giovedì 25 maggio 2023

I 'Transiti solitari' di Arnaldo Bianchi


 




Questo è il giorno grigio/che nessuno ricorda/…che, a tratti, gocciola/e non è pioggia ancora;/questo è il giorno triste e gentile/che nessuno ama e sfuma/eppure esiste e ci appartiene/…ritornano silenzio e leggerezza/riposano insieme/dentro il cielo di ottobre/che si scopre, d’improvviso, azzurro.

Questa è la prima poesia, che incontriamo a pag. 9 della nuova silloge poetica di Arnaldo Bianchi, ‘Transiti solitari’ (Macchione editore), che è stata presentata ieri, giovedì 25 maggio, in Sala Morselli alla Civica biblioteca varesina. Con il poeta erano presenti la poetessa Viviana Faschi, il giornalista e narratore Riccardo Prando, l’assessore alla cultura del comune di Varese Enzo Rosario Laforgia e l’editore Pietro Macchione.

Arnaldo Bianchi è uno dei poeti più interessanti della nostra città, che si presenta con la sua nuova raccolta di liriche dopo sette anni di attesa; nove volumi nel suo palmarès, da ‘La vecchia casa’, che usciva nel 1979, all’attuale, oltre quarant’anni di scrittura, un cammino esistenziale e letterario che non ha mai incontrato lunghe pause, a dire che la poesia (con qualche sporadico tentativo in prosa), soprattutto la poesia è la cifra di Bianchi, è la sua modalità espressiva, è il luogo delle sue confidenze, del dialogo con se stesso e  con i lettori. Viviana Faschi, che ha curato la prefazione al volume, ne ha riassunto le caratteristiche. La silloge è divisa in tre sezioni: la prima, poesie di stampo classico; la seconda, brevi liriche sul solco della tradizione medio-orientale, cioè haiku e tanka; la terza, quella più sperimentale, nella quale Arnaldo si cimenta in quella che la Faschi ha definito ‘prosimetro’, cioè unione di prosa e poesia. Riccardo Prando ha animato la serata con domande al poeta e coinvolgendo il pubblico, che ha dimostrato vivo interesse. Bianchi, dopo aver letto alcune fra le sue composizioni, non ha scansato le domande del giornalista: abbiamo quindi saputo che uno fra i suoi autori di riferimento è Attilio Bertolucci, che le sue poesie sono alla costante ricerca dell’equilibrio fra pensiero, emozione e linguaggio, che la poesia e la religione hanno in comune il porsi le domande sul senso della vita e della morte.  

Ecco infine un haiku e un tanka:

alba di neve/un racconto di luce/freme sul ramo.

Sembrava neve/fiocchi d’aria sospesi/sulla pianura/petali che fluttuano/suoni di primavera.


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