martedì 9 luglio 2019

La Cina di Giorgio Lotti

                                                                                        ph valentina zanzi



Era il 1954 quando Giorgio Lotti, giovane fotografo milanese, venne ingaggiato dall’Agenzia Giancolombo, fra le più importanti all’epoca in Italia. Dieci anni dopo entra nello staff del settimanale Epoca, e lì rimarrà sino alla chiusura nel 1997. Oltre vent’anni dopo Lotti, classe 1937, non ha ancora riposto la macchina fotografica, scatti dopo scatti che si aggiungono alle 250.000 foto, conservate nei più prestigiosi archivi e musei del mondo. Lavorando per Epoca ha seguito i più importanti avvenimenti mondiali, ma non solo. Bernardo Bertolucci lo vuole accanto a sé sul set de L’ultimo imperatore (1987) e Il tè del deserto (1990). Dagli anni Novanta Giorgio Lotti è varesino d’adozione, segue le vicende della nostra terra prealpina, disponibile a dare consigli a chi intende intraprendere il mestiere di fotografo. Molti i riconoscimenti ottenuti, ultimo in ordine di tempo quello che riceverà il 24 agosto a Spilimbergo, il prestigioso Premio Friuli Venezia Giulia, per la sua prestigiosa carriera. Dal 24 agosto al 22 settembre aprirà a Palazzo Tadea di Spilimbergo la mostra di Lotti ‘Cina Cina Cina’. 

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