ph carlozanzi
RIONINQUOTA
2018
Il
meteo ha fatto il capriccioso sino all’ultimo sabato 14 luglio, in occasione di
Rioninquota 2018 al Sacro Monte, ma infine ha messo giudizio e le brutte
nuvole se ne sono andate, lasciando spazio ad un tramonto più che accettabile.
Quindi il regiù Luca Broggini ha potuto accogliere i numerosi ospiti nella sua
villa alla Madonna del Monte. Un invito della Famiglia Bosina ai rappresentanti
dei rioni, affinché si crei un clima di amicizia e reciproca collaborazione per
il bene della città. Presenti fra gli altri l’arciprete del Sacro Monte, il
questore, il prefetto, per il comune di Varese l’assessore Strazzi, il Re
Bosino in abiti civili, campioni dello sport come Daniele Nardello, e presenti
soprattutto coloro che durante l’anno si danno da fare per organizzare il
Carnevale, la Giobia, la Girometta d’Oro, il Poeta Bosino e analoghe
iniziative. La serata ha avuto inizio con un momento culturale, cioè la visita
a Villa Pax, situata nelle vicinanze della villa del regiù, in un angolo di
paradiso, con una vista che il fiato non solo lo mozza, ma lo sorprende. Più
che esauriente la spiegazione della guida. La villa venne realizzata nel 1902,
quando il Campo dei Fiori non aveva ancora il grande albergo (che è del 1912) né
i pini sulla sommità, quindi era una calotta brulla. Fra le poche ville del
Sacro Monte, a fine Ottocento, vi era quella di Lodovico Pogliaghi. Il
Pogliaghi venne contattato da Emma Zonda e dal marito Macchi, affinché realizzasse
la loro abitazione. Il Macchi aveva pensato a quel luogo ameno e salubre perché
la moglie Emma si era ammalata di tubercolosi. Naturalmente i due erano benestanti,
soprattutto la Zonda, erede di una famiglia che commerciava vini. Benestanti ma
anche benefattori: diedero molti quattrini all’ospedale varesino (sorse il
padiglione Macchi proprio per i malati di tisi) e per l’edificazione di asili
della provincia (Bobbiate, Biumo Inferiore…). La villa venne realizzata in
stile liberty, e fu una delle 150 ville che sorsero nella città di Varese e in
zone limitrofe in soli tre anni, fra il 1902 e il 1905, segno di quanto i
ricchi lombardi, milanesi in particolare, amassero la nostra terra. Fra le tante sciccherie, ecco un lampadario a forma di glicine realizzato dai vetrai di Murano. Oggi la Villa ospita un bed&breakfast. Dopo la
visita il rinfresco, i saluti del padrone di casa Luca Broggini e un brindisi
alla varesinità. Fra i vari discorsi che si intrecciavano, alcuni facevano
riferimento al fatto che -a differenza dell’età di Villa Pax e dei Macchi-Zonda-
oggi chi ha i soldi è poco attento alla città, preferisce investirli altrove,
non considera Varese meritevole di un sostegno economico.
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