di Antonio
Borgato
Ul
Babbo Natale di Lidia Munaretti
La
Gina di Livio Bianchi
Rusumada
e granell di Gregorio Cerini
LE
ATTIVITA’ DELLA FAMIGLIA BOSINA 2020-2021
Festa
degli Auguri e Calandàri 2021
Festa
du ra Giöbia e Poeta Bosino
Il
discorso del Re per il Carnevale 2021
Fotomascherine
di Carnevale
Festa
di San Vittore e Girometta d’Oro 2021
Le
Giromette d’Oro a oggi
Premio
ippico Famiglia Bosina
Castellanze
in centro
La
ricchezza del Calandàri