Sono pochi a Varese gli scrittori che riempiono il Salone Estense quando presentano un nuovo libro, e fra questi c'è Dino Azzalin, che ieri sera, sabato 22 giugno, ha 'esposto' al pubblico 'Acqua e zucchero' (NEM edizioni), una storia di famiglia, la sua famiglia, quella che agli inizi degli anni Sessanta (Dino aveva una decina d'anni) lasciò il veneto del dopoguerra per cercar fortuna nella più agiata Varese. E la fortuna arrivò agli Azzalin, sotto forma di un bar in viale Belforte, che Dino ha definito "la mia prima biblioteca, dove ho incontrato un gran numero di storie, dove sono cresciuto..." Dino, da ragazzino monello, oltre la vivacità, è stato in grado di plasmare le tendenze caratteriali facendo fortuna a sua volta, come odontoiatra e insieme come uomo di cultura, inizialmente poeta e poi anche narratore, amante dei libri (ha fondato la Nuova Editrice Magenta), uomo generoso, con un fattivo e costante impegno di volontariato in Africa, dove cava e ripara denti gratis et amore dei.
Ma stiamo al nuovo libro. Quando mamma Jole compì 90 anni, Azzalin pensò di sfruttare gli incontri domenicali registrando le memorie della madre, con una promessa: "Quando compirai cent'anni queste tue parole diventeranno un libro." La mamma i cent'anni non li ha toccati, ma il libro è uscito, ed è appunto 'Acqua e zucchero': l'acqua è quella della sua terra natia, fiumi, canali, lagune, mentre lo zucchero è quello di un grande zuccherificio, che andò a mutare il paesaggio del basso veneto. Si tratta quindi della storia della famiglia Azzalin, quindi di una storia di immigrazione, in questo caso ben riuscita. Dino non solo è perfettamente integrato, ma oggi dice un grazie senza riserve alla terra che lo ha accolto. I fondi raccolti nella vendita del libro andranno a favore di APA, Amici per l'Africa.
Al battesimo del libro hanno preso parte (foto da sinistra) Serena Contini (storica del Comune di Varese), Claudio Del Frate (giornalista del Corriere della Sera), ovviamente Dino e il sindaco Davide Galimberti. E lascio proprio al borgomastro la battuta finale: "Dino ringrazia Varese, e noi ringraziamo la famiglia Azzalin per aver scelto la nostra città. Cosa sarebbe Varese senza Dino?"
Già....mi si passi il paragone che non vorrei gasasse troppo l'amico Dino. Dino Meneghin e Dino Azzalin: entrambi immigrati dall'est all'ovest, entrambi felici della vita scelta e condotta in porto, il Menego eccelso nel basket, l'Azzalin magari non così in alto in classifica, ma certamente ben riconoscibile per passione, impegno, dedizione, convinzione, curiosità, coraggio e generosità.
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