Ho conosciuto Annamaria Gandini a metà degli anni Novanta, quando avevo da qualche anno dato inizio alla mia carriera di giornalista al settimanale 'Luce' e leggevo regolarmente il quotidiano La Prealpina, quindi la rubrica 'La mia Varese', curata da Annamaria. Poche righe, storie della nostra città, pezzi che poi regolarmente venivano raccolti in libri, che portavano lo stesso titolo 'La mia Varese'. Poi un giorno mi chiamò, conosceva mio papà Mario, venivano entrambi da Sant'Ambrogio, era alla ricerca di nuove storie varesine e forse il 'vecchio' Zanzi avrebbe potuto darle una mano. Da allora ci siamo spesso incontrati, io le facevo avere regolarmente i miei libri, lei li pubblicizzava al 'Gazzettino Padano'. Da lei ho preso spunto per la mia rubrica sulla Prealpina, 'Pensieri & Parole', e da lei ho imparato a raccogliere in antologia i pezzi, riproponendoli in formato libro. Per anni ci siamo incontrati anche alla Messa presso la chiesa bianca di viale Aguggiari. Sempre elegante, figlia di giornalisti, giornalista per tutta la vita.
Ciao, Annamaria.
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