ph mario zeni
Nel 2008, in occasione dei Mondiali di ciclismo a Varese, incontrai Daniele Nardello, ancora in attività (si ritirò l'anno successivo) e mi feci riconoscere. Ero stato suo prof un anno solo, as 1983-84, ad Arcisate. Lui, classe 1972, frequentava la prima media. Mi ricordavo di quel ragazzo, ovviamente ottimo nello sport. Scattammo una foto. A dieci anni di distanza ho ritrovato Daniele Nardello a Rioninquota, e allora via con un'altra foto ricordo. Purtroppo ho potuto parlare poco con lui, ma qualche battuta sul ciclismo l'abbiamo scambiata, lui che ha preso parte a ben 10 Tour de France (tre volte fra i primi dieci), ha vinto anche qualche tappa al Tour, è stato campione italiano e ha inanellato altre prestigiose vittorie. Dice che Giro e Tour sono corse molto diverse. Il Giro ha dislivelli maggiori ma regala anche spazi dove un corridore può prendere fiato, mentre al Tour sono tutti desiderosi di vincere, una vittoria al Tour può cambiarti la carriera, quindi si va a tutta dal primo all'ultimo metro. Naturalmente questo non è sport per la salute, e l'ex professionista Nardello ha dovuto ammetterlo.
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