giovedì 28 ottobre 2021

Roberta Frattini tiene gli occhi aperti


 


                                                                    ph carlozanzi

Doppio battesimo ieri sera alla Sala Morselli della Biblioteca di Varese. Primo battesimo: la nascita di una nuova scrittrice varesina, Roberta Frattini, che ha presentato il suo primo romanzo, 'Ad occhi aperti' (Macchione editore). Secondo battesimo: la prima uscita pubblica del nuovo assessore alla Cultura, il prof. Enzo Laforgia, che ha salutato i presenti, ammettendo di essere ancora frastornato dal nuovo incarico. "Sono abituato a frequentare i locali della biblioteca" ha detto l'assessore. "Non nascondo di essere emozionato nel tornare qui in una nuova veste, in questa bella sala, recuperata e utilizzata per queste interessanti iniziative culturali." Addirittura due assessori alla cultura, perché in prima fila sedeva l'ex assessore alla cultura del sindaco Attilio Fontana, e cioè Simone Longhini. Presente l'editore Pietro Macchione, che ha definito questo nuovo libro "un romanzo-manifesto della gioventù varesina."
Già, ma passiamo al libro. Di che si tratta? A presentarlo, oltre all'autrice, la giornalista di VareseNews Stefania Radman, che ha subito inquadrato in un genere preciso questo lavoro d'esordio della Frattini, ambientato a Varese, ai giorni nostri, nel cuore della movida prealpina: "Il genere è riconoscibile" ha detto la Radman. "Non si tratta di un romanzo rosa alla Liala, ma del genere anglosassone noto come chick-lit. Qualche nome? Sophie Kinsella, quella di 'I love shopping', o la Helen Fielding de 'Il diario di Bridget Jones'. Protagonista una giovane giornalista e con lei alcune amiche, giovani lavoratrici che si muovono fra le vie, i negozi, i bar, i luoghi di lavoro della nostra città."
Un romanzo che parla di giovani, rivolto ai giovani. Un intento abbastanza ambizioso, perché che i giovani privilegino la lettura degli schermi dei cellulari ai libri di carta non è una gran scoperta. Eppure Roberta ci crede, ci spera. "Scrivo da sempre" ci racconta. "Avevo messo da parte molto materiale, racconti ambientati in varie città. Ho sentito il desiderio, sollecitata anche da mio padre, che ha sempre creduto nelle mie qualità di narratrice, di proporre il mio lavoro ad un editore. Pietro Macchione mi ha consigliato di mettere ordine nei miei scritti, scegliendo l'ambientazione varesina. Così ho fatto ed ecco il romanzo, uscito esattamente un anno fa, il 28 ottobre del 2020. Quindi oggi è il suo primo compleanno."

mercoledì 27 ottobre 2021

Salirò


 

Salirò ancora una volta, lentamente, con lunghi e profondi respiri...ringraziando. 

E' morto Franco Chiodetti

 


Sono vicino all'amico Mario Chiodetti, giornalista e scrittore, in lutto per la morte di papà Franco.

I funerali del signor Chiodetti saranno celebrati venerdì 29 ottobre, ore 14.30, chiesa parrocchiale di Giubiano.

Un abbraccio, caro Mario.

martedì 26 ottobre 2021

Cabbasìsi


 

Crescere significa acquistare in consapevolezza. Più si invecchia più si dovrebbe essere consapevoli. Se ne è accorto anche il noto truccatore Diego Dalla Palma, inviato a Varese nell'ambito del Premio Chiara. Ebbene, alla fine si capisce che è tutto molto più semplice: noi stiamo sui cabbasìsi a qualcuno. Il che spiega tante cose. Del resto non si può essere simpatici a tutti, questo è ovvio. 

Essere consapevoli è un po' frustrante un po' liberante.   

