ph carlozanzi
giovedì 31 marzo 2022
La Praga di Maurizio Fantoni Minnella
ph carlozanzi
Pietro Arese al 'Bellorini'
Di ritorno dai recenti Campionati Mondiali di atletica leggera indoor di Belgrado, dove è arrivato ottavo nella finale dei 1500, Pietro Arese è tornato ad allenarsi al 'Bellorini' di Calcinate degli Orrigoni. Eccolo con un gruppo di promesse della Varese Atletica. Arese (che non è parente del grande Franco Arese, ma corre veloce come lui) è allenato da Silvano Danzi e fa parte del College del Mezzofondo dell'Università dell'Insubria.
mercoledì 30 marzo 2022
La poesia di Arnaldo
Tempo feroce
di Arnaldo Bianchi
Questo tempo feroce
e immacolato
nel medesimo istante
lacrime che dissetano,
come acqua di sorgente,
chi esule fugge
dalla terra addolorata.
30 marzo 2022
martedì 29 marzo 2022
E' tempo di guardare il cielo
Sì, è tempo di guardare il cielo. Ai primi di aprile, regolarmente, a Varese tornano le rondini. Guardate il cielo, soprattutto all'alba e al tramonto. Non resterete delusi.
lunedì 28 marzo 2022
Una Regina a 12 euro
Chi è interessato ad avere una copia cartacea del mio blogbook 'Regina delle Prealpi - L'atletica leggera a Varese' a 12 euro può prenotarla qui:
c.zanzi56@gmail.com
338.6806423
domenica 27 marzo 2022
Alessandro Frè
L'atletica Biumense, prima società di atletica leggera della città di Varese, nata nel dopoguerra come costola della Biumense calcio, era quattro nomi: il presidente Renzo Capanna, i factotum Alfredo Broggini e Alessandro Frè, l'allenatore Gianni Bellorini. Nella foto in alto siamo negli anni Sessanta, vediamo in piedi a sinistra Frè, al suo fianco Bellorini, seduto a destra Broggini. Dei quattro nomi, l'unico rimasto è Frè, che ci ha onorato della sua presenza. Classe 1937, capace nel 1954 di saltare in lungo 6.74 e di correre i 100 in 10"9, dirigente appassionato alla Biumense, ha rincontrato dopo decenni Cadonà, Pinzin, Bronzi, Cantoreggi, Balsamo, Gervasini...Un abbraccio commovente.
Peccato per l'assenza di Luisa Magnaghi, molto più giovane di Frè, prima donna tesserata alla Biumense.
sabato 26 marzo 2022
Una Regina di carta
venerdì 25 marzo 2022
Una Regina in Salone Estense
Reginadelleprealpi.wordpress.com
Buona lettura
Da Fatima al Campo dei Fiori
Papa Francesco oggi ha pregato la Madonna di Fatima, perché finisca la pazzia della guerra. Questa non è la Madonna di Fatima, ma la Madonna del Campo dei Fiori. La guardo tutti i giorni. Prego tutti i giorni.
Il picchio rosso maggiore
Come ho già scritto qui, non sono ancora riuscito a fotografare un picchio. Ho visto un picchio nero (il più grande) e anche il picchio verde (piccolo, caratteristico il suo canto che pare una risata), mai visto il picchio rosso maggiore, che ora mi arriva in regalo dal mio amico Lorenzo, compagno d'avventura nel Coro Vidoletti, ottimo fotografo. Era alla Rasa e dopo una lunga attesa, un adeguato teleobiettivo e parecchie foto mosse ("Continuava ad agitarsi" mi dice Lorenzo) è riuscito ad immortalarlo.
Grazie Lorenzo. Ora tocca a me 'immobilizzare' un picchio.
Ci sarà anche il Mario
giovedì 24 marzo 2022
Elisabetta degli Oleari - Strega
Chiara
Zangarini, docente e storica, nel 2009 ha scoperto il piacere della scrittura. Meglio,
ha dato forma scritta ad una sua passione: scavare nel passato. E’ partita con
le Confraternite di Varese, si è dedicata alle Leggende del Varesotto, ha poi
approfondito i rapporti di Gianni Rodari con il nostro territorio, ha sommato
molti titoli (sempre per Macchione editore), ma questa volta ha sentito il
bisogno di scrivere un romanzo. Incontriamo la professoressa proprio alla
presentazione in Salone Estense, a Varese, di questa sua nuova opera, ‘Elisabetta
degli Oleari – Strega’. Con lei l’editore Pietro Macchione, il giornalista
Mario Visco, l’attrice Serena Nardi e l’attore Pier Valerio Tognoli.
