giovedì 8 luglio 2021

Colori e cicatrici

                                                                                              ph da internet
 

In foto vedete il ciclista belga Wout van Aert. Ieri, al Tour de France, ha vinto una supertappa, con la doppia ascesa del Mont Ventoux, una salita che parte nei boschi e poi si apre ad un paesaggio lunare, una immensa duna del deserto. Wout è uno dei giovani più promettenti del ciclismo mondiale: vince in volata, a cronometro, in salita. Non può non ricordarmi il grande Eddy Merckx. 

Uno vede questa foto, o una foto di un gruppo di ciclisti professionisti: colori, luccichio, biciclette stupende...calzine belle bianche... e dice: faccio anch'io il ciclista, troppo bello. In verità è come per il volo delle rondini: uno spettacolo poetico, ma mortale per gli insetti che finiscono dentro al becco dei volatili. L'apparenza inganna. Quei corpi abbronzati, tonici, magri, tirati a lucido in realtà sono carichi di cicatrici, di dolori, di fratture che si saldano, di abrasioni che si asciugano al sole. C'è tanta tanta fatica, a volte anche per mantenere la velocità del gruppo, per stare in gruppo, non dico per vincere, che è impresa titanica. C'è rivalità e lotta ai confini del sopportabile: per chi vince una tappa al Tour cambia la vita.

Tutto ciò per dire che quando vedete una gara di ciclismo non fatevi ingannare dall'apparenza.  


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