I fò


 


Nel nostro dialetto faggio si dice fò. Ad oltre un chilometro dalla fine della salita per il Campo dei Fiori, dopo boschi in prevalenza di castagni ecco i faggi. Di questa stagione sono uno spettacolo.

lunedì 25 ottobre 2021

Cielo autunnale

                                                                                                       ph carlozanzi
 

Cielo autunnale...così simile alla vita.

domenica 24 ottobre 2021

OJM Varese - Unahotels Reggio Emilia: 67-106


 




Mamma mia che scoppola! Che batosta! Non so da quanto tempo Varese non perdeva di quasi 40...e a Masnago! E con Reggio Emilia...per di più allenata da Attilio Caja (foto), ex incattivito che ha artigliato la OJM e se l'è sbranata.
Il fondo è toccato...ora si può solo risalire.
Dunque....Si parte male (0-5) ma poi ci si riprende (10-9) ma ci si riperde di nuovo, e il primo quarto finisce 19 a 25 per gli ospiti. Reggio è in serata di grazia, non sbaglia un tiro, mentre Varese pasticcia, Jones fa passi, sfonda, Wilson (foto con il giovane Librizzi) mette la prima tripla e poi scomparirà. Comunque siamo lì. Il secondo quarto inizia male per Varese, subito palla persa in difesa e Reggio arriva 19-29 e il pubblico grida ai ragazzi: "Sveglia!" Trey Kell (in foto, alla fine forse il solo quasi sufficiente) mette una tripla ma è un lampo, Gentile forza e sbaglia...più volte...male ai liberi come al solito e a metà partita siamo sotto di 19, 30 a 49...e il pubblico fischia.
Si riparte ma non cambia la solfa, loro tirano e segnano, noi tiriamo e sbagliamo, nel senso che lo spazio per il tiro da fuori c'è anche per Varese ma la palla non entra...e da sotto è difficile bucare la difesa degli emiliani. Alex forza e sbaglia, Wilson tira e sbaglia, un lieve parziale per noi e Caja chiama subito il time-out...non ci lascia fiato, vuole stravincere. I reggiani vanno tutti bene, compreso l'ex Strautins. Il terzo quarto finisce 50-76. Va da sè che l'ultimo quarto è un calvario, qualcuno fra il pubblico se ne va (compreso un noto, attempato giornalista). Quando Reggio schiaccia (53-82) il pubblico fischia di brutto...Poi si arriva al paradosso. Il pubblico tifa per Reggio, chiama cento cento e infatti gli uomini in canotta rossa arrivano a 100. Addirittura si incita il coach avversario (Caja, Caja!). E' una debacle. Finisce 67 a 106.
Che dire? Reggio ha confermato di avere la mano calda, quasi il 70% nel totale dei tiri, Varese più o meno la metà. E' vero, non avevamo Beane....ma è troppo debole come giustificazione. Jones si è ripreso un po' alla fine, a gara ormai segnata. Egbunu tutto sommato non ha fatto proprio malaccio. Troppo poco per vincere.
Il fondo è toccato...ora una bella spinta e cerchiamo di risalire.
Forza Varese!

ps Andrea Conti, general manager della OJM, si dimette. Piove sul bagnato. 

sabato 23 ottobre 2021

La pazienza di Diego Dalla Palma


 
                                                  ph carlozanzi

 

Il New York Time lo ha definito il profeta del make up made in Italy. Diego Dalla Palma, classe 1950, ci è parso (per quei pochi minuti che lo abbiamo incontrato) un settantunenne di successo con un fondo ben sedimentato di saggezza. Un'infanzia a Enego, sull'Altopiano di Asiago, figlio di malgari. Ma a lui di stare fra i monti e le vacche non gli andava, spirito inquieto e poco paziente. Di lì la ribellione, gli studi non senza fatica, poi una decina d'anni come costumista in Rai, poi l'apertura di un negozio che vendeva cosmetici di altri, poi il desiderio di farsi i cosmetici da sé, visto che aveva delle idee, quindi il successo. E' considerato un truccatore eccelso, capace di far fiorire bellezze femminili dove la natura non è stata molto generosa o di valorizzare all'ennesima potenza il bello dove già abbonda. A Varese nell'ambito del Premio Chiara, fra gli eventi collaterali alla Mostra sui piaceri dello scrittore luinese, Diego ha messo subito a proprio agio le donne presenti e ha espresso alcuni concetti dal mio punto di vista condivisibili: il dolore e l'attesa come elementi essenziali al gusto della conquista, la pazienza come virtù da coltivare, la consapevolezza che fa capire quanto la vita sia effimera, e che fa dire 'perché no?' Poi io sono andato, non potevo fermarmi oltre. Non so come abbia sviluppato il tema: Che cosa rende davvero belle le donne? Avrebbe dovuto farci capire cosa è quel qualcosa di speciale che rende unici, affascinanti, carismatici, seduttivi, belli.

