A Brinzio stamani, 2 gennaio 2018 (ph carlozanzi)
Dopo alcuni tentativi giovanili, ho ripreso a praticare sci nordico proprio a Brinzio, il 31 gennaio 2000, perché volevo vivere l'esperienza di una gara di winter triathlon. Sono già 17 anni che scivolo sulla neve. Grazie soprattutto agli uomini del Centro fondo Brinzio, ho imparato a conoscere la neve, quella che serve per poter tracciare una pista da sci nordico. Serve anzitutto la materia prima, la neve, ovvio, ma non basta. Possono scendere anche 50 cm di neve ma possono non essere sufficienti. A volte invece ne bastano 15, come quest'anno. Ci vuole la neve e poi il freddo, soprattutto la notte, ma anche il giorno. Perché se fa molto caldo durante il giorno la pista si segna, si scava, non è possibile passare il gatto perché troppo molle, poi di notte ghiaccia tutto e la mattina abbiamo una lastra di ghiaccio tutta incisa, quindi impraticabile, come stamani alle 8.30. Ieri la nebbia (nemicissima della neve) ha mangiato neve e smollato il manto, poi stanotte gran gelo e stamani il disastro. Il guaio è che se la neve è troppo dura non può intervenire nemmeno il gatto delle nevi, impotente. Stamani infatti il Momo (al secolo Carlo Moruzzi, gattista del Centro fondo Brinzio) ha fatto l'unica cosa che poteva fare, passare con la motoslitta e una specie di grattugia con pesi, per grattugiare la neve ghiacciata, limare un po' le incisioni e rendere la pista praticabile. Stasera, quando sarà un po' meno ghiacciata, via con il gatto e domattina dovrebbe essere a posto. Come si nota, non basta la neve, devono concorrere più fattori.
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