giovedì 27 luglio 2017

Il Siddharta di Bezzon

                                                        ph carlozanzi


Non si appanna l’estro, la vena letteraria di Emiliano Bezzon (Comandante della Polizia locale di professione, narratore giallista per ispirazione), che questo pomeriggio in Villa Toeplitz ha presentato il suo nuovo romanzo: Il manoscritto scomparso di Siddharta (Robin edizioni). Fra il pubblico quasi tutta la Giunta di Palazzo Estense, il poeta editore Dino Azzalin e tanti estimatori di Bezzon, che questa volta si troveranno di fronte a due storie parallele, una ambientata nel 1922 e l’altra ai nostri giorni. Ma come mai Siddharta e quindi Herman Hesse?
“Ero in vacanza in montagna e pioveva” racconta l’autore, “quindi sono andato a visitare la casa di Herman Hesse, notando fra l’altro un quadro della Valsolda, un acquerello realizzato proprio dal noto scrittore, che dipingeva su consiglio del suo psicoterapeuta. Ho quindi immaginato Hesse intento a dipingere, fatto oggetto dell’inspiegabile furto del manoscritto di Siddharta.”
Fantasia a ruota libera, il comandante-scrittore ha chiamato in campo, come sua abitudine, molte donne, soprattutto nei panni di investigatrici, ambientando la storia proprio in Valsolda.
Brindiamo quindi a questo nuovo giallo: con cin.



  

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