ph carlozanzi
Giornata speciale ieri, 28 febbraio 2019, per il prof. Silvano Colombo, già docente di storia dell'arte al Liceo Artistico 'Angelo Frattini', per molti anni direttore dei Musei Civici, scrittore prolifico: a suo nonno, Enrico Bianchi, fonditore di campane, è stata dedicata una via, e il nostro Comune ha accolto una donazione di quadri, voluta da Colombo e destinata ai Musei civici. Quadri che riguardano per lo più la sua famiglia, e in particolare proprio Enrico Bianchi, fra i più noti fonditori di campane nella prima metà del Novecento, sconosciuto in città. Silvano Colombo ha posto rimedio alla dimenticanza, è andato alla ricerca dei rari documenti scritti riferiti al nonno, ha pubblicato un testo (raccolto per la prima volta dal Calandari dra Famiglia Bosina par ur 2019), ma non si è accontentato: ha trovato nel sindaco Davide Galimberti e nella giunta cittadina terreno fertile, ecco allora l'intitolazione della via (al Sacro Monte, dal piazzale Pogliaghi verso le pizzelle, quanto mai luogo appropriato perché Enrico Bianchi era di Santa Maria del Monte) e la donazione, con quadri di Bartezago, Mazza, Gariboldi. Varese non dimentica, valorizza chi nel passato ha dimostrato genialità e passione.
giovedì 28 febbraio 2019
mercoledì 27 febbraio 2019
Silvia Spaventa Filippi
Sabato 2 marzo 2019, alle ore 17.30, al teatro Openjobmetis di Varese, piazza Repubblica, la scrittrice e poetessa Silvia Spaventa Filippi presenterà i propri lavori letterari. Interpreterà le poesie di Silvia l'attore Gabriele Sottocasa. Relatore e moderatore sarà Pietro Vagli, addettio stampa del Teatro Popolare della Svizzera italiana.
Ingresso libero.
Niente trippa per cinghiali
Sabato scorso, 23 febbraio, alle 15, pieno pomeriggio, nella zona giochi del parco comunale di Villa Toeplitz è stato avvistato un cinghiale. Sino ad ora era stata denunciata la presenza dei maiali pelosi solo di notte, con danni evidenti al manto erboso ma nessun pericolo per i villeggianti. Ora le cose cambiano, se i cinghiali prendono l'abitudine di farsi vivi anche di giorno, il pericolo arriva. Hanno appeso due cartelli (a firma, sembra, Corgnelli ma non si capisce bene) sul cancello della Villa, si avvertono sindaco ed enti competenti di prendere provvedimenti, la pazienza è al limite, si è sopportato anche troppo. Non è il caso di aspettare il morto.
Il parco è comunale, probabilmente le bestie poco simpatiche entrano da qualche buco nella rete. Ho saputo che le norme per la caccia al cinghiale, con le nuove leggi, sono diventate più restrittive, i cinghiali vanno a nozze. Il problema è che il Comune di Varese non ha soldi, non c'è più trippa per gatti...e nemmeno per cinghiali!
martedì 26 febbraio 2019
Campo dei baci
ph carlozanzi
Salendo spesso al Campo dei Fiori, cima del cannoncino, mi capita di incontrare sulla grande pietra con la lapide dell'avamposto della Linea Cadorna (si temeva un attacco austroungarico dalla Svizzera) coppie che su quel basamento si scambiano effusioni amorose. Se sono giovani si sa perché sono lì, se sono non più giovani suppongo quasi sempre che si tratti di amanti. Marito e moglie avrebbero luogo più comodi...certo non così romantici, soprattutto nell'ora del tramonto. Ampia premessa per dire che stamani vi era una coppia non più giovane (non è quella in foto, che risale al settembre 2015). Come primo impulso mi verrebbe di fermare la bici e stare lontano, lasciando intatto e tutto per loro quell'angolo di paradiso. Ma purtroppo (per gli amanti) sono un tipo molto metodico e ho i miei riti. Così stamani non ho resistito e mi sono portato come sempre sulla mia panchina in pietra (che è a due metri dal masso). Naturalmente non li ho salutati, ho fatto finta di niente, sperando forse che nemmeno si accorgessero di me! I due si sono accorti e se ne sono andati, probabilmente pensando che ero un gran rompipalle. La loro dipartita mi ha un po' rammaricato, ma pensavo avessero concluso la loro sintonia. Dopo qualche minuto, scendendo, li ho ritrovati sul primo tornante, avvinghiati e bacianti. Naturalmente ho fatto finta di niente, non li ho salutati (del resto potevano aspettarsi che io dovessi ripassare di lì), ho tenuto gli occhi bassi....e ho provato un po' di salutare invidia.
