1 maggio 1981-1 maggio 2021: quarant'anni, 13.676 giorni...in fundo, è ancora dulcis.
venerdì 30 aprile 2021
giovedì 29 aprile 2021
mercoledì 28 aprile 2021
lunedì 26 aprile 2021
La maestrina del Copacabana
Enea Biumi (pseudonimo di
Giuliano Mangano) narratore e poeta varesino, ma anche musicista e altro
ancora, torna nelle librerie con un nuovo libro. Si tratta di una raccolta di
racconti, ‘La maestrina del Copacabana e altri racconti’ (Genesi Editrice). Biumi
ci aveva convinto tre anni fa, quando era uscito il suo romanzo giallo ‘Rosa
fresca aulentissima’, dimostrando innegabili affinità con Piero Chiara. Il
nuovo lavoro, fresco di stampa, non è ancora nelle nostre mani, ma ci fidiamo
di ciò che già abbiamo avuto il piacere di leggere, e in aggiunta possiamo fornire
il parere di un critico letterario qualificato, Sandro Gros-Pietro:
“Il
racconto iniziale fornisce il titolo all'intero libro e mette a fuoco sia la
bigotteria bacchettona sia la sensualità animosa caratteristiche della vita
provinciale nelle quali viene coinvolta Nuccia maestra di scuola elementare,
che ha una seconda vita col nome di Schilly, intrattenitrice di locali
notturni. Nel secondo racconto si assiste ai divertenti e tortuosi percorsi di
avanzamento sociale dell'intraprendente e galante Serafino che da trovatello
riesce a emergere, conquistare l'amore della bella moglie e di un amante, ma a
sua volta verrà tradito e tutto si concluderà nella più classica delle
tragedie. Il terzo racconto si dipana intorno al fil rouge dei luoghi sacri al
poeta Ungaretti, rievocati attraverso il percorso di iniziazione alla vita civile
di un adolescente. Il quarto racconto possiede già lo spessore del romanzo
breve, con intreccio prolungato nel tempo e con una trama di eventi raccontati
tra analessi e prolessi da un vecchio che rivede l'intera sua esistenza, fino
all'ultimo respiro. L'ultimo racconto è l'unico ad essere ambientato in un
contesto di personaggi decisamente agiati, nel quale il maestro di windsurf
compie la sua scalata fra piaggerie, incantamenti e meschinerie.
Enea Biumi è uno scrittore
votato alla rappresentazione scenica dei suoi romanzi, nei quali il dialogo
rappresenta sempre il nerbo narrativo più forte, capace di sviluppare una
solida valenza di teatralità e marchiare le caratteristiche dei suoi personaggi,
sempre tutti creati dalla fantasia dello scrittore, ma anche validissimi
simboli dei caratteri umani più differenziati: sono sempre un poco segnati
dalla disperazione che produce il male di vivere e allo stesso tempo sono
sempre ineludibilmente combattivi e pertinaci nel correre con arresa voracità
fino in fondo il loro destino. Abilissimo indagatore della psiche umana, Enea
Biumi è certamente tra gli scrittori italiani oggi più validi a caratterizzare
con efficacia la zona tipica del Varesotto, fino a farne un modello conoscitivo
valido per l'intera collettività.”
Biumi scrive e pubblica da
oltre cinquant’anni, spaziando dalla poesia alla prosa, comprese alcune opere
teatrali e traduzioni di poeti in lingua castigliana. Fa parte del ‘Cenacolo
dei poeti e prosatori varesini e varesotti’ e del ‘Gruppo folk bosino’. Ha un
blog molto seguito (https://eneabiumi.blogspot.com)
Lì sorrideva ancora
ph carlozanzi
E' tornata fuori questa foto, scattata nel mese di giugno del 2013, in Salone Estense a Varese, in occasione della presentazione del mio libro 'Valzer par Varés'. La pubblico perché è forse l'ultima immagine che ho del regiù Augusto Caravati felice e sorridente. E' con la moglie Tiziana e con Felicita Sottocasa Barlocci, regiura della Famiglia Bosina. Altre volte da allora ci siamo incontrati, ma non l'ho più visto così soddisfatto.
