Quando cammino all'aria aperta, a volte mi vengono strani pensieri. Ecco quelli di stasera. Naturalmente non è una poesia, una poesia non si butta giù in un quarto d'ora. Diciamo che sono pensieri espressi in rima. Li dedico ai miei nonni paterni, Prima e Luigi.
GLI
ANELLI DEI MIEI NONNI
Sto
osservando l’anello di mia nonna
che
tengo al mignolo della sinistra mano,
felice
lo accarezzo piano piano,
e
immagino il suo corpo di donna.
Penso
all’interno dell’anello, ora,
che
ha baciato la pelle della Prima,
risplende
ancora, come sole la mattina,
come
il cielo, lavato dall’aurora.
Qualche
passo più in là penso all’anello,
all’oro
esterno, tormentato dalla nonna
quando
occorse pregare la Madonna,
nella
speranza che tornasse il bello.
Ma
l’esterno ha toccato anche mio nonno,
e
forse proprio là, dov’è la vita,
per
il Luigi, oimè, presto finita,
occ sarà, senza fiadà,
l’eterno sonno.
Nelle
notti d’amore i loro anelli,
magari
hanno cozzato, un lieto suono
prima
del gran piacere, e l’abbandono
e
il sonno e i sogni e l’alba coi fringuelli.
Così
fu generato mio papà,
fra
cigolii di molle, a fine estate.
Guardo
l’anello di mia nonna: amàte
chi
viene da lontano, chi ha un’età.
22
gennaio 2018
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