Salendo spesso al Campo dei Fiori, cima del cannoncino, mi capita di incontrare sulla grande pietra con la lapide dell'avamposto della Linea Cadorna (si temeva un attacco austroungarico dalla Svizzera) coppie che su quel basamento si scambiano effusioni amorose. Se sono giovani si sa perché sono lì, se sono non più giovani suppongo quasi sempre che si tratti di amanti. Marito e moglie avrebbero luogo più comodi...certo non così romantici, soprattutto nell'ora del tramonto. Ampia premessa per dire che stamani vi era una coppia non più giovane (non è quella in foto, che risale al settembre 2015). Come primo impulso mi verrebbe di fermare la bici e stare lontano, lasciando intatto e tutto per loro quell'angolo di paradiso. Ma purtroppo (per gli amanti) sono un tipo molto metodico e ho i miei riti. Così stamani non ho resistito e mi sono portato come sempre sulla mia panchina in pietra (che è a due metri dal masso). Naturalmente non li ho salutati, ho fatto finta di niente, sperando forse che nemmeno si accorgessero di me! I due si sono accorti e se ne sono andati, probabilmente pensando che ero un gran rompipalle. La loro dipartita mi ha un po' rammaricato, ma pensavo avessero concluso la loro sintonia. Dopo qualche minuto, scendendo, li ho ritrovati sul primo tornante, avvinghiati e bacianti. Naturalmente ho fatto finta di niente, non li ho salutati (del resto potevano aspettarsi che io dovessi ripassare di lì), ho tenuto gli occhi bassi....e ho provato un po' di salutare invidia.
lunedì 25 febbraio 2019
La poesia di Umberto
ph carlozanzi
VERBA
AD SOLIS OCCASUM
di Umberto
Belardinelli
Temo
che il vento muto dell’inganno
trascini
i suoi alfabeti frantumati
sulle
pareti di un Sinedrio
eclissato
dal tempo.
Succede
che io pensi
a
quando mi dissolverò fra le radici,
ma
ancora in ostinata vita
cerco
il respiro del Tuo silente aspetto
nei
calici svuotati sugli altari.
Ho
respirato a lungo
all’ombra
del Tuo legno
e
interpretato frasi ripetute
per
palesare il dubbio.
Ma
è così vano dunque
attendere
che il tempo enunci
tra
le mandragole del sonno
i
Tuoi disegni illuminati?
Temo
l’abisso di antichi fiori,
francesi
e malaticci
e
il nulla che dilaga in edifici vuoti
ed
ansie esacerbate nella sera.
febbraio
2019
Che io regga
CHE
IO REGGA
di carlozanzi
Non
passa un giorno intero che non legga
sulla
bianca parete la tua vita,
non
passa un’ora sola che non pensi
a
te che sei presente, a te partito
e
contro l’impotenza punto il dito
a
chi quel giorno portò via i tuoi sensi,
arbitro
folle fermò la tua partita
pensando
io sia capace, che io regga.
25
febbraio 2019
domenica 24 febbraio 2019
Mi aggrappo
ph carlozanzi
MI
AGGRAPPO
di carlozanzi
Mi
aggrappo alla tua vita in divenire,
non
hai nessun permesso di morire.
Mi
affido al tuo calore e al tuo coraggio,
lasciarmi
solo è il tuo peggiore oltraggio.
Attendo
che tu risolva i miei quesiti,
un
giorno, come un giorno siam partiti.
Contatti
scivolosi senza attriti,
respiri
nei respiri e i tuoi rifiuti.
Nel
sonno non immagini il mio dire
e
i sogni non prevedono il soffrire;
mi
aggrappo a te per non cadere in fondo,
confido
in te, custode del mio mondo.
24
febbraio 2019
Ai piedi della Madonna Nera
Stamani, al santuario di Santa Maria del Monte, la Messa delle ore 11 ha visto la presenza del Coro Angelo Vidoletti, diretto dal maestro Cesare Castiglioni.