Il 25 continua il 26...
Lo 'spirito' del 25 aprile continua anche il 26, il 27...Già, ma quale sarebbe questo 'spirito'? Per me è il rispetto della libertà personale, la capacità di impegnarsi per valori che migliorino la qualità della vita di tutti, il desiderio di andare al di là del nostro tornaconto, di ampliare gli orizzonti.
in foto: Varese, monumento ai caduti della Resistenza, opera del mio amico Luigi Bennati, scultore e ginnasta.
Nuovo indirizzo di posta elettronica
Per chi è interessato, segnalo il mio nuovo indirizzo di posta elettronica:
c.zanzi56@gmail.com
domenica 25 aprile 2021
Il buffo rapporto del rospo bufo
Sì, forse è meglio così
Sì, forse è meglio così, è meglio che sia nato nel dopoguerra, a conti fatti, nel tempo della risalita. Sì, perché probabilmente, fossi stato della generazione di mio padre, che ha fatto la guerra, sarei stato dietro la finestra, ben nascosto, a osservare ma con molta discrezione, senza il coraggio di una scelta rischiosa...avrei fatto una scelta tutta interiore ma senza salita in montagna...la mia amata montagna che in quel tempo mi sarebbe parsa insormontabile...o forse sarei stato lì ad arrovellarmi: in fondo anche chi ha torto forse un po' ha ragione.
Meglio così, un rimpianto o un rimorso in meno, ora che è giunto il tempo di tirare le somme.
Vicentini è qui, da Ghiggini
Inaugurata
ieri, sabato 24 aprile, la mostra personale dell’artista Giorgio Vicentini. Il
pittore indunese espone alla Galleria Ghiggini di via Albuzzi 17, a Varese,
sino al 5 giugno (info www.ghiggini.it).
Classe
1951, la vicenda artistica di Vicentini parte con un gesto di coraggio, un
sacrificio offerto all’arte: nel 1974, a 23 anni, lascia la facoltà di Giurisprudenza
per tentare la carriera di pittore. Studi a Milano e via. Un rischio che quasi
50 anni dopo vede Giorgio Vicentini premiato dal suo pubblico, dai suoi
estimatori, in un affidarsi ai colori che -come sottolinea l’artista- si fidano
di lui.
‘Sono
qui’: questo il titolo della personale, che regala gli ultimi lavori di Vicentini,
probabilmente condizionati anche dalla pandemia, almeno a giudicare dai toni ‘cupi’,
dove si impongono i grigi, i marroni.
Chiediamo
allora a Vicentini qualche tocco di spiegazione alle sue opere astratte.
“Ho
voluto approfondire il legame fra il perimetro e l’area” ci racconta. “Il
perimetro è maschio, l’area è femmina. Senza un perimetro non c’è un’area.” Una
valorizzazione del ruolo maschile? Chi ama l’astrattismo alla Vicentini avrà
modo di osservare, di domandarsi, di immaginare un’interpretazione.
Mostra
elegante e curata, a partire dalle mascherine personalizzate. Sono compresi
anche alcuni disegni, probabilmente notturni, stando a ciò che scrive
Vicentini: “La prima luce dell’alba invia i suoi raggi. Nel mio studio il tempo
è sospeso. Accendo le otto lampade al neon. Osservo i disegni notturni
accumulati sul tecnigrafo di legno. Sulla scrivania, che era di mio padre, il
portamine, lo smatphone e il mio notebook occupano lo spazio centrale…”
25 aprile 1945-25 aprile 2021
Io oggi ho appeso il tricolore sul balcone.
Io oggi festeggio.
E' solo una questione di gusti? Di opinioni?
Non credo.
