domenica 11 settembre 2022

E' morto il mio amico Leo


Non so quali siano le cause della morte di Leonardo Falabella, ma sinceramente non mi interessa. E’ morto Leo, il mio amico Leo: questo conta e mi fa star male. Ci eravamo conosciuti anni fa. Ancora ricordo la prima volta che lo vidi, docente di educazione tecnica alla Vidoletti. Certo, la prima impressione era di un uomo sovrappeso, ma a conoscerlo capii subito che era un uomo abbondante in tutto: amicizia, cultura, simpatia, conoscenza, passione per la vita e per l’Inter. Come non diventare amici? Infatti siamo diventati amici. Diceva che ero un mito, seguiva ciò che facevo, sempre presente alla presentazione dei miei libri, mi regalava la sua competenza in ogni campo. Soprattutto era un valido insegnante, amato dai suoi alunni. Grande lettore, ottimo architetto, stava curando proprio ora un’importante ristrutturazione in una bella villa varesina, alle pendici del Sacro Monte. Ogni tanto andavo a trovarlo nel suo studio in via Crispi, era bello parlare con lui. Naturalmente un po’ lo sgridavo, sollecitandolo a fare movimento. Un pomeriggio riuscii persino a portarlo lungo la rizzada della Madonna del Monte. Eravamo d’accordo che ci saremmo tornati a breve. L’ultimo nostro incontro risale ad un mesetto fa. L’ho beccato che stava gustando un gelato all’Argentina, vicino al suo studio. Lo sgridai ma lui fu pronto a rispondere: “Guarda, è uno dei pochi gelati che ho mangiato quest’estate, ma me lo voglio proprio gustare. Non ho sensi di colpa. I sensi di colpa rovinano il piacere del momento. Del resto sì, è vero, sono sovrappeso e devo dimagrire, chi ha il mio peso non vive a lungo, ma gli esami sono buoni, la pressione sotto controllo. Lo so che sembra impossibile, ma i miei esami sono non dico perfetti, ma quasi.” Dialogavamo spesso con messaggi su messenger. Naturalmente si parlava anche della nostra amata Inter, Ormai la parte era chiara: io ero quello preoccupato, deluso, poco fiducioso, arrabbiato per una squadra di polli che perde lo scudetto per un errore clamoroso del portiere e che inizia male il campionato, lui il tifoso vero, fedele, certo della vittoria. Infatti mi sgridava: “Ma che tifoso sei?” mi diceva. L’ultimo nostro messaggio è stato una premonizione. Leggeva il mio blog e spesso commentava i miei post. Avevo scritto un post sulla morte (tanto per cambiare), dicevo che tutti pensano al proprio funerale e se lo immaginano con tanta gente, possibilmente addolorata. Lui aveva risposto che gli capitava di pensare al suo funerale, ma non con la mia visione. Lui si preoccupava per chi avrebbe dovuto reggere la cassa, quindi si riprometteva di dimagrire. Una nuova promessa di movimento e di salita lungo il viale impegnativo delle cappelle. Amava la musica, Vasco Rossi in particolare. Seguiva l’atarassia, filosofia che predica il distacco, la superiorità nei confronti delle cure della vita. Non ho mai capito se credesse o non credesse in Dio. Pubblico l’ultima foto che gli ho fatto, durante il vernissage ad una mostra. E’ insieme all’amata moglie che, come me, lo sgridava perché non faceva tutto il possibile per dimagrire un po’.

Sì, potrei continuare a lungo ma a che serve? Leo, il mio caro amico Leo non c’è più.


 

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