sabato 23 febbraio 2019
Silence
Ieri sera, su RaiMovie, ho visto un bel film, 'Silence', diretto nel 2016 da Martin Scorsese, tratto dal romanzo del 1966 Silenzio, di Shusaku Endo, interpretato da Andrew Gartfield, Adam Driver e Liam Neeson. Il silenzio è il silenzio di Dio, indifferente nei confronti di tre missionari gesuiti portoghesi, arrivati in Giappone per annunciare la salvezza portata dal Cristo cattolico. Siamo nel 1600, il grande inquisitore giapponese stronca senza pieta, con mezzi barbari (che il film non risparmia di mostrare) il tentativo di diffusione del cristianesimo nel Giappone buddista. Due dei tre missionari infine fanno apostasia, rinnegano la loro fede e si adattano alla cultura e alla religione nipponica. Il regista non prende posizione, non si schiera, non parteggia. Capisce lo spirito missionario che anima i gesuiti, ma pare comprendere anche la reazione dei giapponesi, gelosi della loro cultura, della loro fede, timorosi di subire aggressioni coloniali. E su tutto il grande, imbarazzante silenzio di Dio, che pare indifferente, assente verso chi offre la sua vita per testimoniarne la presenza salvifica. Scene di grande crudeltà, domande senza risposte, un mare burrascoso, il dramma di dover scegliere, per i preti, perché i fedeli, pur rinnegando Cristo, venivano giustiziati ugualmente se il prete non rinnegava il Salvatore. Un film che non risolve nulla, che non dà risposte a domande che non ne possono avere, un film che ripropone il mistero di Dio, quel Cristo morto in croce che compare sino all'ultima sequenza, scandalo e speranza, presenza reale o inventata capace di far morire gli uomini.
Foto di cronaca
ph carlozanzi
Per lo scoiattolo oggi è finita.
I corvi (uccelli che odio) invece oggi fanno festa.
Si dirà che ho poco tatto a pubblicare una foto così.
A me pare invece una discreta foto di cronaca.
In fondo sono solo animali.
Per lo scoiattolo oggi è finita.
I corvi (uccelli che odio) invece oggi fanno festa.
Si dirà che ho poco tatto a pubblicare una foto così.
A me pare invece una discreta foto di cronaca.
In fondo sono solo animali.
Anno sabbatico
ph carlozanzi
No, non ho intenzione di partire per un anno sabbatico. Sebbene in pensione, ho troppi legami, né sento il desiderio del silenzio di un monastero. Al massimo, forse, da solo, una settimana bianca. Legami che non ha Claudio Bollentini, il che ha facilitato il suo progetto: un anno in un monastero, a leggere, scrivere, pensare, progettare....Uomo impegnato nel mondo della comunicazione, fondatore del blog 'La bissa' (ora chiuso), Bollentini ha infine scelto per il monastero benedettino di Novalesa, in Val di Susa, Piemonte, e lì è rimasto dal gennaio 2018 al gennaio 2019. Ha avuto modo di leggere nei dettagli testi antichi, riferiti alla storia del monastero, e infine ha pensato che sarebbe stato bello completare il periodo con un libro. Titolo: La Novalesa (Macchione editore). Si tratta di un romanzo, ambientato principalmente fra il 700 e il 1000, con una parte che si spinge sino ai nostri giorni. Un romanzo con solide fondamenta storiche e qualche concessione alla fantasia narrativa. Il libro è stato presentato questo pomeriggio, sabato 23 febbraio, presso l'oratorio di San Domenico a Velate. Ampia introduzione e domande rivolte all'autore da Carla Tocchetti, animatrice di eventi culturali (foto). Oratorio gremito, e fra i presenti anche la poetessa Mariarosa Lancini Costantini (foto).
No, non ho intenzione di partire per un anno sabbatico. Sebbene in pensione, ho troppi legami, né sento il desiderio del silenzio di un monastero. Al massimo, forse, da solo, una settimana bianca. Legami che non ha Claudio Bollentini, il che ha facilitato il suo progetto: un anno in un monastero, a leggere, scrivere, pensare, progettare....Uomo impegnato nel mondo della comunicazione, fondatore del blog 'La bissa' (ora chiuso), Bollentini ha infine scelto per il monastero benedettino di Novalesa, in Val di Susa, Piemonte, e lì è rimasto dal gennaio 2018 al gennaio 2019. Ha avuto modo di leggere nei dettagli testi antichi, riferiti alla storia del monastero, e infine ha pensato che sarebbe stato bello completare il periodo con un libro. Titolo: La Novalesa (Macchione editore). Si tratta di un romanzo, ambientato principalmente fra il 700 e il 1000, con una parte che si spinge sino ai nostri giorni. Un romanzo con solide fondamenta storiche e qualche concessione alla fantasia narrativa. Il libro è stato presentato questo pomeriggio, sabato 23 febbraio, presso l'oratorio di San Domenico a Velate. Ampia introduzione e domande rivolte all'autore da Carla Tocchetti, animatrice di eventi culturali (foto). Oratorio gremito, e fra i presenti anche la poetessa Mariarosa Lancini Costantini (foto).