E' vero che in ciascuno di noi convivono bene e male, ma non in egual misura.
Ci sono valori che valgono più di altri.
sabato 24 aprile 2021
venerdì 23 aprile 2021
Alle 8.14
Alle 8.14 di stamani sto pensando che fra poco andrò a trovare mio padre. Purtroppo potrò vederlo solo dietro un vetro: papà Mario in vetrina, con mascherina. Qualcuno mi chiede come sta. Direi bene: fra poco sono 95. Si sta adattando alla nuova vita. E' un tipo che si sa adattare. Del resto bisogna essere come plastilina: prendere la forma della nuova forma che la vita ci riserva.
Ciao Augusto
ph carlozanzi
Arrivo ora dai funerali del geometra Augusto Caravati, morto a 92 anni dopo una vita molto attiva. Negli scritti apparsi numerosi in questi giorni si sottolinea in Augusto soprattutto la propensione al fare, al costruire, al progettare, al ricostruire. Camminando per Varese era solito dire, guardando un palazzo o altra costruzione: "Ecco, questo l'ho fatto io!" Con comprensibile orgoglio. Vorrei invece qui sottolineare un altro aspetto della poliedrica personalità di Caravati, emerso dagli interventi, al termine delle esequie, fatti da Luca Broggini (regiù della Famiglia Bosina), da Massimo Colombo (presidente ANCE Varese) e da Ambrogina Zanzi, amica di Augusto. Tutti e tre, fra l'altro, hanno sottolineato il buon carattere di Augusto, emerso soprattutto negli ultimi anni, quando la sua forte personalità è andata addolcendosi, come è normale che sia. Di poche parole, sapeva ringraziare, comprendere, aiutare chi era in difficoltà. Non metteva in soggezione, usava spesso il dialetto, arricchito da contenuti sorrisi e da una forte stretta di mano.
giovedì 22 aprile 2021
Alle 7.50
Alle 7.50 di stamani penso che per il momento (a parte un po' di dolore al braccio) Astrazeneca mi ha lasciato in pace, penso ai miei amici Paola e Gigetto, in festa per il loro anniversario di nozze, e alla mia compagna di liceo Matilde (seduta sul muretto, prima a sinistra), che se ne è andata troppo presto.
Per aspera ad astra(zeneca)
No, nessuna asperità prima di incontrare astrazeneca stamani, alle 10.34...almeno per ora...fra qualche ora ne riparliamo. Molta efficienza al centro vaccinale della Schiranna, sul lago di Varese, ottima accoglienza, forse un'anamnesi medica un po' affrettata ma tanto lo sapevo che mi spettava astrazeneca. Staremo a vedere. In 50 minuti ho fatto tutto, compreso il quarto d'ora di attesa postvaccino, per vedere se si verifica un immediato contrattempo. Altro che libertà personale, qui andiamo a fiducia, dipendiamo dalla competenza di altri. Anche i no-vax vanno in fiducia, cioè danno credito a notizie che ricevono da presunti esperti. Ci si mette nelle mani di altri, altro che libero arbitrio: dalla polpetta che mangiamo a pranzo alla tisana che beviamo la sera....
mercoledì 21 aprile 2021
Alle 6.21
Alle 6.21 di stamani sto pensando che fra quattro ore sarò 'sotto i ferri' della vaccinazione antiCovid. Non sono tranquillissimo, preferirei essere in cima al mio amato Campo dei Fiori ma non sempre la vita ti conduce dove vorresti.
M.I.V.: Mi insèma a Varés
Cominciamo dalla foto-ritratto di Augusto Caravati e della moglie Tiziana, realizzata da Carlo Meazza nel 2004, in occasione del 50° anniversario dell'Impresa Costruzioni geometra Augusto Caravati: grande festa e la pubblicazione del libro 'Cazoeula e fratazz'. Sottotitolo: Vita, opere e pensiero di un imprenditore che si è sempre ispirato al principio primo: che il costruire è alle origini stesse dell'umanità oltre che una base predominante dell'istinto.
