martedì 9 luglio 2024

Pietro x 30


 

Non potevano passare sotto silenzio i trent'anni della Pietro Macchione editore e così ieri sera, martedì 9 luglio, ho preparato una cenetta con Pietro il grande (ottant'anni) e alcuni suoi autori (nonché miei amici). Ecco da sinistra Federico Bianchessi Taccioli, Paolo Costa, Riccardo Prando, l'editore, Fausto Bonoldi, Carlo Meazza e il sottoscritto. Era la primavera del '94 quando al caffè Zamberletti di corso Matteotti vennero presentati con un brindisi i primi due titoli della neonata casa editrice: 'Busto Arsizio e la storia dell'aviazione' di A. Grampa e 'Processi per stupro' di R. Lucato. 30 anni, duemila titoli, una bella storia varesina.

Per l'occasione ripropongo un'intervista a Pietro, uscita in occasione dei suoi ottant'anni:

Chi vuole incontrare Pietro Macchione basta che si rechi alla Madonna del Monte, ma deve alzarsi presto, perché il prof di lettere in pensione perpetua la sua camminata all’alba: salita lungo la rizzàda e discesa per la strada asfaltata, “Perché altrimenti mi continuano a fermare. Conosco tanta gente” mi dice. E lui quello spazio mattutino vuole viverlo nel cammino e nella solitudine. Oppure basta passeggiare in centro Varese, soprattutto nella zona Brunella-corso Matteotti. E allora è facile incontrare l’ex politico del partito comunista, che passeggia col suo passo lungo e flemmatico, sempre in giacca, sempre circondato dalla nuvola dei suoi molti pensieri. Perché parliamo di lui? Perché l’editore Macchione compie ottant’anni, un bel carico d’anni che si porta sopra le sue spalle larghe. Non ci pensa e lavora. “Io lavoro dalla mattina alla sera” mi dice. “Faccio l’editore a tempo pieno, nient’altro.” Non lo dice ma lo lascia intendere: lavoro e così evito i pensieri malinconici della mia età; lavoro e mi rendo utile alla causa del libro, agli autori che desiderano incontrare lettori, mi metto al servizio della cultura e sono sereno. Ottant’anni così riassumibili: l’arrivo a Varese dal sud, la lunga carriera di docente, di attivista politico nelle file della sinistra, l’approdo in Consiglio comunale a Palazzo Estense, tangentopoli e lui assessore all’urbanistica nell’avventura di un solo mese del sindaco Angelo Monti, quindi con il Pds di Marantelli, appoggio esterno alla giunta leghista di Raimondo Fassa, poi la scelta di votare non secondo le direttive di partito, l’espulsione, la nuova nomina ad assessore all’urbanistica con Fassa, un Piano Regolatore portato a casa con successo, quindi Fassa che non si ricandida e Pietro che lascia definitivamente la politica (siamo nel 1994) e inizia, a cinquant’anni, una nuova vita da editore. Trent’anni intensi, che Macchione riassume così: “Io lavoro e basta, ho la mia autonomia, ho il mio spazio, ho la mia pensione che mi permette di vivere. Con i libri mi basta andare in pari. Pubblico molto perché così i libri girano, la cultura si diffonde.” E – aggiungo io - gli autori ringraziano, perché solo chi ha gustato il profumo di un libro che porta in copertina il tuo nome sa la soddisfazione che si prova.

Pietro l’editore ha una memoria storica formidabile, che gli permette di risalire nel tempo spiazzando l’interlocutore. Conosce vita, morte e miracoli di molti varesini (e non pochi sono illustri) ma molto se lo tiene per sé, perché non ama discutere, ben sapendo che l’umanità (non solo varesina) è permalosa per natura. E così va avanti, a passo lento ma costante, da vero montanaro del sud che ha trovato ai piedi delle Prealpi terreno adatto alla sua natura, come altri.

Auguri, caro Pietro. Ad multos annos. 

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