Non avevo nulla da imparare, quindi ho lasciato alla chetichella la Sala degli Svaghi al Castello di Masnago.

Scherzo, dai!

venerdì 22 ottobre 2021

giovedì 21 ottobre 2021

Valide alternative


 


Per anni, da ragazzo, ho sognato che un italico tricolore si alzasse su un pennone per mio merito sportivo, accompagnato dall'Inno di Mameli. Niente. Mai nessun tricolore si alzò verso il cielo, a dispetto dei miei sogni e delle mie ottime intenzioni. 

Sognate pure... ma nel frattempo preparatevi valide alternative. 

martedì 19 ottobre 2021

Tramonto all'alba


 

E' l'alba di mercoledì 20 ottobre e pubblico la foto di un tramonto, un dolce tramonto ieri, al Sacro Monte. In fondo l'alba è il tramonto della notte. Ci sta.

Inventiamo parole nuove. Quando ci si incontra basta con le solite frasi: "Come va?...Sì, dai, non ci lamentiamo...Resistiamo...Finché siamo fuori dal letto..." 

Rinnoviamo il linguaggio. 


clicca sulla foto per ingrandirla 

Arnaldo Bianchi e la pensione


                                                                                  ph carlo meazza

Oggi il mio amico Arnaldo Bianchi, bibliotecario poeta, ha vissuto la sua ultima giornata di lavoro. Ho pensato di salutarlo con un pezzetto, che il quotidiano La Prealpina ha pubblicato domenica 17 ottobre, compresa la bella foto di Carlo Meazza.

Lo saluto anche da qui, riproponendo il saluto scritto

Per oltre quarant’anni Arnaldo Bianchi ha vissuto fra i libri, le riviste, i giornali, volto noto, occhi ed occhiali assai conosciuti alla Biblioteca Civica di Varese. Fra i suoi compiti, la cura dei quotidiani. Sarebbe quindi bello per lui sfogliare per l’ultima volta (da lavoratore) La Prealpina e trovare queste parole di saluto perché Arnaldo oggi, martedì 19 ottobre 2021, chiude il grande libro della professione di bibliotecario, per aprire quello (negli auspici sempre voluminoso) della pensione. Eccolo Arnaldo a metà degli anni Ottanta, in piedi su una sedia a far ordine fra plichi di carta stampata, nella foto di Carlo Meazza, che allora (direttore della biblioteca Guido Belli) fotografò in una preziosa pubblicazione i lavoratori e i clienti della teca dei libri di via Sacco, ala destra del Palazzo Comunale. Bianchi già da anni era al servizio della pubblica lettura. Preciso, gentile, competente…e poeta. Sì, non tutti i varesini sanno che Arnaldo Bianchi (figlio d’arte, anche il padre Amedeo era poeta e narratore) è ottimo poeta, con una decina di raccolte pubblicate. E allora non allunghiamo il brodo, arriviamo al dunque, cioè ad una poesia da lui scritta addirittura nel dicembre del 1973. Aveva diciannove anni, era studente universitario e già tessitore di parole. Questa poesia, che troviamo nella raccolta ‘La vecchia casa’, la sua prima raccolta organica di liriche, ci pare carica di speranza, quella che occorre sempre nella vita, da dipendenti e da liberi pensionati: Sono incerto come un’ombra di tiglio./Tra il silenzio e la morte un gusto d’erba,/un volo d’uccello, del fumo./Anche le case sono belle/quando s’aprono al cielo/e bevono il mattino.