“Nel
2012, mentre andavo raccogliendo materiale per il mio libro sulle leggende del Varesotto”
racconta la Zangarini “ho scoperto la storia delle streghe di Venegono, una
vicenda che molti varesini non conoscono. Gli atti del processo alle streghe
erano già stati pubblicati da Anna Marcaccioli Castiglioni, materiale
essenziale per avvicinarmi a questa storia del 1500. Da qui l’idea di un
romanzo storico, che mi ha impegnata tre anni, con ulteriori ricerche negli
archivi parrocchiali e altrove, letture che mi hanno avvicinato alla vita del
Cinquecento, soprattutto alla dura esistenza delle donne di allora.”
Quanta
la fantasia e quanta la realtà nel suo romanzo?
“Da
storica” precisa la scrittrice “non mi sono permessa di modificare una virgola
degli atti del processo, anche se ho reso la sintassi adatta allo stile di un
romanzo moderno. Ho invece elaborato la storia delle sette streghe, ma
immaginando intrecci e avvenimenti verosimili. Teniamo presente il contesto: c’è
la lotta fra Francesi e Impero per la conquista del Ducato di Milano, guerre
fra Visconti e Sforza, fra i Castiglioni, alleati dei francesi, e i Pusterla,
alleati dell’impero. C’è la miseria per la maggior parte degli abitanti delle
nostre terre: fame, soprusi, scorribande dei mercenari, stupri e saccheggi.”
Eccolo
allora questo romanzo. Si legge in quarta di copertina: “La mattina di venerdì
20 marzo 1520, alla porta della chiesa di Santa Maria di Venegono Superiore,
viene affisso l’Avviso Generale dell’inquisitore, frate Battista da Pavia. Gli
abitanti hanno tre giorni per denunciare ‘gli eretici’, cioè le streghe. Pena
la scomunica e la perdita dei beni. Ci sarà indulgenza e perdono per tutti,
solo se collaboreranno. Poche ore dopo si presentano al castello tre uomini.
Sotto giuramento, depongono che Margherita e Caterina dei Fornasari, Maddalena
del Merlo, Elisabetta degli Oleari e Tognina del Cilla sono streghe, malefiche
e donne di malaffare. Sono giorni terribili. In paese si scatena la caccia alle
streghe e ha inizio il processo…”
Il
romanzo è un alternarsi fra la cronaca del processo e la storia delle streghe,
in particolare di Elisabetta degli Oleari, colei che è considerata la
principale imputata, e Caterina dei Fornasari. La scrittura è scorrevole e
chiara come il nome dell’autrice, che ha saputo sintetizzare il notevole lavoro
di ricerca dentro una storia che scorre veloce sotto gli occhi del lettore. Mi
piace immaginare questo romanzo come la parte emergente dell’iceberg, che si
regge sul grande corpo dello studio dei testi, invisibile sotto il pelo dell’acqua.
E mi piace immaginare la sorpresa del lettore, nel leggere una vicenda
incredibile avvenuta ai piedi delle nostre Prealpi, dove cinque secoli fa si condannavano
al rogo, ad una morte atroce, donne desiderose di una vita felice, affamate di
amore.
mercoledì 23 marzo 2022
Tartan e nostalgia
L'ultimo nemico di Gabriele
Non è facile crederlo. E' consolante sperarlo.
martedì 22 marzo 2022
Ciao Gabriele
Gabriele Gazo era soprattutto amico di mio fratello Guido, classe 1954 come lui, ottimo giocatore di basket come lui. Infatti eccoli insieme alla fine degli anni Settanta, la squadra è la Hydra, il campionato non so quale fosse, Gabriele è il numero 12, di spalle, e sta bevendo (foto Antonio Quattrini). Io lo ricordo quando entrava in oratorio, a Biumo Inferiore, lui e il fidato amico 'Lotta', e qualche volta ci ho giocato insieme, in quelle partite di basket sul campo di cemento dove Cocquio giocava in giacca e cravatta, Pontiggia litigava sempre con mio fratello, Gabriele l'ho in mente come una specie di Rivera, quieto, non si scalmanava troppo, movimenti quelli indispensabili, però segnava.
Gabriele è morto, non aveva nemmeno settant'anni.