Molti gli aneddoti che mi trovano insieme ad Augusto. Qui ne ricordo due. Un giorno mi invitò nella sua grande villa verso il Sacro Monte, me la fece visitare, soprattutto il suo laboratorio di scultore, al quale teneva molto. Era rammaricato. Per desiderio esplicito della moglie Tiziana, avrebbe dovuto abbandonare la villa per un più comodo appartamento in centro Varese. E così avvenne poco dopo.
L'8 novembre del 2006, con una bella manifestazione, venne inaugurato il M.I.V., cioè il Multisala Impero Varese. Come al solito al passo coi tempi, Caravati aveva trasformato l'unica grande sala del Cinema Teatro Impero in nove sale di proiezione di diverse dimensioni. L'anno successivo, e per la precisione il 23 novembre del 2007, nella Sala Nettuno del M.I.V. ebbi l'onore di presentare il libro, scritto da me con foto di Carlo Meazza, 'Profili', che comprendeva anche un profilo, in parole e foto, del geometra. Fu un bell'apericena. Il testo a lui dedicato, uscito su La Prealpina il 14 novembre 2006, così si concludeva: 'Il costruttore Caravati ha in mente progetti per un paio di decenni almeno: un modo per costringersi ad arrivare a cent'anni.'
Purtroppo negli ultimi anni problemi di salute hanno limitato la sua grande vitalità, come è stato per Natale Gorini e come in genere è per tutti coloro che superano i novant'anni. E non si può neanche scrivere che si sono consolati con i ricordi, perché non è gente che sa stare con le mani in mano.
E' morto Augusto Caravati
Apprendo ora dai media locali che è morto Augusto Caravati. Nel giro di pochi giorni Varese in generale, e la Famiglia Bosina in particolare, perdono due personaggi: il poeta Natale Gorini e l'imprenditore-regiù Augusto Caravati. Ho conosciuto Augusto agli inizi degli anni Novanta, quando da giornalista facevo cronaca del Consiglio Comunale di Varese. In una delle famose conferenze stampa del sabato mattina, animate dall'allora assessore Bobo Maroni, venne presentato un avveniristico progetto di monorotaia alla giapponese, che avrebbe dovuto collegare il lago, la città e le montagne, Sacro Monte e Campo dei Fiori. L'idea era di Augusto Caravati, nel quale convivevano due anime: un profondo legame con il passato, la tradizione bosina, e una spinta propulsiva verso il progresso, con idee innovative. La nostra conoscenza si approfondì quando, sempre in quegli anni, cominciai a frequentare la Famiglia Bosina. Era regiù proprio Caravati, che fra i vari meriti aveva quello di aver riportato in auge la sfilata dei carri allegorici carnevaleschi, e di aver inventato il Palio Bosino. Fra noi c'era reciproca stima. Quando, nel 2013, gli proposi il mio progetto del libro 'Valzer par Varés', lo accettò subito, contribuendo da mecenate della cultura alla sua realizzazione. Augusto, classe 1929, geometra, aveva una mente poliedrica, spaziava dai progetti di palazzi alle statue (era bravo scultore), dalle ristrutturazioni impegntive (vedi il progetto del Multisala Impero Varese) alla poesia. Sì, Caravati scrisse anche alcune poesie in dialetto, che si possono leggere nel libro 'Cazoeula e fratazz', un ritratto dell'imprenditore scritto da Antonio Carlo Montonati e pubblicato nel 2004. Ecco 'Ul runchètt':
Runchètt,/cassina di nost vecc.../un portich,/'na banchèta/cun settava 'na vegeta/ca fa balà un fiurèll./"Piang mia, narigiatèll,/ca riva ra to mama/a datt da teta/par sagulàtt ra famm."/Inscì semm vegnuu grand/par dagh ul cambi/a chi sa perd par strava, dandus ra man/par ul dafà/da duman.