lunedì 18 ottobre 2021

Il canto del cigno


                                                                                                   ph da internet


Il canto del cigno…può durare anche trent’anni, chissà, oppure un giorno ma quando si arriva alla pensione e si gioca con i nipotini è quello che si canta…può essere dolce, allegro ma comunque venato di nostalgia…sempre…può essere carico di vitalità ma è una vitalità dal fiato corto, una vitalità guardinga, pronta ala resa…un canto che non vorrebbe spingersi oltre ma l’inevitabile saggezza del tempo ti ferma la testa, quando vorresti guardarti alle spalle…quando è l’ora del canto del cigno si possono intonare altri canti, inebriati dall’illusione della libertà, ma chi ha l’orecchio educato li troverà stonati, ed ha ragione…quello è il solo canto che ci resta, potente e melodioso, oppure flebile, sottile come un filo pizzicato dal vento, ma è il nostro canto...

Auguri, Salvatore



 Felice compleanno al mio amico e collega, artista Salvatore. Dopo una vita di appassionato insegnamento, ora sta godendo i primi giorni di pensione. Lo immagino davanti al suo amato mare, con pennello, colori, tela e il dolce vento dell'ispirazione.

168


 168 - pb

domenica 17 ottobre 2021

Il Premio Chiara 2021 a Bianca Pitzorno

 







                                                                      ph carlozanzi


Bianca Pitzorno, scrittrice sarda che dal 1970 ad oggi ha scritto oltre 50 libri (alcuni, soprattutto quelli per ragazzi, noti non solo in Italia) è la vincitrice della XXXIII edizione del Premio Chiara. Con la raccolta di racconti ‘Sortilegi’ (Bompiani) ha raccolto 58 voti, 12 in più di quelli racimolati dall’altrettanto noto (soprattutto televisivamente) Carlo Lucarelli, finalista al Chiara con ‘L’incredibile, prima di colazione’ (Solferino). Si è fermato invece a 38 voti il terzo finalista, il napoletano Antonio Franchini, in gara con la raccolta ‘Il vecchio lottatore’ (NN5 Editore).

Sotto la regia di Bambi Lazzati e di Romano Oldrini, con la conduzione di Claudia Donadoni e le interviste di Vittorio Colombo, si è quindi conclusa questo pomeriggio, domenica 17 ottobre, alle Ville Ponti di Varese la manifestazione culturale, che prevedeva altri riconoscimenti. Il Premio Chiara Giovani è stato vinto da Veronica Del Vecchio con il racconto ‘Il Bagonghi’. Premio Chiara per Inediti (con pubblicazione della raccolta di racconti da Macchione Editore)  ad Andrea D’Amico con ‘Tranne il nero’. E’ stato poi premiato nella sezione ‘Segnalati’ il giovane scrittore ticinese Andrea Fazioli, con la raccolta di racconti ‘Il Commissario e la badante’ (Guanda). Fazioli (che in foto vediamo con la famiglia), oltre ad essere uno fra gli scrittori più significativi del Canton Ticino, è il solo che ha vinto il Premio Chiara Giovani (nel 1998, con ‘L’importante è partire’) ed ha poi partecipato per il Chiara editi, arrivando ad essere segnalato.