I funerali domani, mercoledì 23 marzo, ore 15.30, chiesa parrocchiale di Biumo Inferiore.
lunedì 21 marzo 2022
La canotta di Luisa
domenica 20 marzo 2022
Pesaro stoppa la corsa di Varese
sabato 19 marzo 2022
Atletica e musica
Ecco chi è Saul:
Non si ferma la vena creativa di Saul Bertoletti, nome d’arte Saul. Dopo
diversi progetti non ‘ufficiali’, ecco un nuovo cd, undici brani scritti
(parole e musica) da Saul: ‘The Infinite Inside’.
Ma rispetto ai precedenti lavori qui abbiamo almeno due importanti novità.
La prima riguarda l’interesse che Saul ha suscitato verso l’etichetta
discografica emiliana ‘Go Country Records’ che produce, pubblica e promuove un
ampio spettro di musica americana, dall’Hillbilly & Roots Country
al Bluegrass, dal Folk all’Americana.
La seconda novità è che finalmente può partire il Tour di lancio del nuovo
disco, con almeno tre date certe: il 27 novembre 2021, ore 17, al ‘Musicalbox’
di Besozzo; stesso giorno ma alle 21.30 al ‘Velvet Pub’ di Legnano e il 5
gennaio 2022, ore 21, a Castelleone (Cremona), da ‘Alice nella Città’.
Il quarantenne cantautore luinese-scozzese (per oltre vent’anni è vissuto
in Scozia) propone brani Folk-Rock e canzoni che richiamano con più
convinzione il genere Folk-Country.
Testi in inglese, musica di ottima fattura, grazie al contributo di Guido
Zanzi (che è anche il produttore dell’album), Umberto Bellodi, Andrea Perino,
Riccardo Cugnasco, Sara Mainardi, Gino Mancuso, Alessandro Grisostolo e Alessandro
Pioppo e soprattutto di Mattia Manzoni che oltre a dare il suo contributo come
tastierista ha curato il mastering finale.
Incontriamo Saul a Varese, presso i Toeplitz Recording Studio, dove sono
stati registrati i brani, fra l’ottobre del 2019 e il gennaio del 2020. Detto
del genere musicale, ci interessa capire soprattutto i testi, perché le parole
sono nota fondamentale nel lavoro di Saul, che punta molto sul contenuto non
solo musicale.
‘The Infinite Inside’ spiega Saul, “l’infinito dentro…sì, il fil rouge di
tutte le canzoni del mio nuovo album è l’infinito. La mia fonte di ispirazione
è stata l’Infinito di Giacomo Leopardi, sono stato di recente a Recanati.
Importante è stato anche l’incontro con Davide Rondoni e la sua lettura
dell’Infinito leopardiano. Ho cercato di immaginare come tutto e tutti noi
facciamo parte di una linea che ci unisce; dovremmo essere più critici su come
spendiamo il tempo di queste nostre vite brevissime. L’album contiene anche
riferimenti alla mia visione agnostica dell’infinito. Ci si può sentire parte
di qualcosa di infinito, senza credere nell’al di là? Sì, perché nascita e
morte sono piccolissime gocce nell’oceano dell’infinito.”
Vediamo allora, in sintesi, il significato dei testi dei singoli brani.
“La prima traccia è ‘Weapons’ – Armi” spiega Saul. “Riprendo qui alcuni
temi particolarmente sentiti, cioè la mia reazione all’era dell’informazione
tecnologica. I social network sono come dare una pistola ad un bambino, possono
distruggere la realtà in pochi secondi. La ricerca della verità è falsata, le
opinioni sono ormai l’unica verità. Il secondo brano è ‘And I Woke’ – E Mi Sono
Svegliato – una ballata introspettiva e un po’ autocritica. Mi è capitato di
spendere le mie energie in cose apparentemente importanti ma che poi si sono
rivelate futili e hanno distratto e dirottato la mia ‘missione’ alla ricerca di
me stesso.
Abbiamo poi ‘Underclass of ‘92’, che è la traccia più amarcord dell’album.
Parla dei miei vent’anni e della fortuna di vivere ancora il rock’n’roll come stile
di vita, prima dell’era digitale. Il 1992 è stato l’anno dove la controtendenza
UK ha cambiato la musica dance in rock, e vederla cambiare con gli occhi da
teenager è stata quasi come l’esperienza dell’arrivo del rock negli anni ’60.
