La musica, la montagna, la stessa montagna, gli stessi prati fioriti, l'identico amore per questi luoghi...e tanta nostalgia.
venerdì 30 luglio 2021
Io, Mock e la Val Gardena
giovedì 29 luglio 2021
mercoledì 28 luglio 2021
Felici per Federica
Anche loro sono felici per la vittoria di Federica Cesarini, la ragazza di Bardello che ha vinto l'oro nel canottaggio (due pesi leggeri) alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Già tre medaglie per gli atleti della provincia di Varese!
martedì 27 luglio 2021
Marco, un esempio
Nutro un'ammirazione speciale per quelle persone che vedono morire un figlio e riescono non solo a sopravvivere ma a vivere, facendo di quel lutto immenso un'occasione per rivedere le priorità, mettendo l'amore verso gli altri al primo posto, o comunque nei posti alti della graduatoria. Una di queste è il giornalista Marco Dal Fior, che ha perso il figlio Paolo nel 2009, in un tragico incidente d'auto. Marco, dopo l'inevitabile ed essenziale spazio per rielaborare il lutto, per pregare ancor più intensamente, per piangere, per chiedersi perché proprio a me, ha aperte le porte anziché sbarrarle nella disperazione e nella rabbia, facendo entrare gli altri. Ultima fra le sue scelte, annunciata oggi: entrare in politica, a servizio del bene comune. Marco, per me un esempio.
Seurasass
Nord Italia nelle nuvole e nella pioggia, Val Gardena compresa, ma per fortuna stamani il meteo ha retto e ciò ha permesso di salire ai 2000 metri del rifugio Seurasass, noto per il suo scarpone gigante e per l'ottima cucina.
lunedì 26 luglio 2021
Mutazioni
A due ore di distanza, due panorami 'leggermente' diversi!
Riccardo e Niccolò
Due varesini a Tokyo: quello a sinistra è Riccardo Cipolat, mio ex alunno Vidoletti (e sottolineo MIO con un certo orgoglio, sebbene non abbia alcun merito) oggi fisioterapista della nazionale di pallanuoto, e l'altro è Niccolò Martinenghi, azzatese che ha appena vinto la medaglia di bronzo nei 100 rana alle Olimpiadi. Riccardo dice a Niccolò: "Questa medaglia te la meriti tutta, perché sappiamo quanto hai lavorato per ottenerla." Io questo non lo so ma lo immagino, mentre ricordo bene che Riccardo, ai tempi delle scuole medie, eccelleva nel nuoto, e proprio nella rana. Se non ricordo male arrivò alle Regionali dei Giochi Sportivi Studenteschi nei 50 rana: non era molto alto ma in acqua filava come un luccio più che come una rana!
domenica 25 luglio 2021
Dimmi chi frequenti...
ph carlozanzi
Se vediamo due mosche adagiate su una cacca il nostro giudizio è perentorio: ci fanno schifo. Se le vediamo su una margherita, ci sono quasi simpatiche.
Dimmi chi frequenti...
Inizio sfigato
Come si può notare da questa eloquente immagine (Sassolungo coperto dalle nuvole temporalesche), l'inizio della mia vacanza in montagna non è stato il massimo. Si dirà dei cambiamenti climatici per colpa dell'uomo. Però ricordo, era il mese di luglio del 1968, quindi 53 anni fa, quando i danni dell'uomo erano minori. Vacanza sempre sulle dolomiti, ma a Canazei: dopo una settimana di pioggia quasi ininterrotta, scappammo verso il mare. E poi negli anni Settanta, sempre qui in Sudtirolo: tanta pioggia.
La montagna è così.
Prenderla come viene...cambiarla non mi conviene.
mercoledì 21 luglio 2021
La poesia di Arnaldo
Ringrazio l'amico poeta Arnaldo Bianchi, che ha voluto dedicarmi questa poesia, dopo la mia 100^ salita in bici al Campo dei Fiori nel 2021.
Sono rondine fra le nuvole,
sarò nuvola nel vento,
sarò vento che si scioglie,
sarò respiro che si libera nella luce.
