ph carlozanzi
Nell’estate
del 1988 Dino Azzalin, giovane medico dentista con propensioni poeticoletterarie,
riunì alcuni amici e, sotto il cielo stellato d’agosto, li invitò a declamare
poesie, concludendo la serata con la recita collettiva del X agosto di Giovanni
Pascoli. Io non c’ero, e non so nemmeno se la riunione si tenne al Faido, fra
Masnago e Casbeno, dove Dino aveva un rustico, una vecchia cascina di
contadini. Il mio incontro con Dino (se non si fa memoria di quando eravamo
ragazzi, all’oratorio Molina di Biumo Inferiore) risale invece a qualche anno
dopo, inizi anni Novanta, insieme nella giuria del premio poetico ‘Eraldo
Benvenuti’, lui presidente, io semplice giurato. Lì incontrai fra gli altri
Mauro Maconi, Arnaldo Bianchi, Diego Pisati. Ma lì soprattutto mi resi conto
che quel ragazzo d’oratorio, piuttosto scapestrato, era davvero innamorato
delle lettere. Da allora le nostre vite letterarie si sono incrociate, quanto
meno io l’ho tenuto d’occhio. Ecco allora le prime sue raccolte poetiche da
Crocetti, la nascita della casa editrice Nuova Magenta (NEM), anche libri di
narrativa, il suo interessante Diario d’Africa, il suo amore per il
volontariato all’equatore, il suo investimento in passione e denari in eventi e
pubblicazioni. Penso ad esempio al volume Le Firme, che regala uno spazio anche
a me. E poi la rivista Nuova Presenza, soprattutto quel numero Tre, Poeti a
Varese, antologia ricca.
Ma
torniamo al 1988, a quei versi regalati al cielo agostano, al fuoco acceso per ingraziarsi
le Muse ispiratrici e per bruciare il di più, che appesantisce. Quella riunione
di pochi amici divenne con gli anni La notte dei poeti, clamorosa quella del
1993, con la presenza di Alda Merini e Andrea Zanzotto, notte ripetuta di tempo
in tempo, al Faido, alle Fornaci di Laveno, ad Arcumeggia. E così, di rima in
rima, eccoci a sabato 11 agosto 2018, grande festa per i trent’anni. E si torna
al Faido, rinnovato, ristrutturato, ingrandito, abbellito ma sempre in discesa
verso il lago e il Monte Rosa. Una serata davvero speciale,
che lo stesso Azzalin, emozionato, ha introdotto anche -credo- con un po’ di
orgoglio. Perché se il vate varesino Silvio Raffo, con la sua Piccola Fenice e
la sua passione strabordante per la poesia, molto ha dato e dà alla Varese delle
lettere, lo stesso credo si possa affermare per Dino Azzalin, senza lauree in
poesia (“Io ho solo la laurea in medicina!” ha ricordato) ma con laurea ad
honorem per dedizione. Tanti amici ieri sera al Faido, dentro una serata da
favola; sotto il bersò d’uva americana lo zoccolo duro di questa Notte dei
poeti ha avuto modo di leggere i propri componimenti, intervallati da spazi
musicali e letterari, regalati da Mario Chiodetti, da Valentina Alba, dal maestro Francesco
Miotti, da Mariachiara Cavinato. Appesa al muro la gigantografia (foto di
Angelo Puricelli) di quella serata del 1993, con Andrea Zanzotto, Alda Merini,
Nicola Crocetti e Dino Azzalin, la stessa foto in bianco e nero che fa da copertina al numero quattro
della rivista Nuova Presenza, appositamente stampata dalla NEM per la
trentesima Notte dei Poeti. Foto e testimonianze di Andrea Zanzotto, Alda
Merini, Angelo Maugeri (cofondatore della NEM), Sandro Sardella, Mario
Chiodetti, Romano Oldrini, Diego Pisati, Francesca Mineo, Angelo Crespi, Milo
De Angelis, Franco Buffoni, Giovanna Sicari, Fabio Scotto, Giancarlo Pontiggia,
Doris Marocco, Andrea Giacometti, Gaetano Blaiotta, Rita Clivio, Mario
Santagostini, Mauro Maconi, Claudio Del Frate, Alessandra Pellizzari, Elena Vicentini.
Quindi
il grande falò, la lettura del x agosto, il brindisi, il buio e la luce,
emozioni e ispirazioni.
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