Nella disfida fra codini, purtroppo vince il codino sfibrato di coach Dusko Ivanovic (allenatore di Bologna) contro i due folti codoni del nostro nuovo play, Ike Iroegbu. Però Dusko probabilmente ha perso qualche altro capello, perché la Virtus non ha per niente vinto in carrozza. Ha dovuto lottare sino alla fine, chiudendo il match negli ultimi due minuti. Ma andiamo con ordine. Il nostro inizio non è scintillante, troppe palle perse, Bologna se ne va (3-7) ma per fortuna la buona mano da tre di capitan Librizzi e di un ritrovato Alviti ci permettono di chiudere il primo quarto avanti: 23-16. Il secondo quarto è però un disastro, 11-0 per le V nere, azioni concitate, molte palle perse in casa biancorossa però tutto sommato resistiamo e andiamo al riposo lungo 35-39. La debacle non c'è. Punteggio molto basso nel terzo quarto, ci carichiamo di falli (3 Assui e 3 Alviti), errori di qua e di là, gli ospiti non scappano, finiamo avanti 54-53. Ma allora il miracolo si può fare! Qualcuno ci crede. Il nuovo play Iro, all'asciutto sino a quel punto, comincia a carburare, cioè a segnare, Moore è incontenibile, Alviti è finalmente l'Alviti che vogliamo. Quando mancano 3'41" siamo avanti: 70-68. Sarà l'ultimo vantaggio. Palla persa per noi, 5° fallo di Librizzi, una tripla di Assui che avrebbe potuto riportarci in pari (ma non entra), per contro entrano due triple per Bologna (una di Edwards e una, pesantissima, di Alston), i felsinei se ne vanno: 72-75/72-78/75-82/ sino al 77-83 finale.
Diamo un occhio alle statistiche. Superiamo nettamente Bologna nei rimbalzi (47 contro 29), nella percentuale dei tiri da 3 punti (34% contro il 19%), ma lasciamo troppe palle perse (23 contro 11), regaliamo troppi tiri liberi (8 su 10 Varese, ben 18 su 22 Bologna).
Ma noi vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Abbiamo giocato ad armi quasi pari con i Campioni d'Italia, abbiamo trovato un buon play, abbiamo ritrovato Alviti (16 punti e 23 di valutazione). Il nostro lungo, Renfro, ha catturato 12 rimbalzi, non è poco, ma ci manca come il pane un lungo che finalizzi da sotto, uno alla Dunston, tanto per intenderci. Le nostre rapide penetrazioni con i play, con Assui, con Moore, spesso cozzano con il muro avversario, o il pallone diventa saponetta, tutto un rimpallo tipo pallina da flipper e purtroppo la retina non accoglie il tanto amato Molten. Non possiamo illuderci di arrivare ai play-off, ma salvarci sì, certamente sì. E lo dobbiamo fare. Quindi: forza Varese!
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