Ora il cambio tocca a noi.
Ciao, Augusto.
martedì 20 aprile 2021
Alle 6.28
Alle 6.28 del mattino sto pensando al mio amico padre Mauro Serragli, missionario comboniano, oggi in festa per il suo compleanno. Dopo molti anni in Uganda, oggi padre Mauro (detto Baffo o Apalotòn) svolge il suo ministero nel piacentino. Pivot alla Santabarbara (squadra di basket dell'oratorio Molina di Biumo Inferiore), con trascorsi anche di runner, padre Mauro è noto per la sua memoria d'elefante e le sue battute. Un abbraccio, amico mio.
lunedì 19 aprile 2021
Alle 5.32
Alle 5.32 di questa mattina sto ripensando ai funerali del mio amico Natale Gorini, ieri pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio. "Sapiente ma non saccente" ha detto in predica don Giorgio. E poi Lidia Munaretti (una fra le poche rimaste in grado di leggere come si deve il nostro dialetto) che ha dedicato a Natale la poesia di Gorini 'Un sit visin al ciel', dedicata al Campo dei Fiori. Bella...brava Lidia ma io avrei scelto 'A un passarin', che finisce così
In dul cuncert dul bosch, da sotta al nuus,/duman mattina mancarà una vuus.
Certo, la voce poetica di Natale mancherà a tutti noi.
domenica 18 aprile 2021
S'è giuvin...
S’è
giuvin quand sa sütta mia pensà/ch’hinn sempar menu i ann ch’hemm da scampà,/s’è
giuvin quand ca s’è ancamò curius,/quand gh’è quaicoss ca pias, quand s’è
gulus,/quand ca sa god d’un fiur ca sa derviss,/opür di stell d’ra nott ca
sbarlüsiss,/s’è giuvin quand sa giüga cu’n neudin,/o quand sa güsta ‘l cant d’un
passarin./E i giuvin vann innanz…guardan luntan,/penser, prugett, speranz par
ul duman…/E alura, parché hemm mia da pensà/che ul bell d’ra vita…al po' ancamò
rivà?
Natale Gorini
Alle 7.56
Alle 7.56 del mattino sto pensando che vorrei tornare bambino, quando la cintura di sicurezza del braccio di una mamma bastava a regalarti il paradiso.
sabato 17 aprile 2021
Siamo alla frutta
Siamo alla frutta
E
sì, ragazzi miei, siamo alla frutta,
quando
la vita ci fa l’affronto
e
ci presenta il conto
senza
lo sconto.
Come
no, per noi sarà diverso,
noi
siamo eterni,
immuni
e preservati
e
ci godiamo il meglio,
resta
sveglio il piacere
e
non c’è pena.
Ma
poi fa male il dente
e
il comandante pende,
sale
la febbre e il passo
non
procede e s’inciampa.
E
allora eccoci qua,
uguali
agli altri e peggio,
a
dire che è finita,
che
è un inganno la vita,
un
tempo breve e svelto,
più
che altro sofferto.
18.04.2021
Alle 6.03
Alle 6.03 di questa domenica mattina sto pensando alle attestazioni di stima che sta ricevendo, postumo, il mio amico Natale Gorini, complimenti che posso registrare leggendo i cosiddetti social media. E mi domando: "Ma quanti pubblici o privati elogi ha ricevuto Gorini in vita? Quando avrebbe potuto gioirne?" Credo che spesso siamo trattenuti dallo sbilanciarci in elogi, per vari motivi, e fra questi l'invidia. E se ci sbilanciamo non di rado è solo per adulazione, cioè abbiamo un secondo fine, che ancora una volta mette il nostro io in primo piano.