Auguri, Maddalena
Felice onomastico a mia figlia Maddalena. Ho scelto questa foto perché è stata scattata il 22 luglio del 1995, una Santa Maddalena che ricordo bene. Alle 6 del mattino ero partito in bici per il passo del Mortirolo, versante Valcamonica (il più facile), poi passeggiata familiare al passo Gavia (foto) con pranzo al sacco e torta dell'onomastico, quindi merenda al lago Nero, con il cane Chicco che rischiò di annegare.
martedì 20 luglio 2021
La Madonna del Campo dei Fiori
Finalmente
la Madonna del Campo dei Fiori è tornata a completare la colonna, rimasta
orfana della sua statua dal 2013. Per me, appassionato di questa montagna, che
risalgo in bicicletta centinaia di volte l’anno, era una mancanza grave, una
perdita, una menomazione, una preghiera interrotta proprio su in cima alla
salita, ad uno degli ultimi tornanti prima di arrivare sul piazzale del
cannoncino.
Ho
cominciato a intuire i primi movimenti positivi nel mese di giugno del 2021,
quando una mattina due alpini stavano guardando la zona della colonna
incompleta, situata vicino alla deviazione per la pensione Irma. Ho chiesto
notizie e mi hanno detto che stavano tagliando l’erba e preparando la piccola
collina, affinché accogliesse degnamente la sacra Vergine restaurata. Lunedì 19
luglio vedo un trattore con un lungo braccio meccanico e un camion scoperto. Mi
fermo ed ecco finalmente la statua, adagiata sul fondo, pronta per essere
issata sulla cima. Quindi il momento solenne, la benedizione, il 10 agosto (non so ancora l'orario dell'evento).
La
storia della Beata Vergine del Campo dei Fiori ha inizio nel 1938, quando non
si sa bene chi decide di dare sacralità alla montagna varesina per eccellenza,
al regiù delle nostre Prealpi, ponendo una colonna con una statua della
Madonna. Quella del 1938 era in bronzo, a capo coperto: altro non è dato
sapere. Ci penserà un fulmine, per niente rispettoso della Madre di Gesù, a
lesionare l’opera bronzea. Siamo nel 1965. Uno fra i primi ad interessarsi ad
una possibile sostituzione della statua è il professor Salvatore Furia, il
padre dell’Osservatorio Astronomico, un uomo che su al Campo dei Fiori ha speso
la sua vita, le sue ricerche, le sue passioni. Viene incaricato dell’opera lo
scultore Luigi Tardonato, che sceglie di rifare la statua ma a modo suo, con
materiale più povero (la terracotta), certamente più economico del bronzo. E
decide di non copiare esattamente le sembianze della Vergine originale: ecco
allora una Madonna senza velo, coi capelli sciolti, che sale da una nuvola. Nel
1968 la nuova statua viene inaugurata. Un po’ di anni resiste ma il materiale
non è l’ideale per una statua posta a mille metri, sul culmine di una colonna,
soggetta a sollecitazioni, vibrazioni, oltre che alle intemperie. Così l’opera
si deteriora. Il Comune di Luvinate, ove risiede la Madonna prealpina, prende a
cuore l’iniziativa del restauro, che parte nel 2013 e trova molti operatori, ma
soprattutto un anonimo benefattore che paga le non indifferenti spese. Lo
studio di architetti Bertolini-Galli è incaricato di predisporre un progetto adeguato,
vi operano anche Cristiana Alexy, consulente alle strutture Marco Carcano,
restauratrice Maria Pia Navire. Il lavoro è più lungo del previsto, si operano
migliorie per favorire la staticità, la resistenza ad alta quota, e soprattutto
si attende il parere favorevole della Sovrintendenza alle Belle Arti, che
arriva il 13 maggio 2021. E così Lorenzo Martinoli di Barasso e i suoi uomini
possono, il 19 luglio, riporre la Madonna al vertice della colonna.
Ieri l'ho fotografata.
99, 100...e si va avanti...
Faceva un po' caldino (soprattutto la salita delle 16.30) ma tutto è andato per il meglio, 99^ salita in bici al Campo dei Fiori con gli amici Nicola Broggini, Enrico Piazza, Paolo Gorini e Cristina Bertuletti (che è partita in ritardo ed è arrivata dopo la foto) e 100^ con Nicola Broggini, la mammina volante Cristina Bertuletti e Paolo Reggiani.
Siamo a quota 100...ora si va avanti! Grazie a chi mi ha fatto compagnia. Tempi di salita da uscita via Vico su via Virgilio alla cima del cannoncino: 59'18" la 99^, 56'25" la 100^.
domenica 18 luglio 2021
Tadej...sperèmm!
