venerdì 7 luglio 2017

Dai, che domani ci sposiamo


Sono seduto in sala, davanti al pc, che sta sullo stesso tavolo di 36 anni fa. Ricordo, forse il giorno prima di sposarmi, o due, fine di aprile 1981. Io seduto in questa stessa sala, il medesimo tavolo di frassino, allora più profumato di nuovo e meno ingiallito. Una sala spoglia, allora come oggi, senza quadri alle pareti. E' cambiato il divano. 36 anni. Mezza vita, se va bene. Sono cambiato, dentro e fuori, eppure è come se fosse successo ieri. 36 anni. Tre figlie, due nipoti, una carriera lavorativa al capolinea (una moglie, naturalmente), quaranta libri pubblicati, migliaia di km fra corsa, bici...senz'altro so cucinare meglio di 36 anni fa, soprattutto la pizza (in foto una simpatica immagina trovata su fb, titolo -Ho messo a riposare la pizza-) però sono lo stesso. Sì, è vero, le sedie sono cambiate e io, 36 anni fa, forse sedevo qui di fianco, verso la portafinestra. Scrivevo a mano, o con una piccola macchina da scrivere. Potevo baciare ancora mia mamma Ines e mio fratello Marco: sì, questo è un taglio profondo, che brucia. 
36 anni...un attimo. E guardando negli occhi il Carlo di allora, qui al mio fianco, mi viene da dirgli: "Dai, che domani ci sposiamo."    

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