venerdì 16 aprile 2021
Valzer par Varés
ph valentina zanzi
I ricordi sul mio amico Natale Gorini si sommano. Febbraio-marzo 2002, io, Natale e Clemente Maggiora organizzammo un convegno su 'Speri della Chiesa Jemoli e il suo tempo', con tanto di libro autografato da Angelica, figlia di Speri. Natale iniziò a scrivere poesie a 50 anni, e subito arrivò secondo (1978) al concorso Poeta Bosino con la poesia 'La toppa'. Da lì in avanti fu un successo via l'altro: 6 volte primo (ho sbagliato nel precedente post, quando parlo di 4 vittorie), sei volte secondo e due volte terzo. Nessuno, nella storia del concorso di poesia dialettale, che si rinnova dal 1966, ha fatto meglio di lui, nemmeno Nino Cimasoni. Nelle foto lo vediamo in una delle sue ultime apparizioni pubbliche. Giugno 2013, ho avuto l'onore di averlo alla presentazione del mio libro 'Valzer par Varés'. Aveva 85 anni e una mente ancora brillante. Aveva da poco lasciato il ruolo di Re Bosino, portato avanti dal 1993 per una ventina d'anni, ad Antonio Borgato, che nella foto è dietro di lui, insieme alla moglie Lidia Munaretti.
Natale va a Varés
ph carlo meazza
Nel bel libro di Carlo Meazza, 'Varese, 50 modi di descrivere la città' (edito nel 2000) Natale Gorini porta la sua testimonianza di varesino della Prima Cappella, in un pezzo dal titolo 'Vò a Varés'. Quelli della Prima Cappella così dicevano quando scendevano in città. Fra i tanti ricordi, simpatico è quello del tram, che dalla Prima Cappella costava 2 lire, ma se si prendeva a Robarello 1 lira e all'Officina 50 centesimi, quindi il giovane Natale scendeva a piedi sino all'Officina e metteva da parte il gruzzolo risparmiato.
Cosi termina il suo ricordo di Varese: 'Un augurio finale a Davide, Sara, Giacomo, Annalisa e Caterina, i miei nipoti, ed a tutti quelli della loro generazione e quelle future: che possano vivere in una Città della quale non debbano rimpiangere il passato.'
Alle 5.46
Alle 5.46 sto pensando al piacere di aver riconquistato una mia caratteristica, dopo mesi di insonnia, e cioè quella di addormentarmi velocemente, 5'-10' e via; al piacere di dormire 3/4 ore di fila, svegliarsi e riaddormentarsi per un'altra oretta. E' corta e rilassante una notte così. E' lunga e stressante una notte insonne.
In foto - 10 agosto 1975, Hotel Wolkenstein, Val Gardena: sorpreso dagli amici nel mio rapido ritiro dalla giornata.
Re Natale
Il poeta Natale Gorini
Ecco alcuni volumi pubblicati dal poeta e storico locale Natale Gorini, e quella che a mio avviso è una delle sue poesie più belle, 'A un passarin'.
clicca sulla foto per ingrandirla e poter leggere
E' morto Natale Gorini
ph valentina zanzi
Oggi, venerdì 16 aprile, è morto Natale Gorini. Classe 1928, dopo Speri della Chiesa può essere considerato uno fra i migliori poeti dialettali della nostra città. Premiato con la Girometta d'Oro, plurivincitore del concorso Poeta Bosino, specialista delle bosinate, Gorini era anche un ottimo attore dialettale. Uomo dalla battuta pronta, Re Bosino per molti anni, Natale ha scritto e pubblicato molti libri, fra i quali una versione del Pinocchio in dialetto e, in coppia con Clemente Maggiora, il Parolario Bosino. Devo anche a lui e alle sue poesie se mi sono cimentato in questo genere letterario, ricevendo consigli, complimenti e anche qualche tiratina d'orecchie, soprattutto per la mia stentata pronuncia.
I funerali di Natale Gorini saranno lunedì 19 aprile, ore 15.30, nella chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio Olona, il suo rione (era nativo della Prima Cappella).
