Antonio
Bandirali (in foto), dinamico e creativo presidente del Circolo degli Artisti di Varese,
tempo fa entra al museo Osterreichische Galerie Belvedere di Vienna e ammira un
quadro di Egon Schiele. Ne resta colpito. L’autore rappresenta l’insieme della
sua famiglia proiettata nel futuro con le sue aspettative, formata da Schiele e
dalla moglie Edith con un neonato. La prima stesura del quadro risale al 1917.
Il dipinto raffigura Schiele e la moglie con il titolo ‘Coppia accovacciata’.
Dopo la prematura scomparsa della moglie al sesto mese di gravidanza nel 1918
per l’epidemia spagnola, Egon Schiele riprese la tela e aggiunse il bambino mai
nato alla base dei piedi della moglie. Pochi giorni dopo, anche Schiele morì di
pandemia e successivamente il quadro venne rinominato ‘The Family’.
Più
di un secolo dopo la spagnola, la pandemia torna ad inquietare e ad interrogare
l’umanità. Bandirali ricorda quel quadro e pensa alla pandemia, all’arte:
perché non chiedere all’arte varesina di dire qualcosa su questi tragici
giorni? Perché non riunire entro la rigida copertina di un volume le opinioni
di varesini più o meno illustri, certamente sensibili allo ‘scandalo’ del
Covid19, e se non le loro parole le loro opere, quadri, fotografie, ispirate al
momento certamente indimenticabile? L’entusiasmo di Antonio Bandirali è
contagioso, il progetto ‘Arte&Pandemia – Testimonianze’ trova il consenso
del ‘Circolo degli Artisti di Varese’, dell’Associazione Culturale Europea
(ACE) presso il JRC di Ispra e della ‘Fondazione Comunitaria del Varesotto’,
delle Associazioni ‘Varese Nascosta’ e della ‘Società Storica Varesina’, nonché
i patrocini della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Varese e
di alcuni sponsor. Ecco però il momento più difficile: trovare le decine e
decine di persone disposte in qualche modo a mettersi in gioco, a confessare la
propria fragilità, le paure, utilizzando gli strumenti dell’arte. Ma le
testimonianze arrivano, generose, quasi una liberazione, un desiderio presente,
un’occasione per un contributo, sempre infinitamente modesto rispetto a chi,
con la pandemia, ha lottato in prima persona, da malato o da sanitario sulla
linea del fronte. Ed ecco il libro, recentemente presentato alla città di
Varese, un elegante volume di oltre 150 pagine, venuto alla luce grazie anche
ad Alessandro Stagni, titolare di Grafiche Esse Zeta, ammirevole nel suo
altruismo. Lo introducono Attilio Fontana (Presidente di Regione Lombardia),
Davide Galimberti (sindaco di Varese), Maurizio Ampollini (Presidente della
Fondazione Comunitaria del Varesotto), David Wilkinson (Associazione Culturale
Europea), premessa di Renzo Dionigi (autore, con Filippo Maria Ferro, del
recente libro ‘Non è la prima volta – Epidemie e pandemie: storie, leggende e
immagini’) e ricca presentazione di Antonio Bandirali. E poi via, si parte con
le testimonianze: docenti universitari, insegnanti di ogni ordine di scuole,
economisti, imprenditori, giuristi, storici, artisti, giornalisti, medici,
infermieri, filosofi…Ripeto: oltre 150 pagine, immagini in alta definizione e
non poche parole scritte. Testimonianze di più pagine, dotte, con citazioni, o
poche frasi ‘semplici’ ma assolutamente mai banali, certamente sincere. Opere d’arte
e il ricamo dei caratteri inchiostrati, che raccontano, che emozionano, che
danno speranza. Perché non è ancora finita, la pandemia del nuovo millennio non
si chiude come si chiude il libro, c’è ancora da camminare e da pazientare.
Questo
mosaico di testimonianze rimarrà nel tempo, un contributo alla memoria, anche
un abbraccio a chi, dalla pandemia, è stato travolto.
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