Grazie al mio amico socio Panathlon Maurizio Gandini (a sinistra) ecco una foto della gioiosa notte parigina di Tadej Pogaciar, fresco vincitore del Tour de France 2021. A 22 anni Tadej fa il bis alla corsa a tappe più prestigiosa al mondo, portandosi a casa anche la maglia bianca di miglior giovane e quella a pois di miglior scalatore. A destra Ernesto Colnago, costruttore di bici. Maurizio è il 'sanificatore' della Uae Emirates team, grazie al suo Asky Clean system. Si alza all'alba e via a sanificare tutti gli ambienti nei quali vive un ciclista professionista, per evitare infezioni che potrebbero vanificare l'esito di una stagione. Proprio ieri sera davano su RaiStoria il film 'The program', triste vicenda doping del ciclista Usa Lance Armstrong, 7 volte vincitore al Tour ma alla fine neanche una, visto che gli hanno ritirato tutte le maglie gialle e le vittorie. Troppe volte atleti che hanno attirato il mio interesse e il mio tifo mi hanno tradito. E' il caso anche di Tadej? Sperèmm da no.
Auguri Raimondo
ph da internet
Felice compleanno al mio amico ed ex borgomastro di Varese, Raimondo Fassa. Ci siamo conosciuti nel 1992, quando a sorpresa fu scelto da Umberto Bossi per governare il primo capoluogo di provincia a guida leghista. Dopo quell'esperienza politica ci siamo visti raramente, ad esempio (foto in basso) in occasione del Premio letterario Guido Morselli: faceva parte della giuria, insieme al suo amico Silvio Raffo, a Peppo Curonici, ad altri.
sabato 17 luglio 2021
Ineluttabile
Scene impressionanti, lacrime, dolore, sembra impossibile rialzarsi dopo un'alluvione come quella in Germania, eppure questi nostri fratelli si rialzeranno, aggiusteranno, ripartiranno. Ci vuole coraggio, forza d'animo, speranza ma ce la faranno. La storia questo insegna. Come insegna che tali manifestazioni abnormi dello strapotere della natura ci sono sempre state e sempre ci saranno. L'uomo ha bisogno di trovare il colpevole, per alimentare la speranza di un mondo perfetto che perfetto non può essere. Così si parla di cambiamenti climatici. Si faccia il possibile per non dare una mano alla natura matrigna, ma queste disgrazie sono ineluttabili. Come è ineluttabile la morte. Bene i progressi della medicina ma alla fine (qualche anno dopo magari, forse con meno dolore) dobbiamo salutarci.
Quindi? Quindi non so...questo è quanto.
venerdì 16 luglio 2021
99 e 100 con me al Campo dei Fiori
Un
tradimento ci sta. Poi si chiede scusa e si riparte. Così la mia bici mi ha
tradito al Campo dei Fiori il 16 novembre 2020 (caduta con frattura clavicola)
ma ha chiesto scusa, ho perdonato, siamo ripartiti e ora vorrei affrontare la
99^ e la 100^ salita in bici del 2021 al Campo dei Fiori con qualcuno, visto
che vado sempre da solo. Ho iniziato il 25 febbraio, e non mi sono ancora
fermato. Chi è interessato si può trovare martedì 20 luglio, davanti al
cancello di Villa Toeplitz. Alle 16.30 partirà la 99^ salita, alle 18 la 100^.
Per i 9 km di salita prevedo un tempo di circa un’ora, quindi alla portata di tutti
gli amanti della salita. Si va tranquilli.
mercoledì 14 luglio 2021
Giù la maschera
ph da google immagini
Giù la maschera
di Carlo Zanzi
E
venne finalmente l’estate, che portò frutti maturi e la notizia: giù la
maschera. Con gradualità, senza entusiasmi sboccati ma era giunto il tempo
delle carezze, del fiato contro fiato, dei baci, della vicinanza. Marco prese
fra le dita la mascherina, sollevò il coperchio metallico della pattumiera
premendo con il piede destro, lasciò volteggiare nell’aria la tela salvavirus
che finì fra le immondizie di casa, richiuse il coperchio e uscì, alla ricerca
di un libero abbraccio. Non era privo di amici, il primo incontrato sarebbe
stato avvolto da due braccia in carestia: le sue. Ma di vicini di casa non ne
trovò, né lungo le scale né in cortile.
