lunedì 14 agosto 2023

Carlo: pedalate di felicità


 Questo pomeriggio, nella piccola chiesa del Lazzaretto, sono stati celebrati i funerali del mio amico Carlo Brusa, morto a 75 anni, che in quella chiesetta è cresciuto, che quella chiesa ha servito e che stava sul sagrato del Lazzaretto anche nella foto che ho scelto: settembre 2008, giro Shalom. Da destra: Carlo Brusa, io, Paolo Mannucci (forse l'ultimo giro in bici che ha fatto, almeno con noi) e Paolo Russo. 

L'anno prima, nel 2007, Carlo aveva subìto un intervento chirurgico. Aveva detto: se guarisco vado in pellegrinaggio a Cascia, sulla tomba di santa Rita, e ci vado in bici. Dava così inizio ad una serie di pellegrinaggi cicloturisticoreligiosi, insieme a don Massimiliano (prete ciclista che oggi ha concelebrato le esequie) e ad altri varesini: Roma, Pietrelcina da Padre Pio...

Oggi, dietro l'altare, vi erano tre sacerdoti: don Marco, don Massimiliano e Padre Mauro, carissimo amico di Carlo, missionario comboniano. Per me è stata una celebrazione carica di emozione e di ricordi: il Lazzaretto, luogo di culto  che ha segnato i miei anni Settanta, e poi l'incontro con amici che non vedevo da anni, i canti, l'organo dove suonò mia mamma e dove oggi ha suonato mio fratello Paolo, la bella voce di Marinella,  Padre Mauro (per noi tutti Baffo). 

Non abbiamo bisogno della morte (di quella faremmo volentieri a meno) ma abbiamo bisogno di questi momenti per illuderci che il tempo scappa sì, ma non così veloce, e che in fondo siamo sempre gli stessi, più vecchi di quando avevamo vent'anni ma siamo ancora lì, su quel sagrato, a parlare. E Carlo - così ci illudiamo - ora sta anche meglio di noi. 

Cullare questa illusione-speranza è un po' come mettersi una maglia gialla e pensare di essere in testa al Tour de France. E Carlo, quel giorno di settembre, indossava una maglia gialla.

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