‘Greasy Surface’ - Superficie Oleosa - è una metafora che mi piaceva
sviluppare: su una superficie oleosa l’acqua forma piccole gocce che non si
incontrano, un po’ come le nostre vite; siamo connessi o è solo una sensazione
e in realtà non ci si incontra mai?
‘Me, No One or Someone Else’, cioè io, nessuno o qualcun altro: è una
riflessione sul nostro futuro.
Quando andremo sotto terra, saremo solo un mucchio di ossa? Forse saremo
davvero solo cibo per vermi. Dico nel testo: per dimostrare la mia teoria,
vieni e scuoti la mia bara, il suono che sentirai saranno solo ossa marce.
Poi abbiamo la traccia che dà il titolo all’album, ‘The Infinite Inside’-
L’Infinito Dentro. La domanda retorica nel ritornello “Come potrei? Giuro che
sento l’infinito” si riferisce al fatto che la nostra spiritualità a volte è
così forte che non riusciamo nemmeno a respirare, una forma di sublime che
continua, come l’oceano o il vento che ci fa sentire parte di qualcosa di
immenso. Si vivono due sensazioni: la vita è preziosa, ma nel contempo ci si sente
vulnerabili.
Il concetto di ‘Quicksand’ – Sabbie Mobili - è un po’ questo: sii felice
non solo per te stesso ma anche per gli altri, perché l’infelicità porta di
solito ad essere crudeli e conduce gli altri nelle tue sabbie mobili
dell’infelicità.
Amo Shakespeare, il bardo ha ispirato il mio brano ‘To Thine Own Self’, sii
vero con te stesso, frase che pronunciò Polonious in Hamlet. Cerchiamo di
essere onesti almeno con la nostra anima. E siamo al brano numero nove, ‘The
Circle of Neglect’, il circolo dei trascurati. Mi immagino un girone dantesco,
persone trascurate sono in costante moto di poco amore per se stessi e non
riescono ad uscirne, facendo del male a loro stessi e agli altri. Vivere la
vita in modo coraggioso non è da tutti, molti preferiscono scendere a scomodi
compromessi e poi sfogarsi con il prossimo.
‘Afterlife’ - Vita dell’Aldilà - è una canzone ironica: le religioni
puntano sull’aldilà, ma si dimenticano che la vita dell’aldiquà va vissuta e
amata.
Infine ecco ‘The Wind and the Crows’ - Il Vento e i Corvi - è un brano
allegorico, il vento è simbolo dell’infinito, i corvi -secondo molte culture-
rappresentano la precarietà della vita, quindi senti il vento come forma di
eterno, e osserva i corvi come costante richiamo alla brevità del nostro
esistere.”
Vogliamo Franco Bragagna
Chi ama l'atletica leggera e la segue alla tele si sarà certamente accorto che sia agli Italiani indoor di Ancona, sia ai mondiali indoor di Belgrado (in corso questo fine settimana) manca la voce inconfondibile del telecronista Rai Franco Bragagna, noto per la sua memoria di ferro e la sua viva partecipazione alle vicende. Bragagna, già noto e apprezzato da anni, ha raggiunto il top con la telecronaca della magica doppietta Tamberi-Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo, una cronaca paragonabile a quella di 'bisteccone' Galeazzi, eventi che passano alla storia anche grazie ai commentatori. Ebbene: perché Bragagna non è al suo posto di lavoro?
Vogliamo Bragagna!!!!!
venerdì 18 marzo 2022
Un Premio che non va di traverso
Complimenti vivissimi al mio amico narratore Federico Bianchessi Taccioli, che ha vinto il Premio della Critica alla 4^ edizione del Premio letterario Milano International. Il libro premiato è la raccolta di racconti 'Parole di traverso' (Macchione editore), un libro intrigante, colto, per lettori dal palato fine.
Pedalare in Patagonia
Fra una settimana
Fra una settimana la presentazione del mio nuovo libro, del mio primo blog-book. Scusate se in questi sette giorni darò vari avvisi sulla serata, l'incubo della sala vuota è sempre una brutta compagnia. Inoltre, essendo la mia prima esperienza di blog-book, non vorrei ci fossero sorprese quando il lettore digitale aprirà il sito. Si sa com'è, un libro di carta non tradisce, la carta è carta, l'inchiostro è inchiostro...Tutto ciò che è rete impalpabile, etere letterario ha i suoi rischi.