Era
agosto, afa sin dal mattino, gente per strada, chi per compere, chi per sport,
chi per lavoro, molti per il gusto del passeggio anarchico e qualcuno con il
suo obiettivo: un corpo da abbracciare. Passò con piedi svegli per via
Garibaldi, si fermò nel cuore del piccolo sagrato della chiesa della Madonnina,
detta ‘in prato’ perché un tempo attorniata dall’erba, esitò se entrare o
ripartire subito, scarabocchiò un segno di croce, disse ‘Ave Maria…’ ma subito
si dimenticò il resto, confuso dalle tante buone abitudini da rimettere in
calendario, dalla sovrabbondanza di possibilità. In via Bernardino Luini ebbe
l’impressione che stesse sopraggiungendo, in direzione opposta, una persona a
lui nota. Aumentò la cavalca, rallentò…no, si era sbagliato.
Chi
non era solo continuava a dialogare -come d’abitudine negli ultimi, soffocanti
tempi- di pandemia, covid, vaccino, amici dipartiti e altri fuori pericolo, ma
soprattutto di via libera… finalmente.
“Ero
depresso oltre ogni dire...mi è andata bene…è stata dura…il governo poteva far
meglio…l’ho schivata…ho perso una zia e un nonno…morti come cani, senza un
saluto, una mano…ma è finita…”, queste le frasi ricorrenti, intercalate da
imprecazioni ma anche impreziosite da generosi sorrisi, pacche sulle spalle,
strette di mano, buffetti, carezze. Un corpo a corpo persino commovente, atteso
e benefico.
Eppure
Marco, di amici, parenti e conoscenti non ne trovava. Non ne vide in via
Rossini, in piazza Giovine Italia, in piazza san Vittore. Non volle far visita
al buon Dio nemmeno in basilica ma disegnò un altro segno della croce e
aggiunse qualche parola all’Ave Maria, veloce scivolò sotto l’Arco Mera e toccò
una sponda di corso Matteotti, dove certamente avrebbe fatto comunella. E
invece trovò un varesino ancora in maschera. Provò ad immaginare il perché di
quell’insistenza, pensò: ‘Perché non lo chiedo direttamente a lui?’ Quindi osò:
“Mi scusi, perché tiene ancora la mascherina?”
“E
perché no? Lei crede ancora ai politici? Non mi dica…”
“Mi
fido della scienza, più che altro.”
“La
scienza è politica, e la politica è scienza…Faccia come crede, io non ci casco.”
Il
sole si arrampicava sulla volta celeste con agilità estiva, sempre più alto,
sempre più invadente. Marco procedeva sotto i portici, in ombra, curiosava le
vetrine, negozi aperti e commercianti carichi di speranza, già in affari o
sulla soglia, con mezzi inchini, occhiate allusive, labbra socchiuse in
invitanti sorrisi.
Giunto
che fu ad un’estremità del corso svoltò a destra perché aveva bisogno di una
panchina dei Giardini Estensi, lì indirizzò il suo vagabondare. La ghiaia del
nobile e laico sagrato gracchiava sotto le sue suole, si accontentò di una panchina
al sole, si sedette, incrociò le dita dietro la nuca, sentì una stilettata alla
spalla sinistra, tenne alto solo il gomito destro, si mise comodo, chiuse gli
occhi e ripassò i tanti mesi di privazioni, la pazienza necessaria, le
occasioni perdute. Gioì per la rinascita. Aggiunse pensieri distratti, e fra
questi generò l’intuizione: e perché no? E perché non rischiare? Persino una
sberla? In quel clima di ritrovata socialità lo avrebbero perdonato. Avrebbero
capito. E già che c’era, perché non con una bella ragazza? Rischio per rischio.
L’eccitazione rese lecito l’azzardo, si mise in vedetta, studiò i passaggi,
soppesò, scartò, indugiò, infine partì.
Si
mise in piedi quando la vide, pensò di sedersi di nuovo, troppo bella, fuori
quota per lui, incenerì ogni dubbio, gonfiò il petto di coraggio e si frappose
tra la ragazza e un assembramento di piccioni beccanti e svolazzanti.
“Scusi...le
chiederei un favore…è possibile?”
“Un
favore?”
Era
un fiore: alta pur senza tacchi, bella da apparire irreale. Marco si pentì,
pensò a un cambio di direzione ma le parole dissero ciò che non era più alla
sua portata: “La posso abbracciare?”
Era
anche intuitiva, sensibile, probabilmente spiritosa, comprensiva, perché regalò
a Marco un sorriso che diceva: ‘Va bene…’
Si
abbracciarono da sconosciuti. Profumava d’estate. Marco sfiorò con le labbra i
suoi capelli castani. Pensò che il contatto con la morbidezza dei seni, con il
traballìo ritmico del cuore sarebbe venuto meno ora, subito, uno strappo
atroce, ma ciò non avvenne. Sentì -o forse solo immaginò- la corda dell’arco di
Cupìdo tagliare l’aria, uno schiocco impercettibile, la freccia sibilare. Il
colpo secco del fulmine fu invece potente.
