Ogni
due settimane faccio un’incursione in un noto supermercato varesino, come un
razzo giro fra gli scaffali, prendo ciò che mi serve, pago e me ne vado. Venti minuti
al massimo. Ogni tre o quattro mesi mia moglie mi chiede se posso accompagnarla
sempre nel sopradescritto negozio e allora (qualche sacrificio occorre per
meritarsi il Paradiso) accetto di buon grado. In tal caso il mio atteggiamento
cambia. Armato di pazienza (ci vorrà almeno un’ora) appoggiato coi gomiti al
carrello, amo guardare i clienti. Alla spesa ci pensa lei, io mi limito a far
cigolare le quattro ruote, e le lunghe soste fra le corsie mi permettono di
osservare la gente. Anche se è impossibile, cerco di evitare ogni risvolto di
giudizio, per lo più critico, mentre col passare degli anni mi riconosco sempre
più in questa umanità ‘comicodrammaticamente fantozziana’. Ricercatore mai
sazio di bellezza, cerco tracce di bellezza soprattutto nelle donne, che in
maggior numero frequentano il luogo, notando che la bellezza completa è assai
rara, mentre non mancano particolari belli: gli occhi, i capelli, un fisico non
supportato da un viso all’altezza e viceversa…Non posso non constatare eccessi
soprattutto nel peso (uomini e donne qui si somigliano), e allora cerco di
scacciare subito il mio ritenermi fortunato sotto questo aspetto (non è merito mio, è solo questione di
metabolismo), non potendo però nascondere il mio impegno (un’oretta al giorno)
per limitare ciò che gli anni depositano senza troppi riguardi. Potrei a lungo
continuare con queste mie super-visioni (visioni da supermercato): la palese
sopportazione di coppie a lungo collaudate e molto stanche di questo collaudo,
il confronto fra madri e figlie, le disarmonie nella coppia (lui bello e lei
brutta e viceversa) ma mi fermo qui. Se mi vedete appoggiato coi gomiti al
carrello, con un delicato e timido sorriso sulle labbra, credetemi, non vi sto
giudicando. Siamo tutti sulla stessa barca.
Nessun commento:
Posta un commento