ph carlozanzi
La
nostra provincia è terra di cori: di montagna, gospel, musica laica o religiosa.
Volontari del bel canto che si ritrovano una, due, anche tre volte la settimana
per le prove, esibendosi poi in città e altrove. Il Choro Lauda Sion, sin dalla
sua fondazione, nel 2003, si è sempre dedicato alla musica sacra e colta del ‘900
e contemporanea, eseguendo anche composizioni del proprio maestro Francesco Barbuto.
E ieri sera, mercoledì 31 ottobre, nella chiesa di Sant’Antonio alla Motta di
Varese, in un concerto benefico a favore della Fondazione La Casa di Varese
onlus, ha dato prova della propria bravura. Canti gregoriani, melodie di autori
quali Angelini, Busto, Gounod, Rachmaninoff, Miskinis, Duruflè, Molfino,
Bardos, Faurè e dello stesso Barbuto hanno composto un programma, che ha
aiutato i presenti a meditare sulla presenza di Cristo, del Mistero, della
santità nella nostra vita quotidiana. Musica raffinata, eseguita con
delicatezza e professionalità dai cantori (notevoli l’interpretazione solista
di una cantante diciassettene e dello stesso direttore, tenore nell’Ave Maria
di Gounod). Del resto il Choro Lauda Sion è richiesto non solo in Italia ma
anche all’estero. “Possiamo girare in Europa” ha detto Barbuto al termine della
serata, ringraziando i cantanti e i presenti “perché abbiamo scelto un repertorio
che si apre alla musica contemporanea. Si può viaggiare ancora in
Bugatti, ma se abbiamo a disposizione la Ferrari è giusto guidare anche quella.
Per la musica è come per le auto.” E ancora: “Certi risultati non si improvvisano,
il nostro Coro prova tre volte la settimana, io sono l’unico professionista, i coristi
lo vivono con passione, come se fosse un secondo lavoro.”
Robert
Browning, poeta e drammaturgo britannico, ha scritto: “Chi ascolta la musica,
sente d’incanto popolarsi la sua solitudine.” Certo, c’è musica e musica.
Quella proposta dal Choro Lauda Sion ingentilisce il silenzio, commuove, è spazio
di bellezza.