giovedì 16 maggio 2019

Il Principe a cavallo


Emanuele Filiberto di Savoia, fra le altre cose Principe di Venezia, come i varesini sanno è giunto a Varese per partecipare alla consegna del Premio Savoia alla Cultura 2019, vinto dal Premio Chiara Giovani. In un'intervista prima dell'incontro, alla domanda su come i giovani giudicassero il suo ruolo, la sua presenza anche televisiva, ha risposto che i giovani sono un po' tutti principi azzurri, e che a volte si sorprendono di vederlo arrivare in auto e non su un cavallo bianco. Più che una risposta mi è parsa una battuta. Un principe azzurro dovrebbe essere un tipo sicuro, coraggioso, un idealista, un romantico. Sono così i giovani del nuovo millennio? Generalizzare non è mai corretto, però ad occhio mi pare che i nostri ragazzi siano di altra pasta. Ci sarà anche qualche speranzoso principe azzurro, ma più che altro vedo insicurezza, precarietà, speranze deluse. E noi adulti dovremmo fare l'esame di coscienza. I giovani che partecipano al Premio Chiara Giovani sono principi azzurri? O principesse?  Anche qui non è il caso di generalizzare. Leggendo i loro racconti probabilmente li conosceremmo meglio. Una cosa è certa, visto che faccio parte della famiglia del Premio Chiara da vent'anni: Romano Oldrini, Bambi Lazzati e tutti coloro che li aiutano (penso ad esempio ai giurati) sono meritevoli di una stretta di mano, per aver dato spazio ai giovani. Il Gruppo Savoia se ne è accorto, e anche questa è una bella notizia.  

3 commenti:

  1. Caro Carlo, di solito sono in sintonia con i tuoi articoli. Quest'ultimo però mi ha lasciato molto perplessa e un po' dispiaciuta. Non pensavo che le tue fonti si limitassero a Wikipedia, soprattutto riguardo a fatti personali, molto personali direi, sui quali una persona sensibile quale io ti reputo, avrebbe dovuto mantenere il silenzio e non dare giudizi così sommari.
    Abbiamo politici al governo del nostro scassato Paese e delle nostre Città e Regioni che si vantano delle loro "canne" di gioventù, come se chi non se le è mai fatte (io) fosse un povero sfigato.
    Errori di gioventù li abbiamo fatti tutti, ma poi quello che conta è come ci si risolleva dalle proprie difficoltà.
    Il Principe è venuto a Varese per sostenere un'iniziativa lodevole e destinata a premiare i nostri giovani "buoni", e tanto mi basta. E dovrebbe bastare a chiunque abbia a cuore il futuro della nostra società.
    Io sono orgogliosa che mio marito, con grande fatica ed impegno, stia portando avanti iniziative come questa, con il Gruppo Savoia, che presiede,e le maldicenze gratuite, mi disturbano.
    Come abbiamo sentito l'altra sera a Villa Recalcati, "ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui tu non sai niente: sii gentile, sempre".
    Grazie per la tua attenzione.
    Lucia

    RispondiElimina
  2. Carissima Lucia, faccio ammenda..in effetti non ho approfondito molto la materia...a volte nei miei brevi post sono un po' superficiale...né sapevo che tuo marito facesse parte del Gruppo Savoia..avrei potuto chiedere meglio a chi era informato....non è raro che legga Wikipedia, che considero non approfondito ma serio....il Principe, stando a quella fonte, ha ammesso lui stesso di aver fatto uso di droga....non credo che nel mio caso si tratti di maldicenza gratuita...in ogni caso provvedo subito a modificare il post....i miei scritti sono di poche righe, a volte si rischia di non essere compresi....Grazie per essere una mia lettrice, e bacchetta pure, quando lo ritieni consono....un abbraccio carlo

    RispondiElimina
  3. Ma no dai...non volevo bacchettarti! Volevo solo farti notare che le riflessioni da scrivere sull'evento (secondo me) erano altre (e tu poi l'hai fatto egregiamente, e ti ringrazio); è stato evidenziato giustamente il valore dei nostri giovani e di chi lavora per aiutarli ad esprimersi.
    (Il fatto poi che il motore di questo evento sia stato mio marito ed il suo Gruppo poco importa, sarebbe stata un'iniziativa lodevole chiunque l'avesse promossa).
    Ciao Carlo, a presto
    Lucia

    RispondiElimina