sabato 2 luglio 2016

Il mio Dio - 54



In estrema sintesi potrei scrivere così: credo in Dio, la trascendenza mi appartiene, anche volendo, non potrei più liberarmi di Lui. A quale Dio? Credo nel Dio cristiano perché qui sono nato e questo Dio ho incontrato. Stop. Ogni altra parola è un di più. E’ filosofia, dialettica, inutile tentativo di sintesi, di conciliazione, di mediazione, di razionalizzazione. Vano artificio per trovare pace interiore, sicurezza per il momento della prova. Scrivo altro solo perché sono pensieri che ho dentro e mi piace condividerli. Lo dico qui, in anticipo: in caso di persecuzione, di invasione dell’Islam a Varese e conseguente richiesta di rinnegare la propria fede, sarei il primo a farlo. Non rischierei la vita per il Dio di Gesù Cristo. ‘Ma come?’ mi direbbero. ‘Noi sappiamo che tu eri un cattolico praticante, Messa, Sacramenti…non ti vergogni, per il solo prezzo della vita, a rinnegare la tua storia di fede?’ E io risponderei che in tempo non sospetti, in piena coscienza e lucidità, ho scritto alcune cose sull’argomento. So che non basterebbe, so che il fanatismo non è ragionevole, ma tenterei in ogni modo di dimostrare  che non ho mai perseguitato l’Islam né altra religione, che da un certo momento in avanti non ho più pensato che il mio fosse il Solo, l’Autentico Dio, la pienezza della rivelazione (rispetto alla parzialità di altre fedi). Perché questo è, questa è la mia verità. Ho bisogno di pregare, ho bisogno di una chiesa, di silenzio, magari anche di un rito (sempre meno) e a Varese, la mia città, sono cresciuto  in ambiente cattolico, e qui resto. ‘Ma i tuoi dubbi non ti permettono di vivere coerentemente ciò che la Chiesa cattolica ti ‘impone’ di credere…’ Già.

54-continua

    

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