Come da tradizione, lo spoglio delle schede è avvenuto in diretta, è stato un bel testa a testa fra Bianca Pitzorno e Carlo Lucarelli.  


sabato 16 ottobre 2021

Le montagne di Carlo Meazza


 






Rischio assembramento questo pomeriggio in Galleria Ghiggini per il vernissage della mostra 'Montagne in bianco e nero', foto di Carlo Meazza. Grande affluenza più che prevedibile, dato che Meazza è fotografo importante...e quando fotografa le montagne! Immagini in bianco e nero, monti delle Alpi (dal Bianco alle Dolomiti) e del Tibet.
Dice Carlo: "Il bianco e nero non è solo una tecnica di stampa ma anche una cultura fotografica...La fotografia di questi paesaggi cerca di riprodurre semplicemente e senza artifici la bellezza della natura in una delle sue espressioni più complesse fatta di rocce, alberi, ghiacci e neve sotto cieli sempre mutevoli..."
Presente anche il sindaco (in attesa di esito ballottaggio) Davide Galimberti, molti alpini (la mostra nasce in occasione dei 90 anni della sede ANA di Varese) e un cappello alpino speciale, quello del papà di Carlo, Giuseppe, che visse in prima persona il dramma della Seconda Guerra Mondiale. 
La mostra alla Galleria Ghiggini di via Albuzzi a Varese sarà aperta da martedì 19 a sabato 23 ottobre (da martedì a giovedì, 16/19 - venerdì e sabato 10/12.30 16/19)

Cime


                                                                                               ph emanuele bassani


Una cima senza croce è come una barca senza vela.

venerdì 15 ottobre 2021

La finalissima del Premio Chiara


 

Domenica 17 ottobre, alle ore 17, Sala Napoleonica alle Ville Ponti di Biumo Superiore, gran finale del Premio Chiara. Premiazione del Premio Chiara Giovani, presentazione dei tre finalisti del Premio Chiara, e cioè Bianca Pitzorno (foto), Antonio Franchini e Carlo Lucarelli, intervistati da Vittorio Colombo. Presentazione del vincitore del Premio Chiara inediti, presentazione di Andrea Fazioli, che ha vinto nella sezione Segnalati, spoglio in diretta delle schede di voto e infine premiazione del Premio Chiara XXXIII edizione.

Un incontro culturale da non perdere. 

Il premio Chiara continuerà poi, con un ricco programma anche per i mesi di ottobre e novembre.

www.premiochiara.it

Le montagne di Meazza da Ghiggini


                                                                                                 ph carlozanzi


Gli alpini di Varese sono in festa per i loro 90 anni di vita. Fra le iniziative, questo pomeriggio (sabato 16 ottobre) alle ore 16 aprirà una mostra alla galleria Ghiggini di via Albuzzi, a Varese. Foto di montagna di Carlo Meazza, in bianco e nero.

Meazza non è stato negli alpini, suo papà Giuseppe, giornalista alla Prealpina, sì, e ha fatto anche la guerra. Immagino che Carlo abbia stima verso i militari con la penna sul cappello, e senz'altro ama la montagna, che ha fotografato per tutta la sua vita professionale, non ancora terminata. La foto che vedete è il ricordo di una nostra gita sulla cima della Laurasca, anni fa.

La mostra resterà aperta tutta settimana prossima, da martedì 19 a sabato 23 ottobre (orari: da martedì a giovedì 16/19 - venerdì e sabato 10/12.30-16/19)

giovedì 14 ottobre 2021

Auguri, Paolo


 

Felice compleanno al mio amico Paolo, che taglia il traguardo delle 72 primavere! Ho scelto questa immagine d'altri tempi. E' il 19 novembre del 1980, piazzale del Sacro Monte, sgambata in bicicletta. Nei polmoni ancora l'allenamento del lungo giro in bici, fatto insieme l'anno precedente. Paolo ha poi trascurato il mezzo meccanico...è tempo di tornare in sella! Un abbraccio. 