Sempre
abbracciato le chiese: “Come ti chiami?” Poi i suoi occhi scivolarono gaudenti
dagli occhi al naso alla bocca al mento, e con un salto sparirono entro la
penombra della scollatura.
questo racconto breve è stato pubblicato sul n° 46 della rivista 'Menta e Rosmarino' luglio 2021
Andrea Macchi vince il Gran Trail Courmayeur
Andrea Macchi, mio vicino di casa santambrogino, che si allena sulle 'mie' montagne, ha vinto in questi giorni il Gran Trail Courmayeur, 100 km di corsa in montagna. Grande Andrea!
Menta e Rosmarino n° 46
lunedì 12 luglio 2021
Paola e Martina sempre con me
Guardo spesso la foto del Rosa, a sinistra, l'ultima cima, la più bassa, la piramide Vincent, a 4200 metri. Guardo e immagino. Le vedo. Le sento. Poi scappo e poi ritorno.
clicca sulla foto per ingrandirla
La Shalom in Val Gardena
Nell'estate del 1972 la neonata comunità giovanile Shalom di Biumo Inferiore, voluta e guidata da don Angelo Morelli, andava in vacanza per la prima volta in Val Gardena. Oggi una ridotta rappresentanza di quell'esperienza ecclesiale giovanile torna in Val Gardena, per una settimana di vacanza. Nel 1972 c'ero, oggi no per vari motivi (sarò lì fra due settimane), ma sono vicino ai miei amici, guidati nella preghiera da un altro Angelo, padre Angelo Giorgetti, missionario comboniano. E l'anno prossimo, per i 50 anni di Val Gardena, grande festa!
domenica 11 luglio 2021
sabato 10 luglio 2021
Acqua e cicale
Quando vengo dalla mia nipotina Rebecca Zoe a Castelleone in estate, ho il piacere della nuotata nella bella piscina, e l'assalto del frinire delle cicale.
venerdì 9 luglio 2021
Seconda dose
Doppia Astrazeneca, ho fatto la mia parte, per me e per gli altri...di venere e di marte non si sposa né si parte né si dà principio a un'arte...ma il vaccino è evento a parte.
giovedì 8 luglio 2021
Nubifragio
Nubifragio verso le 17.30 su Varese. Non è stata risparmiata la mia Sant'Ambrogio. E proprio davanti a casa mia (prima volta in 40 anni) è stato tranciato di netto un albero. Aspettiamo i Vigili del Fuoco, immagino molto impegnati. Per fortuna auto solo sfiorate ma non centrate. Cambiamenti climatici? Diciamo che la natura, quando fa la voce grossa, ci zittisce.
Colori e cicatrici
In foto vedete il ciclista belga Wout van Aert. Ieri, al Tour de France, ha vinto una supertappa, con la doppia ascesa del Mont Ventoux, una salita che parte nei boschi e poi si apre ad un paesaggio lunare, una immensa duna del deserto. Wout è uno dei giovani più promettenti del ciclismo mondiale: vince in volata, a cronometro, in salita. Non può non ricordarmi il grande Eddy Merckx.
Uno vede questa foto, o una foto di un gruppo di ciclisti professionisti: colori, luccichio, biciclette stupende...calzine belle bianche... e dice: faccio anch'io il ciclista, troppo bello. In verità è come per il volo delle rondini: uno spettacolo poetico, ma mortale per gli insetti che finiscono dentro al becco dei volatili. L'apparenza inganna. Quei corpi abbronzati, tonici, magri, tirati a lucido in realtà sono carichi di cicatrici, di dolori, di fratture che si saldano, di abrasioni che si asciugano al sole. C'è tanta tanta fatica, a volte anche per mantenere la velocità del gruppo, per stare in gruppo, non dico per vincere, che è impresa titanica. C'è rivalità e lotta ai confini del sopportabile: per chi vince una tappa al Tour cambia la vita.
