mercoledì 13 marzo 2019

La Saslong

                                                                                          ph carlozanzi

Chi si reca in Val Gardena con gli sci da discesa, ed è abbastanza abile, ha due obiettivi principali: il Sellaronda (di cui già ho trattato) e la Saslong, la nera di Coppa del Mondo, una delle discese libere del circuito mondiale più entusiasmanti. Realizzata nel 1968, in vista dei Mondiali che si tennero in Val Gardena nel 1970, parte dai 2249 metri del Ciampinoi e arriva, dopo 3446 m, 839 di dislivello, ai 1410 metri di Santa Cristina. Pendenza massima del 57%, che si incontra subito, dopo il salto Spinel, poi il salto del Looping, 500 metri in piano, i Muri di Sochers (55%), le famose Gobbe del Cammello (i campioni fanno salti anche di 60 metri), le quattro insidiose curve dei prati di Ciaslat e lo schuss finale. Ebbene, non nascondo che la volevo provare, ma dopo il Sellaronda ho preso maggior consapevolezza dei miei mezzi e preferisco soprassedere. Anche perché se uno vuol seguire i campioni del ciclismo, pedalando sui loro passi (Stelvio, Pordoi...) lo può fare tranquillamente, al massimo cammina con la bici al fianco, ma qui è ben diverso. Se uno si butta giù deve arrivare al traguardo, non può cambiare idea, a meno di chiamare la motoslitta!

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