Silvano, una persona alla mano


 



                                                                                             ph carlozanzi


Tutto esaurito nella Sala Morselli della Civica biblioteca varesina, per la presentazione dell'ultimo libro di Silvano Colombo, 'Una persona alla mano' edito da Menta e Rosmarino. Presenti, oltre all'autore, l'editore Alberto Palazzi, la direttrice della Biblioteca di Varese Chiara Violini e l'attrice Betty Colombo. 
Silvano Colombo, il prof. Colombo, giunto all'età di 82 anni ha pensato bene di parlare di sé, della sua vita, dal principio sino al 2008. "Poi relax!" ha detto Colombo, con la sua verve umoristica che fa di lui una persona solo in apparenza atta a mettere soggezione. Questo è il senso del titolo. Forse Silvano Colombo, docente al liceo artistico 'Frattini' di Varese, direttore della Biblioteca e dei Musei Civici, scrittore, divulgatore, esperto d'arte eccetera eccetera, si è accorto che su di lui gravava un giudizio non veritiero, un'apparenza ingannevole, perché tutto sommato si ritiene una persona alla mano: da qui il titolo, suggerito dall'editore Palazzi. Nel libro troverete tante immagini, una scrittura agile e pungente che molti varesini hanno imparato a conoscere leggendo i tanti volumi scritti dal varesino di Fogliaro. Questo libro è nato anche per facilitare il ricordo, ricordo dei molti fatti vissuti, ricordo delle persone che questi fatti hanno condiviso con l'autore, o di quelle che vorranno una dedica sul libro, diventando quindi suoi amici. Perché il critico d'arte ci ha tenuto a sottolineare che in vita non ha fatto nulla di eccezionale, ma lo ha fatto insieme a tanti altri, e lo ha sempre fatto con piacere e passione, perché un lavoro fatto di malavoglia non è mai un buon lavoro. Visibilmente commossa l'attuale direttrice della Biblioteca, Chiara Violini, che ha salutato i presenti ricordando che Colombo era direttore in Biblioteca quando lei, giovanissima, nel 1980, entrò per la prima volta nel tempio dei libri. Betty Colombo, abile nelle domande, ha trovato nel prof. una persona altrettanto abile nelle risposte. Serata piacevole e un libro che davvero merita: per conoscere Varese e per apprezzare una persona alla mano.
Per ulteriori info: www.mentaerosmarino.it

mercoledì 13 ottobre 2021

Il limite


 

Si va anche spediti, presi da un senso di efficienza e di produttività, dimentichi (in fondo è anche giusto) di ciò che siamo nel profondo, per costituzione esistenziale, poi il limite arriva...sempre...inesorabile...prima o poi...un dolore, l'attesa di un esame di laboratorio...ma qui almeno non si hanno sensi di colpa...perché forse il peggio è quando il fastidioso e ansiogeno senso del limite è accompagnato dal senso di colpa...una parola di troppo, una sensibilità non rispettata, la pretesa di voler intervenire, uno scatto...rapporti curati e poi rovinati per disattenzione...sofferenze procurate...la tortura di un danno rimediabile solo con la medicina del tempo...e allora le notti insonni le consideriamo un giusto prezzo da pagare...Signùur, varda giò, dicevano i nostri nonni...Certamente molti di noi guardano in su, alla ricerca di un sollievo che, per fortuna, arriva. E tutta la nostra sicurezza si diluisce in un Amen.  

martedì 12 ottobre 2021

Autobiografia di Silvano


 

Sarà presentato giovedì 14 ottobre, ore 18, sala Morselli della Civica Biblioteca di Varese, il libro di Silvano Colombo, 'Una persona alla mano' (Menta e Rosmarino edizioni). Il noto docente, critico d'arte e scrittore sarà intervistato da Chiara Violini, direttice della biblioteca varesina, dall'editore Alberto Palazzi e dall'attrice Betty Colombo.

Si tratta dell'autobiografia del noto prof. del Liceo Artistico 'Frattini' di Varese, già direttore della Biblioteca e dei Civici Musei cittadini, autore di molteplici volumi, amante del nostro territorio, che ha contribuito a far conoscere dal punto di vista storico-artistico. Un personaggio varesino che, alla soglia degli ottant'anni, ha pensato di raccontarsi alla sua maniera, cioè con una modalità letteraria senz'altro godibile e appassionante.