'Cenere organza' di Claudia Maria Franchina
Nata a Vercelli, residente a Cuveglio, Claudia Maria ha una laurea in filosofia, presto ne avrà una seconda in letteratura e filologia, ama da sempre la scrittura, da un anno (complice anche un'esperienza dolorosa) si è avvicinata alla poesia.
"Questa silloge" dice la giovane poetessa "è dedicata alla mia vita, è un tributo alle passioni, anche alle più ardenti. E' divisa in due sezioni. La prima sezione, Trame, prende ispirazione dagli eventi più significativi della mia vita; la seconda, Altrove, è formata da piccoli quadri poetici. Si va dal verso sciolto, libero, sino alla metrica. Vi sono echi surrealisti e simbolisti. Fra i miei autori preferiti mi piace citare Marina Cvetaeva, Anna Achmatova, Gabriele D'Annunzio, Aleksandr Blok."
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giovedì 17 marzo 2022
1822-2022: da Ghiggini i Vexilla di Giulio Locatelli
1822-2022: duecento anni per la premiata ditta Galleria Ghiggini di Varese. Tutto cominciò nel 1822, appunto, quando il ventenne Eugenio aprì bottega in centro, piazza delle Oche (oggi piazza Marsala) per vendere colori, pennelli, cornici, vernici…ma si passò ben presto anche ai decori e agli stucchi delle ville nobiliari e borghesi, a Varese e a Milano. Dopo Eugenio Emilio, e dopo Emilio Achille, con pregevoli interventi di Artigianato artistico ad esempio a Villa Esengrini sul colle di Montalbano, a Villa Pirelli sul Poggio di Casciago. Solo un paio di nomi, lungo sarebbe l’elenco, successi e difficoltà, ad esempio sul finire dell’Ottocento, con Achille quasi intenzionato a chiudere bottega. L’amico Maciacchini lo rincuora e allunga un biglietto da lire 500, dicendo: “Me li ridarai quando potrai.” E così i Ghiggini vanno avanti, con cambi di sede: nel 1887 eccoli in via Broggi, nel 1924 in corso Vittorio Emanuele, Casa Veratti (oggi corso Matteotti 53). Achille e poi un altro Emilio e poi un altro Achille, classe 1926, colui che nel 1970, mantenendo la vendita di cornici, passa decisamente all’arte, con la prima mostra: in Galleria (nel ’70 era in corso Matteotti 44) espone l’artista Antonio Pedretti. Achille e al suo fianco Emilio, sì, un altro Emilio, classe 1953, con passaggio nel 1996 nell’attuale sede di via Albuzzi 17, e in aggiunta un’esperienza milanese, dal ’76 all’82, in via Sant’Andrea 8. Infine l’ultimo avvicendamento, di padre in figlia, Eileen, attuale gallerista alla Ghiggini. Ed è lei che ci accoglie e ci presenta la prima mostra del duecentenario, dopo oltre cinquant’anni di esposizioni, di nomi importanti, di artisti eccellenti, con grande disponibilità anche per l’arte giovane. E infatti è oggi in mostra personale un artista emergente, Giulio Locatelli, classe 1993, da Bergamo. Già lo avevamo incontrato durante la settimana del Design (foto), oggi lui non è presente ma risaltano i suoi colori, i suoi gagliardetti, i suoi vessilli, un lungo tappeto volante che già ha unito Bergamo alta con Bergamo bassa, appeso ad una delle sue torri a significare il desiderio di dialogo, di unione. E infatti proprio questo tappeto (Flying carpet) è frutto di un lavoro collettivo, fili di lana policromi che si abbracciano. I gagliardetti appesi alla parete, le piccole bandiere che si scambiano gli uomini di sport, con una stretta di mano, ancora una volta stanno a significare rapporto positivo, contatto, in questo tempo che tanto ha bisogno di abbracci. L’arte di Locatelli è contemporanea, non dimentica il presente, così ecco lo stendardo ‘Notwar’, davanti al quale posa Eileen Ghiggini (foto), una denuncia contro la guerra, il grigioverde militare per dire il contrario, che non la si vuole la guerra.
La
mostra, con apparato critico del designer Andrea Ciotti, resterà aperta sino al
30 aprile. Orari: da martedì a venerdì 16/19, sabato 10/12.30 – 16/19.
Greenpass obbligatorio. Galleria Ghiggini: via Albuzzi 17 – Varese.
Info:
www.ghiggini.com