Un secolo di Cattolica
L'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano compie in questo 2021 cento anni di vita. Io sono un alunno della Cattolica, perché ho frequentato l'Isef alla Cattolica, preferendolo all'Isef della Statale. Incredibilmente non ho nemmeno una foto dei miei tre anni Isef (1975-1978), a parte una di gruppo ma non ci sono io, quindi è una foto inutile (scherzo!) Ecco allora la foto della nostra sede delle lezioni teoriche, in via Sant'Agnese a Milano, vicino alla sede principale. Le lezioni pratiche erano al Centro Sportivo Fenaroli, zona viale Zara. L'Isef Milano invece nascerà a metà degli anni Sessanta.
Sul e col dolore
Ho sempre sostenuto che non è mai opportuno (soprattutto se non si è atleti professionisti) fare attività sportiva sul dolore, è controproducente. Ben altra cosa è, al di fuori dello sport, convivere col dolore, la sofferenza cronica verso la quale non c'è rimedio e che dobbiamo tenerci, facendo parte di quella valle di lacrime ricordata da una nota preghiera. Tenersi la compagnia del dolore non è facile per nessuno, ma c'è chi reagisce meglio e chi peggio, c'è chi si 'ribella' e segue il vento della vita e chi si deprime.
giovedì 15 aprile 2021
Alle 5.45
ph giulio clerici
Alle 5.45 di mattina penso a Sara Bertolasi, classe 1988, atleta del canottaggio nata a Busto Arsizio e cresciuta sul lago di Varese, due Olimpiadi e tante medaglie, chilometri e chilometri di allenamenti e di fatica, il tentativo di partecipare alla terza Olimpiade, un infortunio che ha complicato tutto, oggi l'annuncio del ritiro.
Buona fortuna, cara Sara.
mercoledì 14 aprile 2021
Don VIttorione
Il 15 aprile del 1926, un mese prima di mio padre, nasceva alla Rasa di Varese Vittorio Pastori, noto ai più come don Vittorione. Ho avuto il piacere di conoscerlo. C'è stato un tempo nella mia vita, non molto lungo, nel quale l'avrei seguito volentieri in Africa, durante i suoi viaggi di solidarietà in Uganda, dove operava anche il mio caro amico, sacerdote comboniano, Padre Mauro Serragli. Agli inizi degli anni Ottanta organizzavamo all'oratorio di Biumo Inferiore raccolte di riso, sale, sapone, che tramite don Vittorione arrivavano in Africa. Una domenica a mezzogiorno don Pastori venne a pranzo a casa dei miei genitori, non mangiò molto. Pesava 200 chili per colpa di un problema di salute. Lasciò il ristorante 'da Vittorio' per seguire don Manfredini a Piacenza, fondò 'Africa Mission', divenne diacono e poi, nel 1984, sacerdote. Morì d'infarto nel 1994, dopo una vita spesa in continui viaggi nel sud del mondo, aerei cargo, tir di aiuti... Era solito citare un proverbio lombardo, per spingere la gente ad essere generosa: 'Di gràss, l'è bell fidàss".
Alle 5.00
Alle 5.00 del mattino sto pensando, con rammarico, alla sconfitta della Pallacanestro Varese ieri sera contro Venezia, con quella tripla finale di Luis Scola (foto) non entrata, e se entrava si vinceva mentre abbiamo perso e ora la lotta con Cantù per non retrocedere si fa aspra. Cantù ha due punti meno di noi, mancano tre partite, almeno due bisogna vincerle sperando che Cantù non ne vinca tre. A Milano abbiamo vinto con la prima della classe e potevamo perdere, con Venezia abbiamo perso e potevamo vincere. La palla è sferica come il globo terracqueo che ci ospita, un niente e rotola via, lontano da noi.
Varesenoi e la Famiglia Bosina
Da qualche tempo noto con piacere che il quotidiano online www.varesenoi.it riserva uno spazio fisso dedicato alla Famiglia Bosina, animato fra gli altri da Lidia Munaretti e Antonio Borgato. Molto bene.