venerdì 22 febbraio 2019
Ottavio in giallo
ph carlozanzi
Ottavio D'Agostino è stato, sino a due anni fa, giudice importante del Tribunale di Varese. Fra i tanti processi vissuti in prima persona, quello alla tangentopoli varesina, negli anni Novanta. Da sempre amante dello scrivere, allenatosi in tale arte nella compilazione delle sentenze giudiziarie, dal 2004 è passato alla pubblicazione di alcuni libri. Dopo tre volumi di taglio storico-politico, eccolo al suo primo romanzo giallo, 'La poliziotta di Savona' (Macchione), storia che è stata presentata ieri allo Spazio Feltrinelli di corso Aldo Moro, a Varese.
Il breve romanzo è in qualche modo legato al primo libro scritto dal giudice D'Agostino, 'Sono un fascista, fucilatemi', dedicato alla figura di suo zio Mario, Federale di Savona durante la RSI, fucilato dai partigiani nel settembre del 1944 a Ciano D'Enza. Vent'anni dopo giunge alla questura di Savona Giulia, di Varese, chiamata ad investigare su una serie di delitti che fanno ripiombare la città nelle oscure trame della 'notte di Salò'.
Ottavio D'Agostino è stato, sino a due anni fa, giudice importante del Tribunale di Varese. Fra i tanti processi vissuti in prima persona, quello alla tangentopoli varesina, negli anni Novanta. Da sempre amante dello scrivere, allenatosi in tale arte nella compilazione delle sentenze giudiziarie, dal 2004 è passato alla pubblicazione di alcuni libri. Dopo tre volumi di taglio storico-politico, eccolo al suo primo romanzo giallo, 'La poliziotta di Savona' (Macchione), storia che è stata presentata ieri allo Spazio Feltrinelli di corso Aldo Moro, a Varese.
Il breve romanzo è in qualche modo legato al primo libro scritto dal giudice D'Agostino, 'Sono un fascista, fucilatemi', dedicato alla figura di suo zio Mario, Federale di Savona durante la RSI, fucilato dai partigiani nel settembre del 1944 a Ciano D'Enza. Vent'anni dopo giunge alla questura di Savona Giulia, di Varese, chiamata ad investigare su una serie di delitti che fanno ripiombare la città nelle oscure trame della 'notte di Salò'.
Armando e Petruzzo
ph carlozanzi
Interessante incontro ieri sera al Caffè Zamberletti di corso Matteotti, a Varese, organizzato dall'associazione 'Prospettive culturali a Varese'. Assente per motivi di lavoro il presidente Bruno Belli, ha diretto la serata il suo vice, Giuseppe Pino Terziroli. A tema il Varese Calcio, il suo glorioso passato e -purtroppo- le sue difficoltà presenti. Ne hanno parlato esperti quali lo stesso Terziroli, Mattia Colombo, Vito Romaniello (autore del volume sui 100 anni del Varese Calcio) ed Ernestino Ramella. Ognuno ha il suo Varese calcio, il mio è quello da serie B e A degli anni Sessanta. E allora ecco due aneddoti, raccolti dai libri di Natale Cogliati, giornalista de La Prealpina. Uno fa riferimento a Pietro Anastasi detto Petruzzo, che arrivò dalla Sicilia, a 18 anni, grazie alla lungimiranza del general manager di allora. Chi tirava fuori i danèe, e ciò Giovanni Borghi, non fu entusiasta nel vedere questo ragazzino dalla carnagione scura e dal fisico esile, tanto da mettere in dubbio la bontà dell'affare, costato 40 milioni. In due anni Petruzzo contribuì in modo determinante a portare il Varese in serie A, e quando Gianni Agnelli lo volle alla Juve, pagò 660 milioni!!!! E poi Armando Picchi, il calciatore della grande Inter, che dopo 7 anni favolosi a Milano inspiegabilmente venne messo fuori squadra da HH e trovò casa a Varese, diventando capitano, ricominciando da capo con umiltà una carriera e lasciando indelebili ricordi con la maglia biancorossa, morendo a soli 36 anni, nel 1971.
