lunedì 12 febbraio 2024

I giovedì della signora Nicoletta

 


                                                     Nicoletta Magnani               ph da facebook


Rubo il titolo a Piero Chiara. Giovedì 15 febbraio tutti allo Spazio Lavit (vedi locandina).



Nicoletta Magnani: se non ci fosse bisognerebbe inventarla, perché abbiamo bisogno di chi, grazie all’arte, alla scrittura, alla pittura, alla musica, ci aiuti ad uscire dai pensieri fissi e dalle abitudini consolidate, per fornirci pensieri divergenti, nuove visioni, spunti, interpretazioni, suggestioni. Ma non c’è bisogno di inventarla perché Nicoletta c’è: e allora conosciamola un po’. Lo spunto è dato dall’uscita del suo nuovo libro, il secondo, che arriva dopo Biennario, uscito nel 2016 ma con scritti datati 2000-2001. A vent’anni esatti da quelle parole ecco ‘Venti, venti, venti, vent1’ (sempre da Robin edizioni), e cioè (quarta di copertina) ‘184 piccoli scritti quotidiani a cavallo fra il 2020 e il 2021. Una scrittura sospesa, tra prosa e poesia, che scopre la bellezza delle parole comuni…” Massimo una paginetta, a volte poche parole in prosa poetica. Apro a caso e mi imbatto in pagina 127; leggo Diottrie, poche parole scritte il 3 giugno 2021: ‘Le sfumature di un cielo buio sono per chi ha cinquantanove diottrie di cuore. Passaggi minimi di non colore in cui si nascondono pensieri. Di solito, quelli che hanno paura persino della luce della luna.’ Ecco, così, tanto per fare un esempio. Del resto molti a Varese e non solo conoscono le parole di Nicoletta grazie alla sua seguita pagina facebook.

“Nel tempo” racconta la scrittrice “sono arrivata ad una scrittura più normale, meno paratattica, una scrittura più fruibile alla lettura. Ecco la differenza fra Biennario e questa nuova raccolta.”

Piccoli scritti nati in tempi di pandemia, un tempo di angosce, silenzi, speranze che l’autrice ci rimanda con le sue parole ricercate. E sin qui il libro, che è l’attualità, ma Nicoletta Magnani è un poliedro a molte facce artistiche. Basta leggere il risvolto di copertina del nuovo libro: ‘Emiliana di Reggiolo, nata nel 1972, è laureata in architettura al Politecnico di Milano. Pittrice (i suoi quadri sono presenti in mostre personali e collettive), artista ‘multimodale’ (definizione attribuitale dal grande architetto e designer Giovanni Anceschi), scrittrice (Robin edizioni), musicista (flauto traverso e violoncello), autrice dei testi e voce di ANGELICA MENTE (angelicamente.it) : nel 2014 il doppio album Inverno rosso è stato nominato alla Targa Tenco come miglior Opera Prima. Progettista di percorsi formativi e formatrice (vivaioformazione.it)’.

Già: anche pittrice. “Nella mia famiglia tutti erano pittori a Reggiolo” mi racconta. “Mia nonna pittrice naif. Ho sempre avuto la matita in mano, mai fatto corsi. Da piccola, lo devo ammettere, molti si sorprendevano per la mia abilità, non credevano l’avessi davvero disegnato io e dovevo dimostrarlo pubblicamente. Ora mi sono innamorata della biro, una biro nera su tela, disegni, sfumature, chiaroscuri…” E anche in questo caso basta seguire la sua pagina fb per dire ohhhh!!!

E poi musicista: “Ecco, la sola scuola che ho frequentato è stata quella di musica, dove mi sono specializzata in flauto traverso. Suono anche il violoncello. L’abitudine alla respirazione per lo strumento mi ha facilitato nel canto. Mentre direi che la laurea in architettura mi serve per l’attitudine al processo progettuale.”

Nicoletta è anche attrice…e se a questo punto non vi siete ancora incuriositi e non siete già andati ad incontrarla online, si vede che non siete artisti o che non avete voglia di cambiare un po’ la vostra (e mi ci metto anch’io) rigidità mentale. 

Nicoletta Magnani (che fa parte del Circolo degli Artisti di Varese) presenterà il suo libro in città il prossimo mese di febbraio (tornerò sull’argomento) ma chi è interessato può cercare il libro in libreria, online o contattare la scrittrice sulla sua pagina fb.

Dimenticavo: sempre in quarta di copertina ecco come si definisce, fra l’altro, l’autrice. “Ho un posto nell’universo, ma non è un posto a sedere.”  


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