martedì 21 dicembre 2021

Arte&Pandemia-Testimonianze: un contributo alla memoria


 


Antonio Bandirali (in foto), dinamico e creativo presidente del Circolo degli Artisti di Varese, tempo fa entra al museo Osterreichische Galerie Belvedere di Vienna e ammira un quadro di Egon Schiele. Ne resta colpito. L’autore rappresenta l’insieme della sua famiglia proiettata nel futuro con le sue aspettative, formata da Schiele e dalla moglie Edith con un neonato. La prima stesura del quadro risale al 1917. Il dipinto raffigura Schiele e la moglie con il titolo ‘Coppia accovacciata’. Dopo la prematura scomparsa della moglie al sesto mese di gravidanza nel 1918 per l’epidemia spagnola, Egon Schiele riprese la tela e aggiunse il bambino mai nato alla base dei piedi della moglie. Pochi giorni dopo, anche Schiele morì di pandemia e successivamente il quadro venne rinominato ‘The Family’.

Più di un secolo dopo la spagnola, la pandemia torna ad inquietare e ad interrogare l’umanità. Bandirali ricorda quel quadro e pensa alla pandemia, all’arte: perché non chiedere all’arte varesina di dire qualcosa su questi tragici giorni? Perché non riunire entro la rigida copertina di un volume le opinioni di varesini più o meno illustri, certamente sensibili allo ‘scandalo’ del Covid19, e se non le loro parole le loro opere, quadri, fotografie, ispirate al momento certamente indimenticabile? L’entusiasmo di Antonio Bandirali è contagioso, il progetto ‘Arte&Pandemia – Testimonianze’ trova il consenso del ‘Circolo degli Artisti di Varese’, dell’Associazione Culturale Europea (ACE) presso il JRC di Ispra e della ‘Fondazione Comunitaria del Varesotto’, delle Associazioni ‘Varese Nascosta’ e della ‘Società Storica Varesina’, nonché i patrocini della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Varese e di alcuni sponsor. Ecco però il momento più difficile: trovare le decine e decine di persone disposte in qualche modo a mettersi in gioco, a confessare la propria fragilità, le paure, utilizzando gli strumenti dell’arte. Ma le testimonianze arrivano, generose, quasi una liberazione, un desiderio presente, un’occasione per un contributo, sempre infinitamente modesto rispetto a chi, con la pandemia, ha lottato in prima persona, da malato o da sanitario sulla linea del fronte. Ed ecco il libro, recentemente presentato alla città di Varese, un elegante volume di oltre 150 pagine, venuto alla luce grazie anche ad Alessandro Stagni, titolare di Grafiche Esse Zeta, ammirevole nel suo altruismo. Lo introducono Attilio Fontana (Presidente di Regione Lombardia), Davide Galimberti (sindaco di Varese), Maurizio Ampollini (Presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto), David Wilkinson (Associazione Culturale Europea), premessa di Renzo Dionigi (autore, con Filippo Maria Ferro, del recente libro ‘Non è la prima volta – Epidemie e pandemie: storie, leggende e immagini’) e ricca presentazione di Antonio Bandirali. E poi via, si parte con le testimonianze: docenti universitari, insegnanti di ogni ordine di scuole, economisti, imprenditori, giuristi, storici, artisti, giornalisti, medici, infermieri, filosofi…Ripeto: oltre 150 pagine, immagini in alta definizione e non poche parole scritte. Testimonianze di più pagine, dotte, con citazioni, o poche frasi ‘semplici’ ma assolutamente mai banali, certamente sincere. Opere d’arte e il ricamo dei caratteri inchiostrati, che raccontano, che emozionano, che danno speranza. Perché non è ancora finita, la pandemia del nuovo millennio non si chiude come si chiude il libro, c’è ancora da camminare e da pazientare.

Questo mosaico di testimonianze rimarrà nel tempo, un contributo alla memoria, anche un abbraccio a chi, dalla pandemia, è stato travolto.


Nessun commento:

Posta un commento