Interessante incontro ieri sera al Caffè Zamberletti di corso Matteotti, a Varese, organizzato dall'associazione 'Prospettive culturali a Varese'. Assente per motivi di lavoro il presidente Bruno Belli, ha diretto la serata il suo vice, Giuseppe Pino Terziroli. A tema il Varese Calcio, il suo glorioso passato e -purtroppo- le sue difficoltà presenti. Ne hanno parlato esperti quali lo stesso Terziroli, Mattia Colombo, Vito Romaniello (autore del volume sui 100 anni del Varese Calcio) ed Ernestino Ramella. Ognuno ha il suo Varese calcio, il mio è quello da serie B e A degli anni Sessanta. E allora ecco due aneddoti, raccolti dai libri di Natale Cogliati, giornalista de La Prealpina. Uno fa riferimento a Pietro Anastasi detto Petruzzo, che arrivò dalla Sicilia, a 18 anni, grazie alla lungimiranza del general manager di allora. Chi tirava fuori i danèe, e ciò Giovanni Borghi, non fu entusiasta nel vedere questo ragazzino dalla carnagione scura e dal fisico esile, tanto da mettere in dubbio la bontà dell'affare, costato 40 milioni. In due anni Petruzzo contribuì in modo determinante a portare il Varese in serie A, e quando Gianni Agnelli lo volle alla Juve, pagò 660 milioni!!!! E poi Armando Picchi, il calciatore della grande Inter, che dopo 7 anni favolosi a Milano inspiegabilmente venne messo fuori squadra da HH e trovò casa a Varese, diventando capitano, ricominciando da capo con umiltà una carriera e lasciando indelebili ricordi con la maglia biancorossa, morendo a soli 36 anni, nel 1971.
sei aprile
Sabato 6 aprile, ore 16, Salone Estense a Varese, presenterò il mio nuovo romanzo.
So che è presto ma io guardo avanti.
Mi rifarò vivo.
Pulite il cesso
ph da google immagini
In genere siamo gratificati da un lavoro che ci fa vedere subito il risultato: bricolage, cucina...e anche la pulizia della casa. Certo, quando uno -siamo tutti un po' ambiziosi- si mette a pulire il cesso o altri locali ci rimane male...ma come? io a pulire il bagno? io che vorrei...potrei....aspirerei....e un po' ci si deprime.
Mi permetto un consiglio: anziché appallottolare fogli o fumare nervosamente, perché la nostra ambizione non trova sfogo, pulite il cesso. Farete una cosa utile, e magari vi verrà anche qualche buona idea.
In genere siamo gratificati da un lavoro che ci fa vedere subito il risultato: bricolage, cucina...e anche la pulizia della casa. Certo, quando uno -siamo tutti un po' ambiziosi- si mette a pulire il cesso o altri locali ci rimane male...ma come? io a pulire il bagno? io che vorrei...potrei....aspirerei....e un po' ci si deprime.
Mi permetto un consiglio: anziché appallottolare fogli o fumare nervosamente, perché la nostra ambizione non trova sfogo, pulite il cesso. Farete una cosa utile, e magari vi verrà anche qualche buona idea.
giovedì 21 febbraio 2019
Coro Vidoletti al Sacro Monte
Domenica 24 febbraio, alle ore 11, il Coro Vidoletti canterà alla Santa Messa nel santuario di Santa Maria del Monte sopra Varese.
La grande bellezza
ph carlozanzi
Gli occhi e il sorriso di una donna. Il sole né caldo né freddo. Un'idea positiva. Passi senza dolore. Un fiato riposato e un fiore modesto. Un dialogo inatteso. Nessuna fretta.
Così anche gli spaventapasseri si rianimano.
Questa è la grande bellezza.
Privilegio dei pensionati? No, privilegio di tutti, ed è tutto gratis.
Gli occhi e il sorriso di una donna. Il sole né caldo né freddo. Un'idea positiva. Passi senza dolore. Un fiato riposato e un fiore modesto. Un dialogo inatteso. Nessuna fretta.
Così anche gli spaventapasseri si rianimano.
Questa è la grande bellezza.
Privilegio dei pensionati? No, privilegio di tutti, ed è tutto gratis.
mercoledì 20 febbraio 2019
Carol
Ieri sera ho visto alla tele un film del 2014 convincente, ben fatto: 'Carol', regista Todd Haynes. Candidato a molti premi, narra la storia d'amore di Carol e Therese, due donne, una non più giovane e raffinata, l'altra giovane, commessa di un grande magazzino. Siamo nell'america dei primi anni Cinquanta, puritana, che non approva affatto l'omosessualità, tanto più se una delle due donne è di ottima famiglia. Che dire? Le due attrici, Cate Blanchet (Carol) e Rooney Mara (Therese) viaggiano ad alti livelli. Un film in carta patinata, luci soffuse, pochi dialoghi, molto è lasciato alla musica, agli sguardi, agli occhi fantastici delle due attrici. In particolare Rooney Mara, che ho scoperto essere la Lisbeth Salander di Millennium-Uomini che odiano le donne. Irriconoscibile, allora si era fatta rasare i capelli, aveva accettato la tortura dei piercing, come potevo riconoscerla? Ritrovarla nella delicata, commovente immagine della bella Therese? Un film che consiglio; ancora una volta mi ha fatto pensare a quanto la scrittura debba percorrere un arduo cammino, perché sia in grado di rendere ciò che emotivamente danno la musica e le immagini.