Tutto ciò per dire che quando vedete una gara di ciclismo non fatevi ingannare dall'apparenza.
mercoledì 7 luglio 2021
Beppe Balsamo: triplo salto verso la pensione
Giuseppe Balsamo detto Beppe, prof di ginnastica (come si diceva un tempo), docente di Scienze Motorie e Sportive (come si dice oggi) ma la sostanza non cambia. Triplo salto verso la pensione non perché stia facendo salti di gioia l'amico Beppe, immaginandosi pensionato a settembre, ma perché era eccellente atleta del salto triplo in gioventù. Fatto sta che a settembre un altro pezzo da novanta (dopo Piazza e Lenotti e forse altri dei quali non ho notizia) fra i prof di ginnastica varesini che appende il fischietto al chiodo. Ne sentiranno certamente la mancanza gli alunni dell'Istituto Comprensivo De Amicis, i dirigenti scolastici (che trovavano in lui un ottimo vicepreside), i colleghi. Ne avranno giovamento (visto che potrà dedicare più tempo) gli atleti dell'atletica leggera (Varese Atletica, NAV, Carabinieri...) perché Balsamo è un tecnico allenatore di grande preparazione e umanità. E ne trarrà giovamento anche la bici: lo si vedrà più spesso sulle rampe del Campo dei Fiori. Dove ci incontreremo. Docente alle medie inferiori (pardon: secondarie di primo grado), docente universitario all'Insubria, ore ed ore ed ore sul campo 'Bellorini' di Calcinate degli Orrigoni, Beppe non aveva bisogno di alzare la voce per farsi ascoltare dai suoi alunni: un sorriso, una battuta a voce controllata, una paterna stretta di mano, e via verso il traguardo. E se un ragazzo era in calo di zuccheri, tirava fuori dallo zaino una caramella. Che dire? Certi prof. è un peccato che vadano in pensione: lasciano un po' di amaro in bocca.
lunedì 5 luglio 2021
Raffaella e il soffrire
Ho scelto questa foto giovanile di Raffaella Carrà per rispettare il suo desiderio: lasciare nel suo pubblico un ricordo della Raffaella migliore, in perfetta forma, fissata per sempre nel suo caschetto biondo e nel suo sorriso generoso.
Dico subito che non ho mai seguito Raffaella negli anni del suo successo: avevo altri modelli, altre canzoni. Solo recentemente, osservando alcune immagini televisive, ho apprezzato la sua vivacità, la sua energia, i suoi talenti.
Qui voglio riflettere sulla scelta finale: nascondere la sua malattia, per lasciare nei suoi fan il ricordo della Raffaella vitale e bella. Una scelta rispettabile, e forse anche giusta, non so. La mia recente esperienza di malattia mi fa pensare che quando si sta male in genere si è portati a chiudersi in se stessi, a invidiare chi sta bene, affidandosi solo ai medici e alle persone davvero vicine. Al più a Dio, se uno ci crede, e pare che Raffaella pregasse molto. Quindi mi verrebbe da dire che Raffaella ha fatto bene, ha fatto ciò che è naturale: difendere un'immagine decorosa di sé, soprattutto quando la malattia ti deforma, ti svilisce, ti imbruttisce. Già di per sé la vecchiaia è malattia ostica da digerire. Abbiamo però esempi di personaggi pubblici (penso a Nadia Toffa) che hanno fatto una scelta opposta, ammettendo la propria debolezza malata, la propria fragilità, e mostrando al pubblico che si può vivere la malattia e la prospettiva della morte con coraggio, senza nascondersi. E anche questa scelta è molto apprezzata, umanamente comprensibile.
Due strade diverse per accostarsi al nostro comune destino, al nostro inevitabile epilogo.
domenica 4 luglio 2021
Paola, Martina e un Gigante cattivo
Mi è capitato spesso di chiamare il Monte Rosa 'gigante buono', ma dopo Paola e Martina quel mostro di roccia e neve e ghiaccio è diventato un Gigante cattivo, che ammalia, seduce, invita e poi uccide. Quelle due belle ragazze avevano l'età delle mie figlie e tanta passione, quel brivido di vita che rende possibile ogni impresa e regala una gioia grande. Ma può distruggerti.
Chi è solito accontentarsi non sa di cosa parlo e dirà che se la sono andata a cercare, un pensiero piccolo piccolo, molto saggio, che regala noia e invidia oltre che lunghi anni di vita insipida.
Auguri, Mock
Buon compleanno, caro Marco. Ieri pensavo al tuo amore per gli Usa e la loro musica (nella foto sei in Colorado) e alla circostanza che ti ha visto nascere il 5 luglio, il giorno dopo l'Indipendence Day. Un segno del destino.
Regalo
Oggi ho ricevuto un bel regalo, che unisce due mie passioni: la pizza e la bici. E' un tagliapizza a forma di bici.