Jurenito,
al secolo Umberto Bellodi, esce in questi giorni con un secondo disco
autoprodotto. Dopo Forty (40), chiaro riferimento all’età dell’autore, ecco
Forty-one (41).
Jurenito,
ancor più che nel primo lavoro, fa tutto da solo: canta e suona. Unica
collaborazione quella di Valentina Zanzi, fotografa e videomaker, che ha
realizzato fra l’altro alcuni video delle canzoni, che presto gireranno in
internet.
Polistrumentista,
artista eclettico e creativo, amante della musica elettronica, dopo Forty
(molto lontano dai miei gusti musicali) ora con Forty-one si è avvicinato a
sonorità che più mi appagano, soprattutto quando tocca corde acustiche e si
avvicina alla musica country-folk americana. Una recente intervista sulla
rivista specializzata OUBLIETTE MAGAZINE (a firma Luca Dainese) elogia il nuovo
lavoro, fa paragoni con il miglior David Crosby, con Bon Iver e la musica
californiana. I testi (tutti di Jurenito, a parte Posto 7) sono in inglese.
Ecco
una veloce carrellata dei testi tradotti.
A-Song
for David (Canzone in LA per David)
Lascia che il suono crei nuove onde, lascia
che si gonfi e prenda peso, ululando squilli risonanti. Quando accordo
diversamente la mia chitarra raggiungo nuove colline e, nel mezzo, c’è il tuo
podere.
E’
questa una delle mie preferite. La musica accompagna il testo, crea onde, segue
i dolci contorni delle colline. La voce, abilmente trattata con supporti
elettronici, è suggestiva e coinvolgente. Si tratta di un omaggio a David Crosby, che era solito accordare le chitarre in modo inusuale, alla ricerca di nuove frontiere sonore.
Mockin’
(Imitare)
Quando l’estate mi rende nostalgico, nella
città non trovo un posto che sia mio. Mi sento come a piedi nudi su vetri
rotti… rompi il mio silenzio con i tuoi sospiri, fallo per me. Ciò che chiamo
casa è il mio amore apolide.
Rispetto a A-Song for
David, qui il ritmo è incalzante, le strofe vengono ripetute e l’utilizzo di un
banjo a sei corde mi fa pensare a mio fratello Mock, the banjoman, morto in
estate, un tempo che rende nostalgico l’autore. E in effetti si tratta proprio di un omaggio a Mock, che è stato Mokkato (imitato) in questo brano. Del resto Mock e Jurenito si sono conosciuti nel 2015, e proprio il polistrumentista varesino, autodidatta e produttore dei suoi dischi, in qualche misura è stato di esempio a Bellodi.
Posto 7 (Posto 7)
Credo sarò da qualche parte vicino al molo. Forse
leggerò, la linea dell’orizzonte è così meravigliosa. Mi nutrirò di dolore e
pensieri, forse mi sazierò… la linea dell’orizzonte è ancora meravigliosa.
Perso in un posto dove nessuno rialza le tue cadute, perso in una strada dove
il pericolo è in agguato, vienimi a prendere e riportami a casa. Biasimo il
sole del mezzogiorno, che scotta. Lo vedrai sulla mia pelle, il tuo profilo al
confronto è così meraviglioso. Biasimo gli sguardi delle persone che si voltano
dall’altra parte. Come sai non so essere accondiscendente, e il tuo profilo al
confronto è sempre così meraviglioso. A nessuno importa se un altro giorno è
passato. A nessuno importa se un altro giorno se ne è andato. Vienimi a
prendere e riportami a casa.
Posto
7 (la sola con parole non di Jurenito ma di Valentina Zanzi) è fra le più delicate,
una dolce canzone d’amore che mi ha ricordato sonorità alla Simon and Garfunkel.
Forty-one (Quarantuno)
Quando tutto sembra perduto o minaccioso, le navi
hanno due opzioni: andare alla deriva o tornarsene indietro mettendosi in salvo
con il mare in poppa, perché la fuga è spesso l’unico modo per tenere il tuo
amore al sicuro. L’unica via è la fuga. Quando tutto è troppo. Dopotutto.
Ed eccoci alla canzone che
dà il titolo al nuovo disco di Umberto Bellodi, una delle mie preferite
(giustamente merita il titolo), arricchita da un video di Valentina Zanzi, che gira
con abbondanti visualizzazioni su facebook. Sonorità della West Coast (CSNY) mi
paiono se non evidenti, almeno abbondantemente percepibili.
Dogs Around (Cani intorno)
Barcollano come cani, latrando, e non sono in grado
neppure di trovare i loro ossi. Barcollano come cani, lamentandosi, e non
saranno in grado nemmeno di pagare i loro prestiti. Spremendo le loro
intelligenze come se fossero rane, gracchianti, non ne caverai nemmeno una
goccia. Spremendo le loro intelligenze come se fossero rane, piagnucolanti, non
sarai in grado di ripulire il loro passato
Assoli di chitarra
elettrica con il distorsore, per una canzone che è aspra nel testo e nella
musica, più vicina a sonorità del primo cd di Jurenito, Forty.
Daylord I (Il giorno del Signore) Il giorno, la luce
del giorno, all’improvviso, ci insegue: ci porta dove non vorremmo andare.
Vela i nostri occhi, si porta via il nostro respiro: ci porta dove non
vorremmo andare. Ecco il sole, la più bella delle meraviglie. Ecco il sole,
siamo stanchi e gli ubbidiamo. Poi giunge la sera, per restare, e si ciba di
noi.
Questo testo raccoglie con abbondanza le suggestioni del poeta Puccio Chiesa,
nella lirica qui riportata:
Il giorno ci insegue da subito Ci porta dove non vorremmo andare Ci
copre gli occhi Ci toglie il fiato Il sole è sempre la prima delle meraviglie
Siamo stanchi e obbediamo Poi arriva la sera, e si ciba di noi.
Con uguale titolo (Daylord II) vi è poi una versione solo musicale.
Yet another alphabet song (Nient’altro che
un’altra canzone dell’alfabeto)
A per Allusione B per il Cieco (Blind) C sta per i Collari D per lo Stupido (Dumb) E per le vostre Aquile (Eagles) Furia e grida G per i vostri Ringhi (Growlings) H per i vostri Heil! Io sono il vostro giullare (Joking) Che si fa beffe di tutto (Key) La Chiave del mio gioco è (Laughring) Deridervi (Mind) Fate attenzione ai vostri limiti Non alle vostre ossessioni (Over) Sempre, sempre, sempre e per sempre (Playing) Impegnati a interpretare i vostri ruoli Quietamente esigenti Rozzamente aggressivi (Solely) Unicamente sguaiati (Terribily) Grottescamente seducenti (U) Voi vi voltate (DOUBLE U-r) Per sembrare in numero doppio (X-actly) Ma più precisamente Y perché non vi decidete a (Z) farla finita?! E dopotutto questa non è nient’altro che un’altra canzone dell’alfabeto
Si chiude con un divertimento rock, una canzone dell’alfabeto che
permette a Jurenito di giocare con le lettere dell’alfabeto e con le corde
della chitarra.
Che dire? Lavoro interessante, originale, adatto a chi ama la musica
sperimentale, testi ermetici e motivi non certamente orecchiabili. Lavoro di
un musicista impegnato a seguire strade nuove.
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