La poliziotta di Savona
Venerdì 22 febbraio, ore 18, libreria Feltrinelli di Varese, presentazione del romanzo giallo 'La poliziotta di Savona' (Pietro Macchione editore), scritto dal giudice Ottavio D'Agostino.
Presenterà il giornalista e scrittore Franco Giannantoni.
Umberto e Matteo
ph carlozanzi
Umberto Bossi, classe 1941, fondatore della Lega Nord, uomo politico a suo modo innovativo, sta male ma pare non più in pericolo di vita. Pensando a lui mi è venuto il confronto con Matteo Salvini, leader attuale della Lega, uomo politico che ha fatto 'innamorare' la maggior parte degli italiani, soprattutto chi bramava la pensione.
Una sola volta ho avuto modo di avvicinarmi a Bossi e di parlare con lui. Era il 1994, era appena uscito il libro che ho scritto su Roberto Bobo Maroni, andammo in un gruppo a bere un caffè allo Zamberletti di corso Matteotti, lì regali il libro al senatur che mi guardò di traverso, disse qualche parola roca e mi snobbò totalmente. Maroni mi aveva detto che Umberto non aveva preso bene quel libro su di lui: era Bossi il capo, e nessuno poteva permettersi di metterne in dubbio l'egemonia. A quel tempo Bossi era inavvicinabile, non riuscii nemmeno ad intervistarlo per il libro. Nel 2004 Bossi rischiò di andarsene definitivamente, a soli 63 anni. Lo salvarono prendendolo per i capelli, restò segnato a vita da quell'ictus, fu l'inizio della sua fine politica. In una delle sue prime interviste dopo la malattia, ebbe a dire che negli anni precedenti era andato come una macchina, nessuno lo fermava, dormiva pochissimo, viaggiava tantissimo, si sentiva eterno, indistruttibile, potente e salvatore della Patria (non usò precisamente questi termini ma tale era in concetto). La malattia lo sorprese. Lo fotografai il 29 settembre del 2008, giorno dei Mondiali di ciclismo a Varese (vedi foto). Naturalmente aveva ripreso a fumare.
Mi pare che Salvini stia seguendo la stessa strada di Bossi. Fossi suo padre, lo inviterei a darsi una calmata.
martedì 19 febbraio 2019
Passo del sole
ph paolo russo
Ricevo dal mio amico Paolo questa stupenda foto, scattata sabato scorso, durante un'escursione con l'amico Bruno nella zona del Passo del Lucomagno, in Svizzera. Si nota al centro il profilo seghettato del Pizzo Columbo (2545 m slm), i miei amici hanno aggirato sulla sinistra il Pizzo raggiungendo il Passo del Sole (2367 m slm) dopo tre ore di cammino nella neve immacolata.
Scrive Paolo: "Questa è la montagna che amo. Che mi rigenera. Qui trovo il vero silenzio, la bellezza del Creato, qui riordino le preoccupazioni di ogni giorno."
clicca sulla foto per ingrandirla
Ricevo dal mio amico Paolo questa stupenda foto, scattata sabato scorso, durante un'escursione con l'amico Bruno nella zona del Passo del Lucomagno, in Svizzera. Si nota al centro il profilo seghettato del Pizzo Columbo (2545 m slm), i miei amici hanno aggirato sulla sinistra il Pizzo raggiungendo il Passo del Sole (2367 m slm) dopo tre ore di cammino nella neve immacolata.
Scrive Paolo: "Questa è la montagna che amo. Che mi rigenera. Qui trovo il vero silenzio, la bellezza del Creato, qui riordino le preoccupazioni di ogni giorno."
clicca sulla foto per ingrandirla
Gioia quieta
ph carlozanzi
GIOIA
QUIETA
di carlozanzi
La
grande luna in cielo
chiama
la primavera,
la
terra secca e fredda
attende
ciò che spera.
Un
uomo nano guarda,
spera
la primavera,
nel
corpo che appassisce
ritrova
ciò che era.
Una
primula canta
felice
d’esser nata
mentre
una donna cura
che
non sia calpestata.
Col
sole del mattino
sorge
una gioia quieta,
il
mondo non la nota,
qualcuno
ha un’ora lieta.
20
febbraio 2019
lunedì 18 febbraio 2019
I primi fiori
E' mia abitudine fotografare i primi fiori che spuntano nel piccolo prato sotto il mio balcone.
La natura fa il suo corso.
Io faccio parte della natura, quindi faccio il mio corso.
Sto spuntando.
domenica 17 febbraio 2019
La vita in un attimo
Ieri sera ho visto al Nuovo un buon film, 'La vita in un attimo' (Life itself) scritto e diretto da Dan Fogelman, con Oscar Isaac, Olivia Wilde, un ottimo Antonio Banderas e altri bravi interpreti.
Forse non avremmo bisogno di film come questo per ricordarci che la vita può essere davvero drammatica, può metterti in ginocchio, in un attimo cambiarti in peggio il futuro...eppure narratori, sceneggiatori, registi non fanno che toccare questi temi...il che avrà un senso. Bisogna dire che Fogelman forse abbonda in episodi poco edificanti, botti improvvisi che sorprendono lo spettatore...Abbiamo una storia di coppie intrecciate, di padre e madre in figlio, bimbi-ragazzi traumatizzati dalla vita....ma non mancano messaggi di speranza..la vita non si conclude mai, continua nei figli (un inno se vogliamo alla procreazione, al valore della famiglia), l'amore può rimetterti in piedi...Alcune forzature e banalità, un finale strappalacrime con spiegazione della morale che il regista avrebbe potuto rendere meglio, il tutto in una New York dagli incroci assassini, con vicenda che si sposta anche a molte miglia di distanza. Diciamo un film da sette e mezzo.....che vale il costo del biglietto.
sabato 16 febbraio 2019
La bambina sotto il pianoforte
ph carlozanzi
Questa sera la Galleria Ghiggini di via Albuzzi, a Varese, ha ospitato la presentazione del libro 'La bambina sotto il pianoforte' di Micaela Magiera. Intervistati dal giornalista Mario Chiodetti, erano presenti l'autrice e suo padre, Leone Magiera, pianista.
Di che si tratta? Siamo nella Modena degli anni Quaranta, tempo di guerra, Leone Magiera viene da una famiglia benestante, a sei anni va già a lezione di pianoforte, Mirella Fregni, di famiglia operaia, a nove anni vince un concorso canoro. I due abitavano nella stessa via, Leone è attratto dalla voce di Mirella, fa in modo di conoscerla, sarà lui a lanciarla nel mondo della lirica, con il nome di Mirella Freni, uno fra i soprani più famosi d'Italia. I due si sposano e nasce Micaela, cioè la bambina sotto il pianoforte, colei che, molti anni dopo, troverà una scatola colma di lettere d'amore fra il padre e la madre. Saranno quelle lettere a favorire l'idea di un libro: la storia del grande soprano e del concertista, uniti dalla passione per la musica. Ecco la genesi del libro, ricco di aneddoti, un dono prezioso per gli amanti della lirica e del bel canto. E fra gli aneddoti certamente uno fra i più interessanti riguarda Luciano Pavarotti, di Modena anche lui. Sua madre e la madre di Mirella lavoravano nella stessa fabbrica, i due bimbi andavano a balia insieme, crebbero insieme e insieme mossero i primi passi verso il successo internazionale. L'incontro ha alternato parole e musica, ed è stata proprio la musica a commuovere Leone Magiera, e non solo lui.
Questa sera la Galleria Ghiggini di via Albuzzi, a Varese, ha ospitato la presentazione del libro 'La bambina sotto il pianoforte' di Micaela Magiera. Intervistati dal giornalista Mario Chiodetti, erano presenti l'autrice e suo padre, Leone Magiera, pianista.
Di che si tratta? Siamo nella Modena degli anni Quaranta, tempo di guerra, Leone Magiera viene da una famiglia benestante, a sei anni va già a lezione di pianoforte, Mirella Fregni, di famiglia operaia, a nove anni vince un concorso canoro. I due abitavano nella stessa via, Leone è attratto dalla voce di Mirella, fa in modo di conoscerla, sarà lui a lanciarla nel mondo della lirica, con il nome di Mirella Freni, uno fra i soprani più famosi d'Italia. I due si sposano e nasce Micaela, cioè la bambina sotto il pianoforte, colei che, molti anni dopo, troverà una scatola colma di lettere d'amore fra il padre e la madre. Saranno quelle lettere a favorire l'idea di un libro: la storia del grande soprano e del concertista, uniti dalla passione per la musica. Ecco la genesi del libro, ricco di aneddoti, un dono prezioso per gli amanti della lirica e del bel canto. E fra gli aneddoti certamente uno fra i più interessanti riguarda Luciano Pavarotti, di Modena anche lui. Sua madre e la madre di Mirella lavoravano nella stessa fabbrica, i due bimbi andavano a balia insieme, crebbero insieme e insieme mossero i primi passi verso il successo internazionale. L'incontro ha alternato parole e musica, ed è stata proprio la musica a commuovere Leone Magiera, e non solo lui.
venerdì 15 febbraio 2019
12 anni di blog
Il 16 febbraio del 2007 pubblicavo il mio primo post sul blog, questa immagine del 2006, a Cortina, in partenza verso il passo Giau.
12 anni di blog, circa 1200 post all'anno, oltre 10.000 post e 10.000 foto: sono un tipo metodico. Parole, immagini e tanti amici. Uno dei miei modi per non sentirmi solo.
giovedì 14 febbraio 2019
Battaglia
I periodi di tregua, di quiete non servono per recuperare alla svelta una ridicola illusione d'immortalità, ma per affilare le armi, in vista di nuove battaglie...e, se ne siamo capaci, per aiutare chi, in battaglia, sta lottando contro i tanti nemici che, inevitabilmente, saltano fuori a minacciarci.
Varese-Cremona: 73-82
Peccato! Cremona non era imbattibile, bastava una prova decorosa nel tiro da fuori, davvero inguardabile. E troppe palle perse. Si lotta sino alla fine, bene in difesa, grande impegno fisico ma se poi la palla non entra... Forse servito troppo poco Cain, un mare di rimbalzi ma pochi canestri per lui. Varese sceglie spesso il tiro dalla lunga, che cozza inevitabilmente contro il ferro. Non è serata. Parte male il terzo quarto, 48-40, poi 53-44...Varese non riesce più ad avvicinarsi. 60-52 alla fine del terzo. 0 su 5 da tre punti per Varese: è detto tutto. Di là bene un po' tutti, e anche il 'vecchietto' Diener fa una gran partita. Ferrero fuori per 5 falli, Scrubb ha lampi ma non c'è continuità, Avra non c'è, se non a sprazzi, Moore, no comment ....Archie non parliamone....così non si può vincere. E infatti finisce 82-73 per Cremona. Fuori dalla Coppa Italia...subito....del resto Cremona ha meritato il passaggio. Non ha rubato nulla. Bravo coach Meo ma soprattutto bravi i suoi giocatori.
Forza (comunque) Varese!
Varese-Cremona: 40-44 a metà gara
Finali a 8 di Coppa Italia, Varese c'è dopo molti anni, esordio con Cremona. I nostri partono che più male non si può, 8-0 per i bassapadani, poi 15-4...un disastro, non ne entra una. Per fortuna arriva capitan Ferrero che tiene in piedi la baracca con 6 punti. Dopo la partita mostruosa di Trieste, il Capitano c'è ancora e dobbiamo ringraziarlo se non crolliamo. Finisce 19-15 per i cremonesi. Per fortuna gli uomini di coach Sacchetti, ispirati all'inizio, abbassano le percentuali e lasciano più spazio in difesa. Avramovic per un attimo si rianima, Ferrero continua con la sua ispirazione, qualche punticino da Salumu mentre Iannuzzi più che altro fa falli. Addirittura il sorpasso (26-24 per noi), ma è un attimo, perché Crawford (20 punti a metà gara!!!) spara triple su triple e Cremona pare scappare di nuovo. Per fortuna reggiamo all'urto e finisce 44-40. Siamo sotto di 4 ma ancora in partita. Occorre che il quintetto aggiusti il tiro: meno fretta, più calma, la partita è lunga.
Forza Varese!
La poesia di Arnaldo
ph carlozanzi
Camminando...
di arnaldo bianchi
Un cielo pieno di nuvole
incornicia l'immensità del mattino...
ora attraversiamo le pianure
a piccoli passi
incontro a Dio...
annusiamo le voci del vento
ritroviamo le orme perdute
a piccoli passi incantati
verso Dio...
febbraio 2010
Camminando...
di arnaldo bianchi
Un cielo pieno di nuvole
incornicia l'immensità del mattino...
ora attraversiamo le pianure
a piccoli passi
incontro a Dio...
annusiamo le voci del vento
ritroviamo le orme perdute
a piccoli passi incantati
verso Dio...
febbraio 2010
Iscriviti a:
Post (Atom)